martedì 30 settembre 2008

Giovani e sessualità


La Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIGO), ha presentato, in occasione della Giornata Mondiale della Contraccezione (celebrata lo scorso 26 settembre), i dati della sua annuale indagine. Gli elementi emersi sono sconcertanti, anche se non del tutto inattesi. Ad esempio risulta come i giovani italiani siano convinti che pensare al metodo contraccettivo sia solo compito della donna (il 62%!), che un’altra percentuale consistente sia convinta che l’educazione sessuale sia solo una perdita di tempo (il 60%!) e che solo un 27% la consideri un dovere necessario, anche se noioso. Da questa indagine sono emersi altri dati importanti per esempio sulle gravidanze indesiderate, sull’uso della pillola o sulle malattie trasmesse sessualmente; sono stati presentati proprio in occasione degli incontri a margine della GMC.

I risultati, che fotografano l’educazione sessuale dei giovani, hanno aperto molti dibattiti sul Web, fino al punto che la “SIGO” ha organizzato un convegno con esperti di fama mondiale. Dove? Su “Second Life”, naturalmente! Non so voi, ma ritengo personalmente che si tratti di un’ottima idea!

Tra le molte persone che, in questi giorni, hanno affrontato l’argomento c’è Daniela Domenici, giornalista e insegnante. Mi permetto di presentarvi una parte della sua testimonianza.

In questi anni ho insegnato prima in una scuola media e poi in due scuole superiori della provincia di Siracusa, ma credo che esperienze simili alla mia ce ne saranno un po’ in tutta l’Italia. Il primo dato emerso durante il periodo di insegnamento alla scuola media e che, lo ammetto, mi ha alquanto turbato (ma non ho fatto trapelare niente ai ragazzi), è che l’età media minima per avere il primo rapporto sessuale è drammaticamente scesa: 12 - 13 anni (tra la 2.a e 3.a media).

Naturalmente tutto ciò avviene senza alcuna precauzione e ignorando totalmente la fisiologia del corpo umano e, in particolare, dell’apparato genitale femminile. Tanto che ho dovuto spiegare, libro di scienze alla mano, le funzioni dei vari organi ma, fatto ancora più importante, cosa sia esattamente il ciclo femminile!

Alle scuole superiori credevo di trovare un po’ più di informazione e di consapevolezza in questo campo, ma mi sono dovuta ricredere molto presto: neanche loro sapevano molto sull’argomento nonostante che la loro attività sessuale fosse attivissima e molto spregiudicata. Una volta capito che avrebbero potuto farmi qualunque tipo di domanda, anche molto audace, senza il timore di essere giudicati, ne è venuta fuori una tale casistica che la fantasia più sfrenata di noi adulti, genitori e docenti, non riuscirebbe ad immaginare… Un ragazza del primo anno mi ha addirittura chiesto se il sesso orale di gruppo, con 2 donne e 2 uomini, aumenti le possibilità di una gravidanza indesiderata…

Mi complimento di cuore con la signora Domenici, autrice di questo significativo estratto.

Nell’immagine che ho scelto per accompagnare questo Post, è rappresentata la copertina di un libro: “Come possiamo resistere alle tentazioni del peccato sessuale?” di K. De Haan, edizioni “Casa Biblica”. L’autore di questo simpatico libello si pone molte domande relative alle sessualità dei più giovani e, come spesso accade, finisce col rispondersi da solo… In particolare “è giusto sentirsi realizzati e appagati seguendo la morale sessuale dei nostri giorni?”, oppure “è amore quello che definiamo con «fare l’amore»?”, o ancora “è proprio impossibile resistere ai piaceri sessuali?”.

Fino a qui nulla di grave, a queste domande ognuno di noi è libero di trovare le risposte più adatte, in accordo con il proprio modo di vivere e di pensare. Il problema nasce quando l’autore si interroga sulla contraccezione: “le precauzioni possono davvero garantire un «sesso sicuro»?”. Naturalmente per l’autore la risposta è “no, perché solo l’astinenza e la totale fedeltà ad un eventuale partner garantiscono un sesso sicuro al 100%!”.

