martedì 5 febbraio 2008

Taccuino di un vecchio porco


Oggi vi voglio parlare di uno scrittore dalla vita particolare: Charles Bukowski. Si tratta del tipo di artista che si può amare solo ed esclusivamente conoscendone la storia personale. Infatti, in tutti i suoi racconti c’è una nota autobiografica che rende tutto il processo narrativo assolutamente autentico. Bukowski racconta la vita da strada e la disfatta del sogno americano in modo così diretto e bruciante perché l’ha vissuto sulla propria pelle. Non voglio che mi fraintendiate, il post di oggi non ha lo scopo di spingervi ad amare questo artista. Vi voglio raccontare la sua vita come fosse un piccolo tributo ad uno scrittore che per me, soprattutto negli ultimi quattro anni, ha rappresentato davvero molto.

Just a perfect day, drink sangria in the park. And then later, when it gets dark, we go home” Non credo che al mondo esista una canzone che racchiuda l’anima di Henry Charles Bukowski meglio di “Perfect Day” di Lou Reed. Anzi, chi ha avuto la fortuna di conoscerlo personalmente ha raccontato che tale motivo poteva addirittura rappresentare una sorta di “inno” al suo modo di vivere.

Spero che non paia troppo azzardato ai fan di “Hank” (come spesso chiamava, con civetteria autobiografica, molti personaggi dei sui libri) l'accostamento con il “cantautore maledetto”, ma la vita da strada e l’utilizzo degli alcolici come cura per i mali dell’anima, per anni sono stati per lui una vera e propria scuola randagia.

Figlio di un ex artigliere delle truppe americane, Charles ha solo 3 anni quando la famiglia si trasferisce da Andernach (cittadina tedesca non lontana da Colonia) a Los Angeles, negli Stati Uniti. Qui trascorre l'infanzia costretto dai genitori a un quasi totale isolamento dal mondo esterno. Già si notano i primi segni della sua vena ribelle e di una fragile e confusa vocazione alla scrittura. A sei anni, era un bambino con un carattere già ben formato: schivo e impaurito, escluso dalle partite di baseball giocate sotto casa, irriso per il suo tenue accento teutonico, manifesta chiare difficoltà di inserimento.

A tredici anni inizia a bere e a frequentare una chiassosa banda di teppisti. Nel 1938 Charles Bukowski si diploma senza troppi entusiasmi alla “L.A. High School” e a venti anni abbandona la casa paterna. Inizia così un periodo di vagabondaggio segnato dall'alcol e da una sequenza infinita di lavori saltuari. Bukowski è a New Orleans, a San Francisco, a St.Louis, soggiorna in una pensione-bordello di tagliagole filippini, fa il lavapiatti, il posteggiatore, il facchino, si sveglia sulle panchine dei parchi pubblici, per qualche tempo finisce perfino in galera. E continua a scrivere, a raccontare le sue terribili esperienze ed i mali oscuri che attanagliano la sua anima.

I suoi racconti e le sue poesie trovano spazio su giornali come “Story” ma soprattutto sulle pagine delle riviste underground. Non è infatti una fugace o “poetica” linfa creativa che lo induce a scrivere, ma la rabbia verso la vita, l'amarezza perenne del giusto di fronte ai torti e all'insensibilità degli altri uomini. Le storie di Bukowski sono imperniate su un autobiografismo quasi ossessivo. Il sesso selvaggio, l'alcol, le corse dei cavalli, lo squallore delle vite marginali e, soprattutto, l'ipocrisia del sogno americano sono i temi sui quali vengono intessute infinite variazioni, il tutto grazie ad una scrittura estremamente feroce e corrosiva. Assunto dal Postal Office di Los Angeles e inaugurato un burrascoso rapporto sentimentale con Jane Baker, Bukowski attraversa gli anni '50 e '60 continuando a pubblicare in modo quasi clandestino, soffocato dalla monotonia della vita d'ufficio e minato da eccessi di ogni genere. Nel settembre del 1964 diviene padre di Marina, nata dalla fugace unione con Frances Smith, giovane poetessa. La bambina sarà per molti anni il suo solo punto di stabilità, nonché il suo unico grande amore.

