lunedì 29 dicembre 2008

Cara Italia, dove vai?


Un affettuoso saluto a tutti gli amici del Blog. Mi scuso se per qualche giorno non ho aggiornato queste pagine ma, come avrete di certo intuito, gli “impegni festivi” mi hanno tenuto un po’ lontano dal mouse e dalla tastiera. Oggi mi sono impegnato per recuperate il tempo perduto e ho letto con attenzione molti siti di informazione alternativa e molti Blog. Sono stato particolarmente colpito da un Post pubblicato da Beppe Grillo il 27 dicembre scorso, intitolato “La riforma delle riforme”. A mio parere si tratta più che altro dello sfogo di un uomo innamorato del proprio Paese. Un uomo che assiste alla deriva morale ed economica dell’Italia, e che soffre nell’impotenza di non poter far nulla per impedirne la degenerazione.

Ho deciso di pubblicarlo nella sua interezza e senza alcuna modifica (esclusi i link, naturalmente). Spero davvero che lo troverete interessante.


La riforma delle riforme
di Beppe Grillo

«Lo psiconano ha detto che "il 2009 per quanto mi riguarda sarà terribile". Ha affermato che le priorità assolute del Governo per fare uscire il Paese dalla crisi saranno la "Riforma della giustizia e la legge sulle intercettazioni". I disoccupati possono dormire tranquilli. Se telefonano alla moglie avranno la sicurezza di non essere intercettati. E anche gli occupati, sempre meno, non devono avere preoccupazioni. Se un amministratore pubblico, pagato dal loro IRPEF, ruba non finirà in galera. Di fronte a un'Italia impoverita, con una previsione di due milioni di disoccupati in più, le parole dello psiconano sono come l'orchestra che accompagnava gli ebrei alle camere a gas a Auschwitz. Questo Governo, dal suo insediamento la scorsa primavera, ha avuto un'unica priorità: evitare a tutti i costi che i politici finiscano in galera, a partire dal presidente del Consiglio. Il lodo Alfano è stato una pietra tombale sulla democrazia. Quattro persone in Italia sono più uguali delle altre. Dei processi a carico di David Mills e Bassolino si occupano solo i giudici, l'informazione di regime è assente.

Lo psiconano ha ricordato che lui "si trova per la terza volta, ed è un record assoluto, a essere presidente del G8 e del G14". Un'affermazione che dovrebbe farci riflettere. Se uno come lui arriva a un record del genere come nostro rappresentante non ci sono televisioni controllate che tengano. Il problema siamo noi. La nostra ignavia. Questa Italia non è mai nata, non ha un corpo e neppure un'anima. E' uno zombie dominato da mafie, massoneria e criminalità politica. Ha avuto qualche sussulto con le lotte partigiane, con Falcone e Borsellino, con Ambrosoli e Livatino. Ma sono stati casi isolati. Le eccezioni che confermano la regola. Da sempre chi non si è rassegnato e si è opposto al regime è stato isolato o ucciso, spesso isolato per essere ucciso.

Una finta democrazia non è più sufficiente a chi sta attuando in modo scientifico i piani della loggia P2. Ora vuole una vera dittatura. Li abbiamo sottovalutati, credevamo che avessero un limite. Non lo hanno. Sono i nostri dipendenti e sono diventati i nostri padroni. Dei cialtroni, ma con un immenso istinto di sopravvivenza, il loro per il momento è più forte del nostro. Ci tengono ancora in coma mediatico assistito grazie ai giornali (finanziati da noi) e all'occupazione delle televisioni.

Il risveglio sarà duro e quando Testa d'Afalto dice "il 2009 PER QUANTO MI RIGUARDA sarà terribile", forse pensa a sé stesso. Il 16 dicembre 1944 Mussolini si recò al Teatro Lirico a Milano. L'Italia era distrutta dalla guerra a causa sua, ma i milanesi gli riservarono un'accoglienza trionfale. Pochi mesi dopo a Piazzale Loreto avevano cambiato idea.

Una sola riforma è necessaria in Italia: la Riforma della Politica. I nostri rappresentanti non possono essere al di sopra della legge. In Commissione al Senato sono ferme da mesi le firme di 350.000 italiani onesti per la legge popolare Parlamento Pulito. Non vengono prese in esame da Vizzini, il presidente della Commissione, del PDL. Il suo capo non lo permette. Il PDmenoElle dei D'Alema e di “Cicciolino” Veltroni neppure.

Ogni tanto ci penso e non capisco. Perché proprio a noi? Di quale delitto ci siamo macchiati come popolo per avere dei politici di questo livello? E per quanto ancora?

Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.»

Beppe Grillo


Spero che abbiate trovato interessante questo Post di Beppe Grillo. Molte delle cose raccontate dal comico genovese mi hanno un po’ infastidito. Perché? Perché so che sono vere. Lui chiude lo scritto con un invito a non mollare, ma io mi chiedo a che scopo. Questi politici hanno dalla loro parte un potere mediatico smisurato, in grado di condizionare i sentimenti dell’opinione pubblica. Non mi riferisco solo a Berlusconi (anche se del sistema attuale è sia il principale fautore che il maggior beneficiario) mi riferisco pure a gran parte dell’opposizione, invischiata anch’essa nel marasma generale della corruzione e della conseguente putrefazione dell’etica politica.

E allora, cosa si può fare? Io non lo so più, ditemelo voi.

GuruKonK



Fonte: il blog di Beppe Grillo



Nell’immagine: il premier italiano Silvio Berlusconi stringe la mano al “leader dell’opposizione” Walter Veltroni (in quel momento sindaco di Roma).

domenica 21 dicembre 2008

La salute è uguale per tutti


Come alcuni di voi avranno letto nella sezione commenti del Post intitolato “Africa: la rivoluzione di Nerica”, la nostra amica Susanna mi ha invitato ad aderire a un appello importante, chiamato “La salute è uguale per tutti” e promosso dalla segreteria provinciale di Modena della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Mi sono informato ed ho subito capito che non potevo non accogliere e sottoscrivere con convinzione l’invito di Susanna.

L’articolo 32 della Costituzione Italiana sancisce come diritto fondamentale dell'individuo la facoltà della tutela della salute e garantisce agli indigenti il diritto alle cure gratuite, anche nell'interesse della collettività. Questo significa che chi è ammalato deve essere curato, indipendente dal proprio status sociale, dalla nazionalità o dalla capacità economica, in modo da preservare l’interesse globale della salute pubblica.

Inoltre il Disegno di Legge 286 del 1998, all’articolo 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali anche agli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), privi di permesso di soggiorno e/o privi di risorse economiche.

Quindi, vi chiederete dove sta il problema, giusto? Vi lo spiego subito. Purtroppo una delegazione di senatori della Lega Nord ha inoltrato un emendamento «per chiedere di abolire le cure urgenti, essenziali e gratuite agli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale e privi di risorse economiche».

Naturalmente, per un medico (in questo caso un pediatra) curare i poveri e gli indigenti, soprattutto se bambini, è un dovere deontologico e morale, ma è pure un imperativo etico per un paese civile. Per questo la Federazione Italiana Medici Pediatri chiede di non cancellare con un semplice decreto un fondamentale diritto costituzionale.

Per sottoscrivere questo appello dovete solo riempire il “form” che troverete a questo link:

http://appelli.arcoiris.tv/salute

Non voglio scadere nella retorica e nello svenevole, ma siamo in periodo di festività natalizie e il minimo che possiamo fare è ribadire con forza che la salute è un fondamentale diritto di tutti!

GuruKonK



Nell’immagine: una delle molte iniziative per la salute dei più piccoli.

venerdì 19 dicembre 2008

Africa: la rivoluzione di Nerica


Grazie al Nerica, acronimo di “New Rice for Africa” (nuovo riso per l'Africa), ridurre la fame e la povertà e risparmiare 79 milioni di euro l’anno in importazioni, che soddisfano oltre il 45% del fabbisogno di riso del continente africano, è un obiettivo possibile! È quanto ha detto il presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, in un messaggio letto dal segretario di governo Ufot Ekaette in apertura della sessione straordinaria del Consiglio dell’Associazione di Ricerca Intergovernativa (Warda) nella capitale Abuja.

Ideato nel 1996 dal Dr. Monty Jones, uno scienziato sierraleonese, il Nerica nasce dalla combinazione di due varietà di riso (quella asiatica più prolifica e quella africana più resistente a climi e suoli aridi) ottenuta grazie a biotecnologie naturali (incroci e selezioni) e senza utilizzare procedimenti di mutazione a livello genetico. Un riso nato in Africa che si è adattato perfettamente al clima della regione sub-sahariana dove l’irrigazione è particolarmente difficile.

I ricercatori ivoriani lo chiamano “il riso prodigioso” perché non solo produce dal 25% al 50% in più rispetto al riso tradizionale ma resiste anche a siccità, malattie tropicali e parassiti, oltre ad essere particolarmente gradito ai consumatori per il suo gustoso sapore.

Considerato l’enorme potenziale del Nerica, il presidente nigeriano ha esortato i ricercatori a impegnarsi per incrementare la produzione di riso, contribuendo così a raggiungere il 1 degli 8 obiettivi del millennio (MDG), volto a dimezzare la fame e ridurre la povertà, salvaguardando al contempo le risorse naturali, compresa la biodiversità. Nel suo messaggio ha inoltre ricordato che «la produzione non soddisfa il consumo e i costi delle importazioni sono divenuti davvero insostenbili ma il Nerica potrebbe essere una risposta a problemi economici, sociali e umanitari».