Evidentemente l’uso del preservativo offre una difesa dalle più gravi malattie a trasmissione sessuale di poco inferiore al 100%. Ma questo è un motivo sufficiente per scoraggiarne l’uso da parte degli adolescenti? Le alternative proposte dall’autore (astinenza e fedeltà) sono realmente applicabili al mondo confuso dei teenagers? Io non credo proprio.

La situazione fotografata dalla “SIGO impone una seria riflessione da parte di tutti. Forse anche la chiesa cattolica dovrebbe ripensare il proprio approccio verso l’educazione sessuale, no?

GuruKonK



Fonte della notizia: il sito web di “Italia Notizie”, al quale vanno i miei più sentiti complimenti per il loro ottimo lavoro!



Nell’immagine: la copertina di “Come possiamo resistere alle tentazioni del peccato sessuale?” di K. De Haan, edizioni “Casa Biblica”.

domenica 28 settembre 2008

Il Mystico Giudizio no. 21


I registi spagnoli Paco Plaza e Jaume Balaguerò firmano una pellicola da cardiopalmo: “Rec - la paura in diretta”. Siamo nella caserma dei pompieri di Barcellona. E’ sera. Una tivù privata locale, intenzionata a realizzare un documentario sui picchetti notturni dei vigili del fuoco, è sul posto con un cameraman ed una giovane reporter. Il cameraman sta inquadrando la collega, mezzo busto. Le riprese hanno inizio. La giornalista apre il reportage con un saluto e qualche parola introduttiva. Auspica una notte d’azione. Spera insomma che il centralino della caserma riceva qualche richiesta d’intervento, altrimenti l’intero documentario si ridurrebbe ad una visita guidata della caserma, senza particolari emozioni. “Qui c’è la mensa, lì invece la palestra; ora vediamo dove i pompieri schiacciano un sonnellino…” No, non basta. Ci vuole un’emergenza, serve una chiamata!

La chiamata arriva… Eccome se arriva. Non si tratta del classico gattino che non riesce a scendere dall’albero. In città è accaduto un fatto che si rivelerà sconvolgente. Inizialmente si parla soltanto di una richiesta d’intervento per soccorrere una persona. Una squadra di pompieri si prepara rapidamente e si mette in strada; con loro i due reporter. Giungono sul posto: il palazzo numero 34 della “Rambla de Catalunya”. Un’anziana signora si è barricata nel suo appartamento all’ultimo piano. Ad aver chiamato i vigili sono stati i vicini, che hanno sentito urla strazianti e sono preoccupati. Sono anche molto curiosi e si trovano tutti quanti nell’atrio con gli occhioni spalancati e le orecchie lunghe. La giornalista si rivolge al cameraman: “Riprendi tutto!”. E così sarà…

Quando i pompieri abbattono la porta dell’appartamento, si trovano di fronte ad una persona apparentemente indemoniata: l’anziana sembra una bestia rabbiosa, con la vestaglia sporca di sangue e l’espressione di un felino che sta per attaccare la sua preda. Si nota subito che è in possesso di una forza fisica innaturale per una donna della sua età.

Ma che diavolo sta succedendo? Beh, se lo chiedono i pompieri, se lo chiedono i due reporter e i poliziotti giunti sul posto. Ce lo siamo chiesti anche il Guru ed io (con noi c’era anche il caro amico Ufo, chissà se tornerà a guardare altri film in nostra compagnia dopo quest’esperienza, eh eh…). Beh, cosa stia succedendo in quella palazzina di Barcellona, lo si scopre nel corso del film. Che incubo! “Rec” è uno dei film più brutali che ci è capitato di guardare negli ultimi mesi. Ma “brutale” è riduttivo per una pellicola di grande effetto e indubbia qualità cinematografica.

Il cinema spagnolo ci piace assai: cinico, smaliziato. Spesso duro e crudo quando tratta temi quali l’amore o la sessualità. Immaginate quale effetto possano avere queste caratteristiche in un film dell’orrore… Ancora una volta la tecnica della soggettiva documentaristica, che ci mostra il film attraverso le riprese di un unico cameraman, che è pure protagonista della vicenda, si rivela pagante come in “Blair Witch Project” e “Cloverfield”. In “Rec” vi è una sequenza ininterrotta di 20 minuti, ma non ci si accorge assolutamente, tanto elevati sono il ritmo della storia e il coinvolgimento.