Comincia l'importante collaborazione con il settimanale alternativo “Open City”: le sue velenose colonne verranno raccolte nel volume “Taccuino di un vecchio sporcaccione”, che gli regalerà ampi consensi fra gli ambienti della protesta giovanile. La speranza di poter divenire uno scrittore “full time” gli diede il coraggio di licenziarsi dall'insopportabile ufficio postale all'età di 49 anni (quegli anni sono condensati nel memorabile romanzo “Post Office”). Comincia il periodo dei readings poetici, vissuti come vero e proprio tormento.

Nel 1969, dopo la tragica morte di Jane Baker (stroncata dall'alcol), Bukowski conosce l'uomo destinato a cambiargli la vita: John Martin. Manager di professione e appassionato di letteratura per vocazione, Martin era rimasto fortemente impressionato dalle poesie di Bukowski tanto da proporgli di lasciare l'impiego all'ufficio postale per dedicarsi completamente alla scrittura. Lui si sarebbe occupato della fase organizzativa di tutta l'operazione, provvedendo a versare a Bukowski un assegno periodico quale anticipo sui diritti d'autore e impegnandosi a promuovere e a commercializzare le sue opere. Bukowski accetta la proposta.

Incoraggiato dai buoni risultati ottenuti dalle prime piccole pubblicazioni (stampate in poche centinaia di copie e andate a ruba) John Martin fonda la “Black Sparrow Press”, ripromettendosi di pubblicare tutte le opere di Bukowski. In pochi anni è il successo. Inizialmente i consensi sembrano essere limitati all'Europa, poi la leggenda di “Hank” Bukowski, ultimo scrittore maledetto, sbarca negli Stati Uniti.

Inizia il periodo delle letture poetiche in circoli culturali e università, vissute da Bukowski come un vero e proprio incubo e documentati magnificamente in molti dei suoi racconti. Proprio durante una di queste letture, nel 1976, Bukowski conosce Linda Lee, unica tra le sue molte compagne a mitigarne la vena autodistruttiva, l'unica tra le sue bizzose donne capace di mettere freno alla pericolosa imprevedibilità di Hank. Gli stenti della vita randagia paiono d'altronde ormai terminati: Hank è ricco e universalmente conosciuto come il bizzarro scrittore di “Storie di ordinaria follia”.

Linda gli fa cambiare regime alimentare, gli riduce l'alcol, lo incoraggia a non vivere esclusivamente di notte. Il periodo degli stenti e del vagabondaggio si chiude definitivamente. Gli ultimi anni sono vissuti finalmente in grande serenità. Ma la vena creativa non viene meno. Si ammala di tubercolosi nel 1988, tuttavia, in condizioni fisiche via via più precarie, Bukowski continua a scrivere e a pubblicare. Alle sue opere si ispirano i due registi Marco Ferreri e Barbet Schroeder per altrettante riduzioni cinematografiche. Documentata dalle ormai celeberrime sue ultime parole: “Ti ho dato tante di quelle occasioni che avresti dovuto portarmi via parecchio tempo fa. Vorrei essere sepolto vicino all'ippodromo... per sentire la volata sulla dirittura d'arrivo”, la morte lo colpisce il 9 marzo 1994.

Vi ringrazio tanto per la vostra attenzione.

Un abbraccio, GuruKonk.



Pagina dedicata a Charles Bukowski da Wikipedia


Bibliografia essenziale di Charles Bukowski (edizioni italiane):
Storie di ordinaria follia (1975), Compagno di sbronze (1979), Taccuino di un vecchio porco (1980), Musica per organi caldi (1984), Hollywood Hollywood! (1990), Post Office (1994), Pulp! Una storia del XX secolo (1995), Shakespeare non l'ha mai fatto (1996), Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle (1997)


Nell'immagine: Bukowski ritratto fuori da una chiesa.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

WOW.... che storia affascinante!