Insomma, le proprietà e le potenzialità di questo “riso prodigioso” sembrano sinceramente sorprendenti ed esiste la concreta possibilità che il Nerica possa cambiare in meglio la vita di milioni di persone.

Il sito web “Peace Reporter” aveva pubblicato già nel 2004 un interessante articolo di Pablo Trincia intitolato “La rivoluzione del riso. Vi consiglio di leggerlo, sono ceto che lo troverete davvero molto interessante.

Per oggi è tutto. Vi ringrazio per di cuore per l’affetto che continuate a dimostrare verso questo nostro piccolo Blog e vi do appuntamento a presto per discutere insieme di un nuovo argomento!

GuruKonK



Fonti: sito web di “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” e di “Peace Reporter”.



Nell’immagine: due ricercatori africani in un campo di “Nerica”.

mercoledì 17 dicembre 2008

Sesso con una 12enne: 4 anni


Un caro saluto a tutti gli amici del Blog. Ecco a voi una storia che farà sicuramente discutere per l’entità della condanna ma non solo: lui, 50enne di Lucca, vedovo e con due figli, conosce lei, 12 anni, residente a La Spezia insieme alla mamma. Come riporta il quotidiano “La Nazione”: «La bambina, che ha sofferto la mancanza del padre, si è attaccata a questo uomo molto più grande di lei e tra i due è nata una relazione che li ha portati a frequentarsi con una certa intensità. L’uomo, infatti, passava a prenderla con l’auto e la portava a Massarosa, dove viveva. Qui avvenivano gli incontri amorosi e, stando a quanto emerso dalle indagini, la coppia aveva anche in programma un figlio.»

La madre di lei dopo qualche tempo viene a conoscenza della situazione e denuncia l’uomo, che è stato arrestato per violenza sessuale e sottrazione di minore e messo agli arresti domiciliari. Ad onor del vero, la ragazza ha sempre dichiarato di essere consenziente e di non essere stata forzata dall’uomo ad avere rapporti intimi. Tuttavia (e giustamente) negli eventi che coinvolgono i minori di 14 anni la legge italiana considera in ogni caso l’atto come una vera e propria violenza carnale.

L’uomo, in una sorta di depravata rivisitazione di un misto tra “Romeo e Giulietta” e “Lolita”, non accetta di stare lontano dalla sua “amata” e decide comunque di andare a far visita alla 12enne, che nel frattempo era stata trasferita in un istituto, violando così l’obbligo di dimora.

Il 50enne è stato nuovamente arrestato e nella giornata di ieri è stato condannato, con rito abbreviato, a scontare 4 anni e 8 mesi di reclusione e a corrispondere una somma di 50’000 euro come risarcimento nei confronti della giovane.

GuruKonK



Fonti: “La Repubblica”, “La Nazione” e “CrimeBlog” (grande sito!).



Nell’immagine: Sue Lyon in “Lolita”, film di Stanley Kubrick del 1962 tratto dal celebre e scandaloso romanzo scritto da Vladimir Nabokov nel 1955.

lunedì 15 dicembre 2008

Baghdad: scarpe contro Bush!


Si è conclusa poco fa a Sadr City, sobborgo sciita di Baghdad, una manifestazione in solidarietà per Montazer al-Zaidi, famoso giornalista della TV 'al-Baghdadiyà, arrestato ieri dopo aver tirato le proprie scarpe contro il presidente americano George W. Bush durante la conferenza stampa con il premier Nuri al-Maliki. Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa irachena “Voci dell'Iraq”, i manifestanti hanno invocato l'immediata scarcerazione del giornalista in un corteo che è partito dal quartiere sciita per giungere fino a Piazza del Paradiso, nel cuore della capitale irachena.

Tra i manifestanti c'erano soprattutto seguaci dell'Imam sciita, Moqtada al-Sadr, che hanno intonato slogan in cui si definiva “un eroe del popolo e della nazione” il giornalista arrestato. In nome della democrazia e della libertà d'opinione, la stessa emittente al-Baghdadiya ha chiesto alle autorità irachene di rilasciarlo.

Più di 200 avvocati iracheni e di altri Paesi sono pronti a difendere, a titolo gratuito, Muntazer al-Zaidi”, il giornalista in carcere dopo che ha lanciato le proprie scarpe contro il presidente americano George W. Bush, lo ha affermato Khalil al-Dulaymi, ex avvocato del defunto presidente iracheno Saddam Hussein.

Raggiunto telefonicamente ad Amman dal noto network Al-Jazira, Dulaymi ha precisato che “assieme ad oltre 200 avvocati iracheni e di altri Paesi mi sono offerto di difendere gratuitamente il nostro eroe Muntazer al-Zaidi!”.

La nostra linea difensiva” ha aggiunto l'avvocato “si baserà sul principio che gli Stati Uniti occupano l'Iraq militarmente e illegalmente, e che quindi ogni forma di resistenza è legittima, compreso il lancio delle scarpe”.

Al-Zaidi, sciita di 28 anni, è uno dei più famosi giornalisti del canale televisivo al-Baghdadiya, che trasmette dal Cairo, ed è noto per le sue posizioni contrarie alla presenza militare americana in Iraq.

Da ieri sera in custodia cautelare, al-Zaidi attende ora la fine dell'inchiesta e l'apertura del processo. Secondo alcuni esperti legali rischia una pena compresa dai due ai sette anni di carcere, ma potrebbe anche esser rilasciato dopo il pagamento di una multa. Dipende tutto, ovviamente, dal capo d’accusa che gli verrà imputato.

Da parte mia non posso che provare una certa simpatia per il coraggio dimostrato da al-Zaidi. In un mondo nel quale i giornalisti hanno paura ad esprimersi liberamente per non irritare il potente di turno, il fervore con cui al-Zaidi ha manifestato le proprie idee dovrebbe essere preso ad esempio da molti suoi colleghi...

Con affetto, GuruKonK.



Fonte della notizia: siti web dei quotidiani “Il Messaggero”, “La Stampa” e “Il Tempo”.



Nell’immagine si può notare la grinta con la quale il giornalista al-Zaidi espone le proprie idee al presidente americano George W. Bush…

giovedì 11 dicembre 2008

CCPI '09: nessun vincitore


Il 2012 si avvicina, e con esso si allontana sempre più la speranza di centrare gli obiettivi del “Protocollo di Kyoto”. Ad accertarlo è il “Climate Change Performance Index” (CCPI) del “German Watch” che classifica annualmente i 57 paesi maggiori produttori di CO2, ovvero quelle nazioni che insieme producono il 90% delle emissioni inquinanti. Quest’anno, per la prima volta dalla sua istituzione, il podio dell’indice rimane vuoto e questo perché, secondo le valutazioni del “German Watch”, nessuna nazione è ancora riuscita a imboccare la strada giusta per mantenere l’aumento della temperatura terrestre sotto i 2 gradi entro il 2050 rispetto ai livelli registrati nel 1990.

Non hanno quindi da gioire Svezia, Germania e Francia, piazzatesi rispettivamente al quarto, quinto e sesto posto, ma sicuramente hanno davvero da piangere gli ormai storici fanalini di coda: Stati Uniti, Canada e Arabia Saudita. Se infatti le prime della classe fanno molto, ma non abbastanza, il dramma di chi sta in fondo alla classifica è che non solo non hanno fatto nulla, ma sembrano non avere intenzione di fare niente neppure in un futuro prossimo, pur avendone tutte le possibilità e soprattutto le necessità.

Il giudizio sulla politica climatica messa in atto dalle singole nazioni risulta, infatti, uno dei 3 parametri utilizzati nella compilazione della classifica, ed è così che la Repubblica Koreana (grazie ad una politica sempre più attenta all’ambiente) passa dal 53esimo posto dell’anno scorso al 41esimo di quest’anno, tre posti sopra l’Italia...

Già, purtroppo l’Italia si trova nella parte medio bassa della classifica, in una zona divenuto purtroppo usuale; infatti il 44esimo posto di quest’anno equivale al 41esimo dell’anno scorso, se teniamo conto del podio vuoto che ha fatto scivolare ogni nazione in basso di 3 posizioni.

Teniamo!”, potrebbe dire qualche inguaribile ottimista, “coliamo sempre più a picco” si potrebbe invece affermare considerando l’andamento degli ultimi tre anni in cui l’Italia ha perso ben 13 posizioni.

Secondo molti esperti internazionali tutto ciò era inevitabile. Lo stato italiano non ha mai messo mano alla costruzione di una politica ambientale organica capace di incidere a qualunque livello sulle emissioni di CO2 prodotte nel paese e questo si riscontra in maniera evidente nelle valutazioni del “German Watch” in cui il giudizio sulla politica climatica è il più basso insieme a quello di Stati Uniti e del Canada; persino stati africani come Marocco (20° in classifica generale) e Algeria (26°), o mediorientali come l’Iran (39°), hanno politiche climatiche più efficaci, ma prima di tutto hanno una politica climatica. Esatto: l’Italia non ce l’ha ancora.

Sempre secondo gli esperti, le cose potrebbero pure peggiorare. La staticità della posizione italiana nella classifica 2009. è dovuta infatti alle pochissime misure ambientali adottate in questi anni. Tra queste il “conto energia per il fotovoltaico” (grazie al quale il cittadino che decide di installare pannelli solari viene rimborsato del suo investimento) e gli incentivi del 55% per l’efficienza energetica degli immobili.

Purtroppo le dichiarazioni di questi giorni del ministro dell’economia Giulio Tremonti, ci fanno chiaramente capire che queste isolate disposizioni saranno molto probabilmente rimosse già a partire dal prossimo anno!

Non fosse sufficiente, ci ha pensato il premier Berlusconi a polemizzare e minacciare veti (solo politici, dato che il diritto di veto non è di pertinenza del Primo Ministro...) sull’approvazione del pacchetto clima europeo “20-20-20, aiutandoci a capire ancora più chiaramente l’orizzonte culturale in cui l’Italia si muove rispetto al clima.

Indipendentemente da come si risolverà la questione, pare infatti evidente come ancora una volta l’Italia si dimostri scarsamente lungimirante, preferendo la protezione di interessi economici particolari (che tra l’altro saranno tutti da valutare!) rispetto ad un tema centrale per l’ambiente e l’economia, come quello della lotta al riscaldamento climatico.

Di questo passo saranno sufficienti 3 o 4 anni a portare l’Italia nei bassissimi fondi del “CCPI”. Serve un radicale cambio di rotta, e serve subito.

Prima di concludere vi segnalo il link con il quale accedere al “Climate Change Performance Index 2009”. Alla pagina 6 potrete accedere alla classifica, dagli stati più virtuosi (come Svezia, Germania, Francia e India) agli stati più viziosi (come Kazakhstan, USA, Canada e Arabia Saudita). Di seguito troverete inserito anche un link per poter visionare l’ormai fantomatico “Protocollo di Kyoto”.

- Rapporto 2009 “CCPI” (formato PDF)

- Protocollo di Kyoto (in italiano, formato PDF)


Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che avete anche oggi dedicato a questo Blog e vi do appuntamento a presto per un nuovo tema da affrontare insieme.

Con affetto, GuruKonK.



Fonti: sito web di “Quale Energia”, sito web del “Ministero dell’economia” e sito web di “Terranauta” (in particolare l’ottimo Post scritto da A.Boretti).



Nell’immagine: una splendida visione del nostro pianeta.

lunedì 8 dicembre 2008

Il Mystico Giudizio no. 25


Che sorpresa questo film! Sarcastico, sovversivo! Ben girato, ben recitato… imprevedibile! La buona riuscita di “Zombie Strippers” si fonda su un concetto curioso. Ovvero quello di creare una pellicola originale, infarcendola di luoghi comuni. Un paradosso? No, anzi… Se l’ammucchiata di cliché e banalità avviene con un certo criterio, il risultato può essere addirittura geniale. Ai realizzatori di “Zombie Strippers” questo esercizio è riuscito davvero bene. La locandina di questo film non gli rende giustizia, perché lo fa apparire come un comunissimo horror movie di serie B, quando invece non può essere considerato né un film dell’orrore né uno di serie B. Ma in fondo, se un’ammucchiata di cliché deve essere, che lo sia in tutto e per tutto, senza eccezioni, quindi già a partire dalla locandina.

Scritto e diretto da Jay Lee, “Zombie Stippers” si svolge quasi interamente all’interno di un locale di spogliarelli. L’intero film in fondo non è altro che la storia di ciò che accade una volta che il virus dei “morti viventi” si diffonde al suo interno. Già, perché c’è chi, confrontato con questa terribile invasione di zombie, pensa di farci attorno un bel gruzzoletto. Il padrone del locale, interpretato dall’attore Robert Englund (il volto e il corpo del leggendario Freddy Krueger nei film della serie Nightmare), si rende conto che la morte attribuisce alle sue spogliarelliste un potenziale erotico ancora maggiore. Da morte sono ancora più piccanti e il pubblico le adora. Tutto dunque gira attorno alle vicende del night e dei suoi frequentatori. Il resto viene spiegato in un’introduzione di una ventina di minuti: il virus che trasforma gli uomini in zombie è stato inventato a fini militari, è stato creato negli stabilimenti della compagnia “Dabel Iù” (W in inglese) di proprietà di Bush e compagni di merenda. Insomma, la gente muore e possiamo dire che è tutta colpa di Bush, (ma guarda un po’… un altro cliché?). Questa parte introduttiva del film ,che vola ad un ritmo incalzante e la cui ironia risulta alquanto brillante, ci presenta anche gli “eroi” cui è affidata la salvezza degli Stati Uniti: una squadra di militari scelti che sul curriculum vanta, tra le ultime missioni, una vittoria in battaglia niente meno che contro Satana e le forze del male! Not bad...

La scanzonata e densa introduzione del film, permette al pubblico di entrare in sintonia con la linea comica degli autori per poi comprendere e apprezzare le successive scelte, prima fra tutte: la raffica di luoghi comuni che regge quasi ogni dialogo del film. E’ una costante accozzaglia di frasi fatte, tanto che nei rari momenti in cui si sentono dire frasi sensate e davvero profonde, queste assumono un’importanza notevole. Il regista ne approfitta per far passare determinati messaggi...

Zombie Strippers” prende per i fondelli gli eroi americani, i suoi soldati invincibili e ottusi, i guerrafondai, gli appassionati di armi della “National Rifle Association” e naturalmente l’amministrazione Bush. Deride le spogliarelliste orgogliose e rifatte, deride i loro papponi privi di scrupoli, deride gli ingenui che durante la notte si gongolano nei locali a luci rosse gettando banconote da 20 dollari come pioggia sui corpi di quelle ragazze, pronti magari ad innamorarsi appena una di loro gli dedica uno sguardo. Poi c’è una ragazza sensibile che si distingue da tutte quelle fredde tette al silicone. E’ figlia di contadini, struccata, naturale e pulita come il sapone. E’ cattolica. E’ ingenua. Ma sua nonna ha bisogno di soldi per un’importante operazione e lei si sacrifica per la causa, offrendo il suo corpo sull’altare della “lap dance”, sigh… E avanti con i luoghi comuni del cinema!

Zombie Strippers” prende in giro ogni cosa che viene fatta o vissuta senza un briciolo di intelligenza e senza spirito critico: poco importa se la pace o la guerra, il sesso a pagamento o la verginità... Non è un film moralista, non mette in evidenza l’assenza di valori bensì la più totale assenza della ragione: la facoltà di pensare liberamente. Tutti i protagonisti di questo film fanno e si fanno del male perché sono complici di una totale incapacità di analisi; si limitano ad agire. Fanno e basta, in funzione di conclusioni affrettate e superficiali, poco importa se quelle di una spogliarellista interessata unicamente al suo aspetto fisico o quelle di un sergente dell’esercito che mette a disposizione la sua vita per salvare il mondo. Li rende uguali il fatto che agiscono entrambi per inerzia. Non pensano. E il regista ce li dà in pasto...

E’ un concentrato di luoghi comuni, talmente ben utilizzati da risultare nel complesso tutt’altro che comuni e, anzi, addirittura geniali. I personaggi rispecchiano perfettamente gli stereotipi del cinema: soprattutto la squadra speciale dell’esercito chiamata a far fronte all’invasione degli zombie. Ricalcano perfettamente l’immagine degli eroi in divisa grigioverde che abbiamo guardato combattere (e vincere) in decine di film d’azione; e i loro discorsi sembrano tratti da un collage delle scene più patriottiche ed eroiche viste nei film degli ultimi 20 anni (frasi tipo “Oggi è un buon giorno per morire”).

Il Mystico Giudizio: Sono certo che chi ha guardato e amato “Team America” saprà gustarsi anche questo film.

MysteXX



Nell’immagine: un’espressione ironica del leggendario attore Robert Englund.

giovedì 4 dicembre 2008

Iraq: il grande imbroglio di Bush


Il recente “mea culpa” del presidente USA è stato solo l'ultimo passo: “L'Iraq è stato un errore”. Bush l'aveva già capito da tempo. Da quando ha iniziato a modificare, aggiustare e cancellare alcuni comunicati stampa veicolati ai media e, quindi, al mondo relativi alla guerra. La denuncia è di due ricercatori americani del “Cline Center for Democracy” dell'università dell'Illinois, che hanno analizzato nel dettaglio uno a uno i vari testi, scoprendo che erano stati corretti per ragioni di bieca opportunità politica.

Attraverso l’affidabile “Internet Archive”, il più grande archivio mondiale dei siti web (gestito da un'organizzazione no-profit fondata nel 1996 a San Francisco), i due ricercatori sono riusciti a risalire a cinque documenti ufficiali. A distanza di anni, solo tre di questi cinque documenti, con l'elenco dei Paesi a favore della guerra in Iraq, possono essere ancora consultati tramite il sito della Casa Bianca. Gli altri due sono stati cancellati tra il 2003 e il 2006. Quando si è cambiato il testo, non si è provveduto a correggere la data di pubblicazione del comunicato, per far sembrare il tutto più naturale possibile.

In uno dei comunicati cancellati, Bush rendeva noto l'elenco dei Paesi che lo sostenevano nell'invasione dell'Iraq (vedo box: documento 1). Si tratta di un documento del 27 marzo 2003: vi compaiono 49 nazioni. Peccato che, hanno scoperto i ricercatori, in quel periodo gli Stati che appoggiavano l'America erano 45.