Non conoscevo Bukowsky, mi ha fatto proprio piacere leggere questo post!

Un bravo a gurukonk che coglie sempre nel segno!

Anonimo ha detto...

Siiiiiiiiiì!!!!!!! Sono il nuovo preferito di Angie!!!!!!!!

Sono trooooooppo feliceeeee.....

Non temere, gentile damigella Angie, sarai sempre soddisfatta del tuo nuovo gentiluomo!!!!

Anche se sono solo in prova darò il meglio di me per la mia dama!!!!!

Anonimo ha detto...

Sai una cosa gurukonk? Ho trovato il tuo blog grazie al fatto che nel tuo profilo hai inserito il nome di Charles Bukowski!

Anche io sono un fan del grande immenso inarrivabile Hank!

Tra l'altro devo dire che il post che hai pubblicato è davvero ben fatto!

Qual'è la tua raccolta preferita? Io adoro "Storie d'ordinaria follia"!

Ciao!

GuruKonK ha detto...

Grande Max!!!

Ero convinto che tra i lettori del blog non ci fossero dei fan di Bukowski!!! Che bella sorpresa!!!

"Storie d'ordinaria follia" è molto bello però io preferisco "Compagno di sbronze"!!!
Il racconto dal titolo "il demonio" è stato un autentico pugno nello stomaco e mi ha aperto davanti agli occhi un nuovo universo narrativo che fino a quel momento mi era precluso!!!

Mi raccomando, sii gentile con la mia sorellina... capito?!?

Bye bye...

Anonimo ha detto...

Angie mi ha scaricato senza ritegno, sono depresso... Prendo dei sonori 2 di picche anche sul mio blog preferito.... E' una bella tragedia se ci pensate....

Cercherò di farmi coraggio, spero di riuscire a superare questa brutta delusione...

;-)

Bukowski non mi piace tantissimo ma devo proprio ammettere che la storia della sua vita vale la pena di essere conosciuta! Tra l'altro, e sono sicuro che gurukonk lo sa già, hanno girato un bel film con Matt Dillon basato su una parte della vita di Buko. Credo che il titolo fosse 'Facttotum'. Io non l'ho ancora visto ma ne ho sentito parlare davvero molto bene!

Anonimo ha detto...

Suvvia AJ non devi deprimerti! Guarda che Randy è ancora in prova, se non si dimostrerà un vero gentleman potrei rimuoverlo dall'incarico....

:-)))))))))))

Ciiiiaaaaaaaooooooooooo.......

Anonimo ha detto...

ehi ehi ehi ehi ehi.......

Angie non continuare a farmi pesare di essere in prova!

Guarda che se continui così verrò assalito dall'ansia da prestazione........ Sarebbe orribile!!!!!

Anonimo ha detto...

Su su... smettila di lamentarti.... Un vero gentleman se ne sta tranquillo finché la dama in questione (in questo caso io!) non richiede i suoi servigi!

;-)))))))

Un bacione a tuttiiiiii........

Anonimo ha detto...

........ a proposito di Bukowski, visto il film Factotum??? Bravissimo Matt Dillon, vero????????????

Mary

Anonimo ha detto...

'uccio mi chiedevo infatti come mai non avevi ancora parlato di lui...

saluti a tutti...e un benvenuto a Mary...Angie vediamo di stare attente...c'é una nuova fanciulla...eheheh...

:-)

Anonimo ha detto...

tranquille signore, mary è solo l'alter ego di Cloppete79, visti i problemi con la buoncostume...

ciao ciao Clppt79

Anonimo ha detto...

ah ah ah ah!!! gh gh...truffaldino!!!