Un altro esempio è quello che riguarda il documento datato 21 marzo 2003: nella lista ci sono 46 nazioni, inclusa l'America (vedo box: documento 2). Il mese seguente, però, questa lista viene corretta: vengono aggiunti l'Angola e l'Ucraina, portando il totale a 48. La data del comunicato stampa resta invariata (21 marzo), e nessuno spiega che quel testo è stato cambiato. Quella lista resta visibile per più di due anni, ma poi sparisce. Anche se il “link” non viene cancellato.

Nel comunicato del 13 aprile 2003 (vedi box: documento 3) tra i paesi della coalizione si aggiunge lo stato di Tonga. Ma poi sparisce e ricompare solo nel novembre 2004 con una importante modifica. Il correttore stavolta ha eliminato il Costa Rica: lo Stato, infatti, aveva fatto notare di non essere mai stato a favore della guerra in Iraq, chiedendo di essere rimosso dalla cosiddetta “coalizione dei volenterosi”.

A oggi, spiegano i ricercatori del “Cline Center for Democracy”, non c'è un singolo documento nell'archivio ufficiale della Casa bianca che faccia riferimento al dato reale (e storicamente affidabile) di 46 Paesi favorevoli alla guerra in Iraq. Solo il sito “Archive.org” conserva il comunicato con questo dato (vedi box: documento 4). Un'operazione di “sbianchettatura” che ha permesso a Bush di riscrivere, in parte, la storia.

Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che, anche oggi, avete dedicato a questo Blog. Prima di concludere ho una domanda: vi siete mai chiesti come i grandi leader preparano una guerra? Indipendentemente dalla risposta, vi invito a cliccare su questo link. Troverete il testo integrale (in italiano) della conversazione intercorsa il 22 febbraio 2003 tra George W. Bush e l’allora premier spagnolo Josè Maria Aznar.


Con questo è davvero tutto.

A presto, GuruKonK.



Box News:
a) documento 1
b) documento 2
c) documento 3
d) documento 4



Dati della notizia e informazioni: sito web di “Affari Italiani” (grazie per il vostro ottimo lavoro!).



Nell’immagine: George W. Bush durante un incontro al vertice...


martedì 2 dicembre 2008

Omosessualità: l'ipocrisia del Vaticano


Una volta di più questa amministrazione vaticana ha segnato una linea chiara di separazione tra le dichiarazioni d’intenti e la cruda realtà dei fatti. Ecco una breve lezione di ipocrisia d’oltretevere. Nonostante il Vaticano abbia fatto, soprattutto negli ultimi tempi, una forte campagna mediatica per l’abolizione della pena di morte, bontà loro, perfino per quegli omosessuali che ogni giorno, nei Paesi islamici rischiano la vita a causa della legge coranica, l'osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore, ha pensato fosse opportuno bocciare il progetto di dichiarazione che la Francia intende presentare a nome dell'Unione europea all'ONU per la depenalizzazione universale dell'omosessualità. Questo perché, anche se non tutti ne sono coscienti, in molti Stati del mondo l’essere gay rappresenta ancora un reato penale.

«Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi» sostiene mons. Migliore «si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni». Come dire che l’abolizione dell’apartheid discrimina chi vuol sedersi negli autobus al posto dei neri, o che il processo di Norimberga discrimina chi ancora oggi odia gli ebrei. Un’assurdità bella e buona, ma la cosa che più mi irrita è che le parole di monsignor Migliore sono un chiaro ed evidente insulto alla nostra intelligenza!

E’ opinione di questo signore, e di quel fenomeno di Maurizio Lupi che gli fa il verso, è che la galera per gli omosessuali sia giustificata dal fastidio che (eliminata per sempre la rilevanza penale dell’omosessualità da tutti i Paesi) certe pressioni politiche esterne potrebbero arrecare agli Stati che non riuscissero a levare l’ancora dal Medioevo! Qual è il problema? Se una nazione non vorrà accettare le unioni registrate sarà libera di farlo, ma monsignor Migliore dice chiaramente che, per non dover fare i conti con la democrazia, preferisce che per omosessualità si possa essere puniti dalla legge!

Per il momento nessun commento dalla delegazione italiana all’ONU, che pure ha sottoscritto la richiesta francese. Poco conta evidentemente che in 91 Paesi siano previste sanzioni restrittive della libertà e torture, e che in 10 Paesi sia perfino contemplata la pena capitale, regolarmente comminata ed eseguita contro migliaia di omosessuali ogni anno!

Oltretutto il Vaticano non fa parte del consesso delle Nazioni Unite in quanto non ha mai sottoscritto la “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo”. Certo ciò scandalizza ben poco in confronto a certe prese di posizione, non ultima la condanna dell’uso del preservativo nelle comunità africane in cui l’AIDS miete vittime su vittime, contribuendo a un vero e proprio genocidio che fa apparire come una goliardata il furore islamico contro i gay...

Silenzio assordante da parte delle voci ufficiali della istituzioni italiane, se non consideriamo il grugnire di qualche cane da guardia della curia, che preferisco non citare. Sarà interessante osservare se mai si svilupperà un vero dibattito sull’argomento o se i mass media tradizionali semplicemente glisseranno sulla materia (sulla Rete, invece, la discussione è come sempre ben articolata e stimolante). Altrettanto interessante sarà osservare il comportamento degli altri Stati Europei, prima di tutti la Francia promotrice del progetto e le eventuali ricadute sulla politica interna. Comunque devo dire che ho sempre trovato piuttosto antipatico il Presidente transalpino Nicholas Sarkozy, ma devo ammettere che con i fatti ha più volte dimostrato uno spessore da grande uomo di Stato.

Navigando sul Web in cerca di informazioni per il Post odierno, sono finito sulle pagine di “Gay News”, come suggerisce il nome stesso si tratta di un giornale d’informazione sull’omosessualità. Su questo argomento ho trovato molto materiale interessante, ma soprattutto un brillante articolo scritto da Michele Serra per “La Repubblica”. Per arricchire il dibattito ho pensato di proporvelo nella versione integrale; sono sicuro che lo troverete piacevole e stimolante.


L’ossessione del peccato
di Michele Serra

Poiché in quasi metà degli Stati del pianeta (91 secondo l´Arcigay) l´omosessualità è un reato, punibile in 19 paesi anche con la morte; e poiché perseguire per legge le attitudini sessuali è una evidente mostruosità, la delegazione francese all´Onu ha proposto la “depenalizzazione universale dell´omosessualità”.

Una di quelle nobili formule retoriche di non evidente e immediata applicazione, comunque utili per richiamare all’attenzione del mondo almeno qualcuno dei tanti orrori e soprusi in corso. Si rimane dunque di stucco leggendo che monsignor Celestino Migliore, osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite, si è pronunciato contro la proposta francese. Portando controdeduzioni così causidiche, e così stravaganti, da dovere essere rilette almeno tre o quattro volte nel timore di non avere capito bene. Monsignor Migliore sostiene infatti che un eventuale pronunciamento sulla depenalizzazione dell’omosessualità, imponendo o suggerendo “agli Stati di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, creerebbe nuove e implacabili discriminazioni, per esempio mettendo alla gogna gli Stati che non riconoscono il matrimonio tra persone dello stesso sesso”.

Vale a dire, sempre che il pensiero del monsignore sia decifrabile: se si comincia col salvare dal capestro un omosessuale, il rischio è che la mania modernista dei “diritti” faccia il suo subdolo corso e arrivi a fare pressione sugli Stati omofobi affinché accettino i nostri costumi relativisti, e “sfascia-famiglie”. Un volo pindarico del genere, che trasforma la discussione su un abominio in un predellino dal quale spiccare il volo per preservare dalla depravazione occidentale i rudi ma rispettabili costumi delle società patriarcali e omicide (o omocide), è davvero impressionante. Il nesso tra la salvezza degli omosessuali dalla forca o dalla lapidazione o dalla galera, e il “matrimonio tra persone dello stesso sesso”, è ovviamente inesistente. Oppure, può venire in mente solo a chi anteponga brutalmente una propria ossessione dogmatica alle urgenze umane, al sangue e al dolore delle persone perseguitate. E dunque sia disposto a confondere il più elementare diritto alla vita e alla libertà con un grimaldello buono per scassinare i costumi timorati, e le tradizioni solide.

Spiace dirlo, ma non è un ragionamento, è un obbrobrio. Così inspiegabilmente goffo da mettere malinconia prima ancora che indurre a indignazione. Quel genere di malinconia che coglie le persone di buona volontà, non importa se credenti oppure no, di fronte alla singolare pervicacia con la quale molte voci ufficiali della Chiesa romana sembrano voler dare voce più a una sorta di panico ideologico, tanto più aggressivo quanto più spaventato, che a una comprensibile confutazione di quegli aspetti della vita sociale che confliggono con i regolamenti, specie quelli sessuali, che sono lavera ossessione clericale di questo scorcio d’epoca.

Fare di una così ragionevole e civilissima causa (appunto la depenalizzazione dei comportamenti omosessuali) un’occasione di incomprensibile e non richiesto zelo nei confronti di quelle società ancora impenetrabili ai diritti individuali, è qualcosa di più di un incidente di percorso. E’ un’incauta e controproducente confessione di refrattarietà alla migliore e più condivisibile delle culture umanitariste, quella che fa della persona la sede inviolabile dei diritti. Viene da pensare che la persona, secondo la visione del rappresentante della Santa Sede, venga comunque dopo la Morale e dopo la Famiglia. Come se Morale e Famiglia non fossero al servizio della persona, ma fosse questa a doversi accontentare dello spazio concesso da quelle. Se poi lo spazio, in 91 Paesi della Terra, è così angusto da soffocare (su sentenza di un giudice) la persona omosessuale, si suggerisce di non dirlo troppo ad alta voce: per non irritare il giudice? Per non fargli paventare l’imminente matrimonio gay, magari con canti e ghirlande, del condannato scampato alla morte oppure scarcerato a causa dell’intrusione francese?

Speriamo di avere frainteso le parole di monsignor Migliore. E speriamo che le abbia fraintese anche lui.

Michele Serra


Con questo abbiamo davvero concluso, spero che abbiate apprezzato il Post di oggi. Naturalmente vi do appuntamento, sempre su questo Blog, per discutere insieme di un nuovo argomento di attualità.

A presto!

GuruKonK



Fonte della notizia e della informazioni pubblicate: sito web di “Affari Italiani”, del quotidiano “La Repubblica” e del sito d’informazione sull’omosessualità “Gay News”.



Nell’immagine: l’osservatore vaticano presso le Nazioni Unite, Monsignor Celestino Migliore.

domenica 30 novembre 2008

Falsi dentisti: oltre 15'000 casi!


Scope da netturbini o metri da sarto di mattina, trapani da dentisti il pomeriggio. E’ forse questa la fotografia più preoccupante dello scenario che ci potrebbe capitare se vi viene un mal di denti. I Nuclei Anti Sofisticazione dei Carabinieri (NAS) rilevano quasi ogni giorno abusi da parte di falsi dentisti che (senza nemmeno un diploma odontotecnico) si cimentano in otturazioni e devitalizzazioni, praticano anestesie e prescrivono farmaci e terapie. Farmaci che, inoltre, sono spesso scaduti o rubati alle strutture ospedaliere pubbliche.

I numeri del 2008 sono a dir poco impressionanti! Mille ispezioni, 344 persone denunciate, una struttura dentistica sequestrata ogni tre giorni, 140 attrezzature specialistiche confiscate per un valore complessivo di 23 milioni di euro. Tra le infrazioni più frequenti, i falsi dentisti (come detto, senza nemmeno un diploma odontotecnico) svolgono veri e propri interventi chirurgici. Inoltre è venuta alla luce la copertura e connivenza di medici odontoiatri che fanno lavorare nei propri studi operatori non abilitati.

Sono almeno 15.000 (su un totale di 54.000 odontoiatri e 34.000 odontotecnici), in Italia, i falsi dentisti, ovvero professionisti che si spacciano per odontoiatri e odontotecnici senza invece avere alcun titolo di studio nel settore. A dirlo è il presidente della Commissione nazionale dell’Albo degli Odontoiatri Giuseppe Renzo. Molti casi di abusivismo, avverte, «ci risultano al Sud, anche se il fenomeno è presente su tutto il territorio nazionale». Quindi un appello: «Invitiamo i cittadini a segnalare fenomeni e operazioni “sospette”, anche in merito a possibili medici che si offrono come prestanome e consentono nei loro studi l'esercizio abusivo. Tali medici vanno infatti espulsi dalla professione». Infine, avverte Renzo, «va ricordato che il cittadino truffato da un falso dentista ha sempre diritto al rimborso della somma spesa ed alla richiesta dei danni».

Forse non ci crederete, tuttavia oggi un falso dentista rischia solamente una sanzione pecuniaria e, successivamente, gli viene anche restituita l'attrezzatura sequestrata! Per questo l'Associazione nazionale dentisti (ANDI) e la Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo) chiedono un inasprimento delle pene, «arrivando fino all'arresto e reclusione, con la confisca definitiva delle attrezzature». Vi sembra troppo?

C'è il rischio concreto, avverte l'Andi, di una maggiore diffusione di malattie infettive che possono essere trasmesse con l'utilizzo di strumenti non sterili o con procedure non corrette praticate dagli abusivi, soprattutto Epatite B e addirittura l'Hiv.

GuruKonK



Fonte: sito web di “Il Tempo”, di “Il Messaggero” e “Crimeblog”



Nell’immagine un tipico “cavadenti”: mi fanno sempre una gran paura!

giovedì 27 novembre 2008

Nomentana: è omicidio volontario!


Nel maggio scorso aveva investito e ucciso due ragazzi passando a tutta velocità (93 km/h, secondo i rilievi sul campo) con il semaforo rosso nel buio della notte. Stefano Lucidi è stato condannato a 10 anni per omicidio volontario per l'incidente accaduto sulla Nomentana, a Roma, nel quale persero la vita Alessio Giuliani (25 anni) e Flaminia Giordani (22 anni). E' la prima volta in Italia che viene configurato questo reato in un caso di incidente stradale, finora la giustizia non si era mai spinta oltre l’omicidio colposo. Il PM Carlo La speranza, titolare dell’inchiesta, aveva chiesto addirittura 14 anni.

Il GUP Marina Finiti non ha invece accolto la richiesta del PM di disporre due anni di isolamento per l'imputato. Lo stesso giudice si è invece riservato di decidere in merito alla richiesta di concessione di arresti domiciliari sollecitata dalla difesa di Lucidi. La decisione è attesa nei prossimi giorni.

Come molti di voi ricorderanno, Stefano Lucidi, il 22 maggio scorso, uccise con l'auto del padre i due fidanzati che viaggiavano a bordo di uno scooter. A luglio, nello stesso tratto di strada, perse la vita Rocco Trivigno, ucciso da un furgone condotto da Ignatiuc Vasile, un ragazzo moldavo di 23 anni che aveva appena rubato il veicolo.

Sino ad oggi la condanna più dura era stata comminata a Marco Ahmetovic, il giovane rom di 22 anni che la notte del 23 aprile 2007 uccise quattro giovani di Appignano del Tronto, mentre era alla guida del suo furgone, ubriaco. Ahmetovic fu condannato a 6 anni e mezzo in primo grado.


Le reazioni alla sentenza non si sono certo fatte attendere. «Un pizzico di giustizia è stato fatto da una donna (il GUP Marina Finiti, n.d.K.) che, oltre a essere rispettosa delle leggi, è degna di essere chiamata tale, cioè donna. Forse solo una donna poteva promulgare un verdetto così coraggioso. Nel rispetto della legge ha dimostrato di fare il suo dovere». La mamma di Alessio Giuliani, Angela, ha accolto con le lacrime la sentenza del GUP.

«Giustizia è stata fatta, almeno mia sorella e Alessio possono riposare in pace e i miei genitori andare avanti serenamente», ha aggiunto Emiliano, fratello di Flaminia.

«E' una sentenza giusta che dedichiamo a tutti quei ragazzi che hanno perso la vita e non hanno avuto giustizia. Che questa sentenza costituisca un monito severissimo per tutti quei giovani che hanno perso il senso della loro vita e il rispetto profondo della vita altrui» commenta l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale di parte civile e legale delle famiglie dei due ragazzi.

Di un’altro avviso il giudizio dell'avvocato difensore di Stefano Lucidi: «È una decisione assolutamente in contraddizione con la giurisprudenza e la legittimità legale! Sono convinto che difficilmente potrà resistere al vaglio del giudice di appello. Aspettiamo il deposito della motivazione e poi fare impugnazione. Quella di Lucidi fu una terribile negligenza e per questo deve essere punito, invece la sentenza si spinge fino a dire che la sua azione fu un gesto volontario e atto a togliere la vita a qualcuno!» dice Basilio Fiore.

Prima della lettura della sentenza, come vuole la procedura, il GUP ha permesso all’imputato di fare una dichiarazione, piena di dolore e pentimento: «Provo dolore e rimorso. Scrissi una lettera (destinata ai familiari delle vittime, n.d.K.) che diedi al mio avvocato. Confermo la versione già resa. Ero convinto di superare l’incrocio perché conosco perfettamente quanto è largo dato che vivo in quella zona. Avevo l’assoluta certezza di passare indenne. Quando sono passato il semaforo era giallo, il rosso è scattato dopo aver impegnato l’incrocio. Non potevo immaginare che passasse un motorino! Questa mia leggerezza mi tormenterà per tutta la vita.»

GuruKonK



Fonti della notizia: i siti web di “L’Espresso”, di “La Repubblica”, di “Il Giornale”.



Nell’immagine: un’impressionante fotografia che testimonia la potenza del tragico impatto.

martedì 25 novembre 2008

Ordinarie follie (ediz. 16.08)


Un affettuoso saluto a tutti gli amici del Blog. Prima di presentarvi la nuova edizione delle “Ordinarie follie”, vorrei ringraziare di cuore quelli tra di voi che, negli ultimi giorni, mi hanno fornito un grande quantità di ottimo materiale. Vi garantisco che le vostre suggestioni troveranno presto lo spazio che meritano su queste pagine. A questo punto passiamo senza indugi all’introduzione del Post odierno.

Per prima cosa vi racconterò di un detenuto tedesco (Ysar Bayrak, ex spacciatore di droga) che si è infilato in un grosso scatolone ed è così riuscito ad evadere dal carcere. Poi voleremo fino in Corea del Sud per conoscere una donna talmente ossessionata dalla chirurgia estetica da essere arrivata al punto di iniettarsi del normale olio da cucina al posto del silicone! Per finire parleremo dei coniugi Sherman, una coppia in causa contro il colosso dei fast food McDonald’s, per dei motivi “piccanti” ma che nulla hanno a che vedere con il cibo!


Non aprite quella scatola!

Una fuga degna di Edmond Dantes. O forse della banda Bassotti. Ma se il protagonista del romanzo di Dumas si chiudeva in un sacco per cadaveri e si faceva buttare in mare, un detenuto di un carcere tedesco ha pensato che le poste teutoniche fossero un mezzo più efficiente e per fuggire dalla prigione di Willich si è letteralmente spedito.

Il detenuto infatti si è infilato in un grosso pacco con tanto di mittente e destinatario. Lo scatolone è stato caricato insieme al resto della corrispondenza su un autocarro e così Ysar Bayrak, un trentasettenne spacciatore di droga che doveva scontare ancora tre anni, ha lasciato il complesso di correzione situato nella regione del Nordreno-Westfalia.

Il quotidiano tedesco “Bild” riferisce che dopo aver percorso un buon tratto di autostrada il conducente si è accorto dallo specchietto retrovisore che il telone di fondo dell'automezzo svolazzava liberamente. Ha accostato per fissarlo e si è accorto che sul pianale di carico c'era un grosso pacco di cartone aperto e vuoto. Avvertita immediatamente per telefono, la direzione del carcere ha fatto l'appello e ha scoperto che Bayrak era diventato uccel di bosco. La fuga del detenuto è stata favorita dal fatto che nel carcere di Willich, una struttura costruita oltre un secolo fa, manca l'abituale detector a raggi infrarossi, in grado di segnalare anche i battiti cardiaci di persone nascoste nei carichi in uscita. Con un certo spirito di rassegnazione la direttrice dell'istituto di pena, Beate Peters, ha spiegato che si sta indagando se il fuggiasco sia stato aiutato da alcuni complici, anche se ha dovuto ammettere che “i detenuti non sono purtroppo molto loquaci”.


Un’ossessione pericolosa!

Una donna coreana, Hang Mioku, ha effetuato il suo primo intervento di chirurgia estetica 20 anni fa, quando aveva 28 anni. La donna si è sottoposta da allora a numerosi interventi, in primo luogo al viso, operazioni che l’hanno lentamente sfigurata, alterandone notevolmente i connotati, tanto che alla fine i chirurghi estetici hanno rifiutato di sottoporla ad ulteriori interventi, sostenendo che la sua ossessione fosse di natura puramente psicologica. Troppo tardi, però. Infatti la donna si è trovata totalmente sfigurata, tanto da aver faticato ad essere riconosciuta dagli ormai anziani genitori.

La donna è stata allora messa in cura da uno psicologo, ma sostenendo che questo tipo di cura era troppo costoso, la donna è ricaduta nel vizio ed ha trovato un medico compiacente che non solo le ha proposto di sottoporsi ad una serie di iniezioni di silicone, ma le pure fornito siringhe e silicone per potersi fare le iniezioni da sola, a casa.

Quando però la donna ha finito il silicone, ha pensato bene di usare come sostituto dell’olio da cucina! Come potete ben immaginare, l’idea ha avuto esiti devastanti: il viso della donna (già alterato) si è gonfiato in un modo che le agenzie stampa definiscono “grottesco”! La donna solo a questo punto si è resa conto di avere abusato della chirurgia estetica, e che in fondo la sua faccia originale non era poi così male... Come si dice? Meglio tardissimo che mai?

La storia della donna ha generato commozione nell’opinione pubblica coreana quando è finita in televisione, tanto da raccogliere fondi per effettuare dei nuovi interventi estetici nel tentativo di ridurre i danni. Solo durante la prima seduta le sono stati tolti oltre 60 grammi di sostanze dalla faccia e oltre 200 grammi dal collo. Alla fine del ciclo, la faccia della donna è tornata ad avere dimensioni quasi normali, ma è purtroppo rimasta sfigurata e piena di cicatrici.

Contro il medico “compiacente” che le ha permesso di rovinarsi ulteriormente il viso, è in atto una procedura amministrativa, che potrebbe costargli l’abilitazione al libero esercizio della professione, e un procedimento penale, che potrebbe costargli la libertà.


Foto piccanti da McDonald’s!

Una coppia di Bella Vista, Arkansas, Phillip e Tina Sherman, ha fatto causa al proprietario e ad un manager di un ristorante McDonald's dopo che delle foto a luci rosse della donna sono finite su Internet. Philip Sherman aveva scattato qualche tempo fa delle foto alla moglie con il suo cellulare, finché un giorno non ha dimenticato il telefono in un ristorante McDonald's a Fayetteville.

Le foto presenti sul cellulare sono state pubblicate sul web, e la donna ha ricevuto diverse telefonate e messaggi osceni. Per lo stress e i danni psicologici che questo avrebbe causato alla donna, gli Sherman hanno chiesto 3 milioni di dollari di danni al proprietario e al manager del ristorante.

Gli Sherman (che per sottrarsi alle malignità dei vicini hanno anche dovuto traslocare!) sostengono che il responsabile del fast-food aveva in custodia il telefono, poiché avrebbe anche cercato di avvertire l’uomo del ritrovamento del telefono. Come le foto siano però passate dalla memoria del cellulare al Web non è ancora stato chiarito...


Per oggi è tutto! Vi ringrazio per l’affetto che, giorno dopo giorno, continuate a dimostrare verso questo piccolo Blog!

Un abbraccio, GuruKonK!



Nell’immagine: un VAN della Deutsche Post.

domenica 23 novembre 2008

Auto barbariche e Silvio-Nerone


Siamo di colpo nell'Antica Roma. I “nuovi barbari del clima” alla guida di tre automobili tedesche hanno invaso il Circo Massimo. A fargli strada un Berlusconi nei panni di un “nuovo Nerone”. Ma i cittadini del popolo romano sbarrano la strada agli invasori con due grandi striscioni: “Quo vadis, Berlusconi?” (Dove vai Berlusconi?) e “Vade retro CO2! Inquinatores non prevalebunt” (Vai indietro CO2. Gli inquinatori non prevarranno). Sono circa quaranta gli attivisti di Greenpeace coinvolti in questa spettacolare azione.

È la protesta di Greenpeace contro il Governo Berlusconi, che affianca le case automobilistiche tedesche nell'indebolire il primo regolamento europeo per la riduzione delle emissioni di CO2 (anidride carbonica). Il Governo ha minacciato di bloccare l'intero “pacchetto energia e clima”, di cui il regolamento è parte integrante.

Il Circo Massimo è proprio il luogo dal quale, nel 64 d.c., si propagò l'incendio che distrusse Roma mentre Nerone (secondo alcune cronache dell’epoca) restava a guardare senza far nulla. E oggi “Silvio-Nerone” appoggia la lobby delle automobili, minando gli impegni per fermare il riscaldamento globale.

Mentre gli attivisti di Greenpeace protestavano al Circo Massimo contro Berlusconi e le auto tedesche dalle “emissioni barbariche”, si trova a passare sul posto proprio il Ministro dell'Ambiente: l’affascinante Stefania Prestigiacomo. È a bordo di una grossa Mercedes, uno dei marchi automobilistici con le più alte emissioni di CO2, e dichiara: “Il governo italiano non è contro il pacchetto energia ma per una diversa ripartizione degli sforzi”. Questo a parole, purtroppo i fatti raccontano tutta un’altra storia.

La proposta della Commissione europea prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni di 130 g/km (grammi per ogni chilometro percorso) da raggiungere entro il 2012 e sanzioni pari a 20 € al grammo per ogni auto, che diventeranno 95 € nel 2015. La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha proposto un ulteriore obiettivo di 95 g/km da raggiungere entro il 2020.

Le case automobilistiche europee (guidate dalla potente lobby tedesca) hanno fatto enormi pressioni per indebolire decisamente gli obiettivi di riduzione. Se le loro richieste venissero accolte, potrebbero addirittura incrementare le loro emissioni a oltre 160 g/km entro il 2012. Nel 2015, le emissioni medie potrebbero essere ancora pari a 139 g/km, solo il 2 per cento meno rispetto ai trend attuali!

Eppure l'industria automobilistica italiana (in questo caso parlo della Fiat) è una delle case che presentano le minori emissioni medie di CO2, nonché la più vicina al raggiungimento degli obiettivi previsti dal regolamento! L'Italia deve puntare sull'efficienza nei consumi, valorizzando il vero vantaggio competitivo dell'industria automobilistica nazionale e ponendosi come esempio nella produzione di veicoli a basso impatto ambientale.

A mio parere si tratta di obiettivi più che ragionevoli. A titolo di esempio posso dirvi che il sottoscritto guida dal 2004 un’automobile francese, non un “bolide” ma un veicolo più che dignitoso, scelto perché produceva “solo” 98 grammi di CO2 al chilometro. Quello che voglio dire è che i traguardi preposti sono raggiungibili con un po’ di buona volontà; e che noi consumatori possiamo influenzare moltissimo il mercato, prediligendo quei veicoli che, a parità di prestazioni, immettono la minore quantità di CO2 rispetto alla concorrenza.

Vi ringrazio di cuore per aver dedicato la vostra attenzione a questo Post.

Un abbraccio e a presto, GuruKonK.



Fonte della notizia: sito web di “Greenpeace”.



Nell’immagine: Silvio Berlusconi nei panni dell’imperatore romano Nerone.

venerdì 21 novembre 2008

Il declino di un presidente


George W. Bush che sale sul palco per la “photo opportunity” con i leader del G20 e nessuno gli stringe la mano. La CNN ha mandato in onda immagini terribilmente imbarazzanti del Presidente degli Stati Uniti. Nel video si vede Bush mentre sale sulla pedana allestita per la foto di gruppo con gli altri leader, riuniti a Washington per il vertice di venerdì e sabato scorsi. Bush si sistema sul gradino inferiore della pedana, passando in rassegna tutti i leader già sistemati su quello superiore: (in ordine) il governatore della banca d’Italia Mario Draghi, il segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki-moon, il Portatore Nano di democrazia Silvio Berlusconi, il presidente della Commisione UE Josè Manuel Durao Barroso, il premier britannico Gordon Brown, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il premier spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero. Il Primo Ministro giapponese Taro Aso, davanti a George Bush, stringe calorosamente le mani degli altri leader. Così fa il presidente brasiliano, Luis Ignacio Lula da Silva. Tutti si stringono le mani a vicenda, tranne lui.

Sembra abbastanza triste”, commenta lo speaker della CNN Rick Sanchez, “questo è il presidente degli Stati Uniti che sale sul palco per farsi fare una foto con i leader mondiali. Guardatelo: si comporta come il ragazzino meno popolare alle superiori, quello che non piace a nessuno e che i compagni cercano di evitare. Tutti si stringono mani, tutti si sorridono e scherzano allegramente, mentre lui cammina in avanti, nessuno gli stringe la mano e lui non stringe la mano a nessuno”.

Anche il grande amico di George W. Bush, Silvio da Arcore, è sembrato più tiepido che nelle precedenti occasioni. Tutti ci ricordiamo le battute, i complimenti reciproci e gli abbracci tra i due leader. Chi può dimenticare i week end che la “strana coppia” trascorreva nell’ameno Ranch della Bush Family nel profondo Texas? Ora invece sembra che qualcosa sia cambiato.

Certo, la popolarità del presidente “cowboy” è in declino ormai da tempo e la statura da grande statista di Barack Obama ha di certo contribuito ad oscurarne l’immagine, ma il comportamento dei suoi ex amici è giunto inaspettato.

Bisogna dire che il passaggio da “capo del mondo libero” a pensionato di lusso non è mai stato facile per nessun presidente, tuttavia molti osservatori internazionali sottolineano il bieco opportunismo di Berlusconi, Brown & company.

Personalmente, la condotta dei leader del G20 verso George Bush la riassumerei con il seguente pensiero: adesso che ha perso tutto il suo potere e peso politico, lo trattano semplicemente per quello che è, ovvero una pericolosa marionetta con un ordine di sfratto in tasca!

Purtroppo è noto a tutti come nel mondo della politica, della macro economia e della cosiddetta “alta finanza”, nessuno ti faccia sconti. Chi ieri ti chiamava amico (naturalmente per motivi di turpe convenienza), oggi ti gira le spalle senza scrupoli perché non gli servi più. Adesso non fraintendetemi, io non ho nessuna simpatia per l’operato di George W. Bush. Non gli perdonerò mai le menzogne sull’arsenale iracheno, le “cluster bomb” lanciate su Falluja, le stragi di civili innocenti, le torture nei campi di prigionia, il veto sulla rattifica del “Protocollo di Kyoto”, i rapimenti e le sparizioni ad opera della C.I.A., eccetera, eccetera, eccetera! Devo però ammettere che vederlo snobbato come un lebbroso, da parte di un gruppo di potenti ipocriti mi ha un po’ infastidito.

Forse coloro che oggi gli voltano le spalle potevano dimostrare maggiore fermezza (invece di “calcare le braghe”) quando Bush fece decollare i bombardieri B-2 in direzione di Baghdad... Tutto qui.

GuruKonK



Link per vedere il video “incriminato” della “photo opportunity” a conclusione del vertice dei G20.



Fonte della notizia: sito web dell’agenzia “A G I”.



Nell’immagine: la foto a conclusione del vertice G20 di Washington, un bel gruppo di amiconi!

mercoledì 19 novembre 2008

Il Mystico Giudizio no. 24


Questa volta il compito non è dei più semplici. Infatti mi ritrovo a parlare di un film di cui è bene parlare il meno possibile: “The Forgotten”, un conturbante thriller soprannaturale realizzato nel 2004. Misterioso, spaventoso, intenso… Non è possibile apprezzarlo appieno, sapendo in anticipo cosa riserva la trama. Il fatto è che questa pellicola si basa interamente su un mistero non enunciabile. Farlo, sarebbe come ammazzare sul nascere il gusto della sua visione. E sarebbe davvero un peccato perché trovo (supportato dal nostro Guru) che “The Forgotten” sia un film ben fatto e gustoso.

Allora, vi stavo parlando di un mistero che non può essere rivelato ma che regge l’intero film e che quindi devo spiegare, almeno in parte. Dunque, vediamo come affrontare la questione…

Protagonista è una donna, sposata, che segue una terapia psichiatrica in seguito ad un grosso trauma subito in passato: la scomparsa del piccolo figlio. Morto? Sembrerebbe di sì: è quanto ricorda lei, sostenuta dal marito e dal suo psichiatra. Ma è così solo nelle battute iniziali del film. Poi le cose cambiano in modo inaspettato e radicale. Che il bambino non sia mai esistito…? Le persone che prima assecondavano la donna nella sofferenza del lutto, ora sono le prime a caldeggiare la seconda versione. Se così fosse, evidentemente la donna sarebbe gravemente ammalata. E’ giunto il momento di prenderne coscienza? Immaginate quanto destabilizzante possa essere questa condizione per lei... Non voglio nemmeno immaginare una situazione psicologica più complessa e dolorosa di questa! Ma c’è di buono che non crolla: mantiene intatta la sua convinzione e fa di tutto per dimostrare – innanzitutto a sé stessa – che un figlio l’ha avuto, eccome! Ma se veramente ha avuto un bambino, perché sembra tanto difficile provalo? In fondo si parla di un essere umano… Possibile che la sua seppur breve vita non abbia lasciato tracce tangibili a distanza di pochi anni?

Mi fermo qui. Tra l’altro mi è bastato scrivere queste poche righe sul film, per risvegliare una certa tensione dentro di me. Quella tensione che mi aveva accompagnato durante la visione del film. Forse per il Guru è lo stesso. Eppure di horror e thriller inquietanti ne abbiamo guardati molti...

The Forgotten” ci ha soddisfatto davvero. Sarà che eravamo particolarmente predisposti, quella sera, a gustarlo senza pregiudizi e senza quell’atteggiamento da scafati cultori del giallo e del paranormale che compromette la purezza di una sana ora e mezza di spavento e tensione in formato cinematografico. O forse sarà che questo film è davvero ben fatto. Credo in questa seconda opzione.

Il Mystico Giudizio: molto brava l’attrice principale Julianne Moore. Bravo il regista Joseph Ruben. Ma brava soprattutto la mente che ha partorito la storia: Gerald Di Pego, che firma la sceneggiatura.

MysteXX



Nell’immagine: Julianne Moore, la talentuosa protagonista di “The Forgotten”, in una scena cruciale del film.

lunedì 17 novembre 2008

Facebook stoppa i razzisti!


Quando la violenza si esprime sul web, la prima conseguenza è che il fenomeno (per quanto con radici locali e con l’appoggio di poche persone) diventa all’istante fruibile da un numero immenso di utenti, e quindi rischia di espandersi più di quanto qualsiasi altro mezzo di diffusione multimediale abbia mai consentito. Se poi si tratta di proclami razzisti (come per esempio quelli diffusi da siti neonazisti e neofascisti nei confronti delle comunità Rom, delle associazioni ebraiche e degli stranieri in genere) allora è facile immaginare che la grancassa del web, soprattutto quando ci sono di mezzo siti super popolari come “Facebook”, risulti particolarmente potente ed efficace.

E’ a fronte di questo fenomeno che diverse organizzazioni internazionali, fra le quali il famoso “Simon Wiesenthal Center”, hanno lanciato un appello a “Facebook” attraverso il Parlamento Europeo. In particolare hanno segnalato l’aggravarsi della situazione e l’indebita propaganda che il sito di “social network” sta (suo malgrado) fornendo alla crescita di gruppi della destra estrema in tutta Europa.

Dura la presa di posizione del Rabbino Marvin Hier: “È vergognoso che sulla rete, sotto il vostro marchio, si trovino inaccettabili e offensive minacce di gruppi che incitano all'odio razziale, politico e religioso”.

L'obiettivo sono in particolare sette formazioni italiane (gruppi di neofascisti elencati per nomi e per responsabili) che secondo il “Wiesenthal Center da tempo “avvelenano la rete” e ora stanno lanciando un'offensiva contro i Rom. “Sono gruppi socialmente pericolosi che incitano alla violenza fisica a danno di varie minoranze etniche”, è la denuncia, presentata insieme ad alcuni deputati al Parlamento Europeo (fra di loro c’è anche Martin Schultz, quello che Berlusconi definì pubblicamente un “kapò” perché aveva osato chiedere lumi sul conflitto d’interessi): “Questo tipo di condivisione multimediale non deve aiutare e incoraggiare chi veicola messaggi di violenza. Siamo certi che i dirigenti di “Facebook” non resteranno indifferenti davanti a questo tipo di problemi.”.

A sostegno di queste tesi, è stato fornito alle autorità comunitarie e alla direzione di “Facebook” uno studio che mette in evidenza come questi gruppi di facinorosi utilizzino le potenzialità di diffusione del noto sito web per attaccare con minacce (e con vere e proprie azioni di commando nel mondo reale) le comunità Rom, le organizzazioni ebraiche e, in generale, anche le associazioni di sostegno agli immigrati disseminate un po’ in tutto il vecchio continente.

Tuttavia il problema è realmente di una dimensione globale, come puntualizza ancora Marvin Hier: “Quando nel 1995 ci fu la strage di Oklahoma City, esisteva un solo sito che inneggiava alle camere a gas. Oggi, i nostri ricercatori ne hanno individuati almeno ottomila. E non fanno eccezione “Facebook” o “YouTube”, dove s’insegnano le tecniche del terrore, chi odiare e chi uccidere!”. Per puntualizzare quanto sia deleteria e potenzialmente fatale l’indifferenza, Hier cita una frase di Albert Einstein che, per pura combinazione, il sottoscritto ha inserito come “riflessione del mese” agli inizi di novembre. La trovate in alto a destra...

Facebook” ha raccolto subito l’appello, e i responsabili del sito hanno dichiarato che interverranno con misure drastiche per cercare di arginare il fenomeno, ma al momento si può solo registrare come questo genere di gruppi razzisti sia in continuo aumento, raccogliendo migliaia di sostenitori in tutta Europa. La speranza è che si possa effettuare un rigido controllo di questi gruppi, anche se la multiforme e aperta realtà di “Facebook” non è così facile da controllare, proprio perché basata principalmente sulla libera circolazione di idee e di scambio interculturale fra tutti gli iscritti, al di là di possibili paratie erette dal “social networking”.

GuruKonK



Fonti della notizia: sito web del “Corriere della sera” e “PC World”.



Nell’immagine: un gadget originale che ci riporta alla memoria un ventennio che ha lasciato un sacco di bei ricordi...

domenica 16 novembre 2008

Tradimento virtuale, divorzio reale


Primo divorzio al mondo (perlomeno passato alle cronache...) dopo un tradimento virtuale. Una donna inglese si è accorta che il marito aveva una relazione su “Second Life” (la realtà virtuale più famosa al mondo) e ha deciso di chiedere la separazione. Entrambi appassionati delle community multi-utenti dove si vive una vita parallela, Amy Taylor e David Pollard (rispettivamente 28 e 40 anni) si erano conosciuti innamorati su una chat nel 2003. Il giorno del matrimonio, nel luglio del 2005, avevano replicato la cerimonia anche su “Second Life” ispirandosi alle nozze di David e Victoria Beckham. Ma è stata proprio la dimensione virtuale a rovinarli.

Secondo quanto racconta il “Daily Mail”, i due trascorrevano più tempo su Internet che nella realtà. E un giorno la donna ha scoperto l'avatar del marito in una posizione compromettente con una prostituta. “Sono diventata pazza”, racconta la donna, “ero così ferita che non potevo credere a quel che era successo”. Ma Amy non ha gettato la spugna: usando la moneta virtuale (il Linden Dollar) utilizzata dai residenti, ha assunto un detective per indagare sull'adulterio. La situazione è precipitata quando, ad aprile, ha scoperto un nuovo tradimento del marito, o per meglio dire della copia digitale del marito. “Abbracciava una donna su un sofà e l'atteggiamento era molto affettuoso”. Secondo Amy, il marito faceva cyber-sesso con un'utente in USA e per quanto i due non si fossero mai incontrati di persona, Amy si è sentita ugualmente tradita: “Gli ho chiesto di farmi leggere le conversazioni, ma lui ha spento il computer: ha confessato che aveva contatti con una donna americana da una settimana o due, ma ha detto pure che il nostro matrimonio era finito, che non mi amava più e che non avremmo mai dovuto sposarci”.

Sabato prossimo la donna andrà dal giudice per chiedere il divorzio. “L'avvocato non era affatto sorpreso” spiega. “Ha detto che era il secondo caso di divorzio collegato a “Second Life” che le capitava in una settimana”. E anche se Internet le ha rovinato la vita non ha intenzione di rinunciarvi: “Vado ancora online, ma non così tanto come prima”.

Per gli amanti del “gossip” ho il piacere di confidarvi che Amy si è già consolata: “Ho conosciuto qualcun altro e viviamo insieme. Sono molto felice: so che suona strano, ma mi fa bene”.

Il marito (che ha rilasciato l’intervista al “Daily Mail” solo attraverso “Second Life”!) ha dichiarato che “non pensa di aver fatto nulla di male”; e ha aggiunto che l’unico problema era quella che per tre anni è stata sua moglie. “Non ha mai fatto nulla in casa: stava solo al computer a fare giochi di ruolo. E se volevo trascorrere un po' di tempo con lei glielo dovevo chiedere in anticipo, ma lei si staccava sempre a fatica”.

Bene... l’angolo delle frivolezze virtuali finisce qui... Sono proprio curioso di leggere i vostri commenti in merito a questa storia.

Un abbraccio, GuruKonK.



Fonti: sito web del “Daily Mail” e sito web del quotidiano “La Repubblica” e del “Corriere della sera”.



Nell’immagine: un gruppo avatar incontrati su “Second Life”.

giovedì 13 novembre 2008

Alunno bullo? Paghino i professori!


L’alunno è un bullo, è violento e palpeggia la compagna. Sotto accusa finiscono quattro insegnanti, con un’imputazione pesantissima, violenza sessuale! Perché? Per non aver vigilato a sufficienza e per non aver impedito che gli abusi si ripetessero. Il Codice Penale italiano non fa differenza fra chi commette violenza e chi invece “ha l’obbligo giuridico di impedirla”. Lui, il bullo, all’epoca dei fatti (il 2006) era solo dodicenne, per cui risulta non imputabile. Sono quattro professori della scuola Lambruschini nei guai: il sostituto procuratore Maurizio Agnello ha chiesto il loro rinvio a giudizio. È stato il GIP Pasqua Seminara (si chiama davvero così) a sollecitare la formulazione dell’atto d’accusa, dopo avere letto una prima richiesta della Procura che chiedeva, invece l’archiviazione del caso.

Il giudice Seminara ha riletto tutti gli atti dell’inchiesta e tre giorni fa ha emesso un’ordinanza in cui si ripercorre la sofferta denuncia di una ragazzina di seconda media, costretta per mesi a subire le attenzioni del compagno. “Nessun intervento è stato fatto dagli insegnanti”, rileva il GIP. Che commenta: si sarebbe dovuto intervenire tempestivamente, senza ritardi. Avvertendo i genitori, i servizi sociali, le forze dell’ordine. “Tutti gli indagati rispondono di consapevole e colpevole omissione”, è stata la considerazione finale del giudice, che ha ordinato al PM (nella giornata di ieri) di formulare la grave imputazione.

I professori si erano naturalmente difesi. Interrogati in Procura avevano rappresentato la situazione difficile nelle classi. Lo stesso pubblico ministero aveva scritto nella richiesta di archiviazione: “La situazione disciplinare nel plesso scolastico dove si sono svolti i fatti era letteralmente disastrosa. Il minore responsabile, appartenente alla prima media, approfittava delle incursioni nella terza per palpeggiare la compagna”. Ma i professori avevano ribadito in Procura di non aver mai assistito ai palpeggiamenti. Tanto era bastato al PM: “Erano intenti a riportare la calma e a mantenere un minimo di disciplina, anche con modi energici (ma in che senso? n.d.K). Non c’era prova alcuna del dolo”.

Il giudice Seminara ha ritenuto diversamente. Quei palpeggiamenti furono ripetuti. In diverse occasioni il bulletto della scuola avrebbe anche seguito la sua vittima mentre andava in bagno. E sarebbe arrivato ad aggredirla, mimando un atto sessuale. All’ennesimo episodio, la ragazza prese a pugni il compagno. E alla fine, fu lei a ricevere un sonoro rimprovero da parte di un professore (non è fra quelli indagati. n.d.K). E pure una nota sul diario: “Messaggio per i genitori. Alla luce di quanto accaduto oggi, ossia i numerosi tentativi di palpeggiamento cui sua figlia è fatta oggetto, suggerirei di controllare l’abbigliamento. A tal proposito, esiste una direttiva ben precisa della preside a cui occorre attenersi”. Avete letto con attenzione? Anche in questo caso la responsabilità delle molestie sessuali viene imputata alla ragazzina e al suo abbigliamento. Come qualcuno di voi forse ricorderà, in un precedente Post avevamo avuto modo di dibattere circa la tendenza (in casi simili) di colpevolizzare la vittima.

Dopo la prima denuncia del padre dell’alunna, la preside e un’insegnante avevano presentato una controquerela. Ed era stato il genitore a finire indagato (sigh!), per diffamazione e calunnia. Ma per poco tempo. Quando la Procura ha chiesto di archiviare, la preside e il docente si sono opposti. E il GIP ha fissato un’udienza per esaminare ancora meglio la vicenda. Le deposizioni dei compagni di classe hanno segnato la svolta. Per il padre esasperato le accuse sono state archiviate. E sul banco degli imputati sono invece finiti i quattro professori. Il padre della ragazzina annuncia: “Ci costituiremo parte civile. Non cerchiamo un risarcimento economico, vogliamo solo sollecitare un dibattito serio sul mondo della scuola”. Bene! Noi saremo qui a riportare eventuali nuovi sviluppi!

GuruKonK



Fonte: articolo di Salvo Palazzolo pubblicato su “L’Espresso



Nell’immagine: Nelson Muntz, uno dei bulli più famosi al mondo, direttamente dalla mitica serie TV “I Simpson”!