Il Mystico Giudizio: questo film pluripremiato (due Premi Goya e altri riconoscimenti in diversi festival del cinema) è stato realizzato nel 2007. Pochi mesi più tardi gli Stati Uniti hanno acquistato i diritti e nel corso di quest’anno si sono messi al lavoro per realizzare un remake. Un remake “shot for shot”, ovvero uguale identico alla pellicola originale (nemmeno un anno dopo… ce n’era bisogno? Non credo proprio, anche se sono contento per i due registi spagnoli che avranno certamente incassato un bel gruzzolo di dollari). Non voglio nemmeno dirvi il titolo che è stato dato alla produzione americana perché rivela decisamente troppo della trama! In ogni caso, diffidate delle imitazioni!

MysteXX



Premi e riconoscimenti:

• 2 Premi Goya 2008: “Miglior Montaggio” e “Miglior Attrice Rivelazione

• 4 Premi Sitges 2007: “Miglior Regia”, “Miglior Attrice”, “Gran Premio della Critica” e “Premio Speciale del Pubblico”.

• 3 Fantastic’Arts 2008: “Premio Speciale della Giuria”, “Gran Premio della Giuria Giovane” e “Premio del Pubblico”.

• 2 FantasPorto 2008: “Miglior Film” e “Premio Speciale del Pubblico



Nell’immagine: il simbolo di questa interesante pellicola.

giovedì 25 settembre 2008

Gomorra agli Oscar!


L'Italia punta su Gomorra per cercare di vincere l'Oscar 2009 come miglior film straniero. L'Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) ha deciso all'unanimità e già dalla prima votazione di scegliere il film di Matteo Garrone per rappresentare il nostro Paese all'81esima edizione degli Academy Awards, che si terranno il 22 febbraio prossimi a Los Angeles. Bisognerà, comunque, aspettare la decisione ufficiale dell'Academy, che verrà resa pubblica il 22 gennaio. Il film, tratto dall'omonimo best seller di Roberto Saviano, ha battuto gli altri candidati: “Il Divo” di Paolo Sorrentino, “Giorni e nuvole” di Silvio Soldini, “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì e l’interessante “Cover boy” di Carmine Amoroso.

Il film di Matteo Garrone descrive, per chi ancora non l’avesse visto, in maniera cruda e realistica le attività della camorra, attualmente la più sanguinaria tra le associazioni a delinquere italiane. La trama si sofferma su due episodi in particolare: la faida di Scampia tra il gruppo degli “scissionisti” e il clan Di Lauro, e lo smaltimento dei rifiuti tossici, tema molto dibattuto negli ultimi mesi. Il regista ha voluto ricreare l'atmosfera del libro di Roberto Saviano (leggetelo, ne vale davvero la pena!) e per questo ha girato gran parte del film nei luoghi dove è ambientato il romanzo, utilizzando anche attori non professionisti. Alcune scene vengono recitate in dialetto napoletano e questo ha reso necessario l'utilizzo di sottotitoli.

Alla sua uscita nelle sale lo scorso 16 maggio, il film è stato il più visto in Italia fin dal primo weekend di programmazione e risulta ancora in proiezione sia in alcune sale della penisola che nel resto d’Europa. Inoltre, ha ottenuto il prestigioso “Grand Prix Speciale della Giuria” al 61° Festival di Cannes. Tra i protagonisti Toni Servillo, che interpreta anche Giulio Andreotti in “Il Divo”, pellicola “rivale”. Il film è prodotto da Fandango, in collaborazione con Rai Cinema e Sky, realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e distribuito da “01”.

Il produttore, Domenico Procacci, ha dichiarato alle agenzie di stampa: “Ci contavo. Per questo film si è registrato tanto consenso in Italia ma anche fuori. Abbiamo un’ottima distribuzione negli Stati Uniti e una buona strategia di promozione con la partecipazione a tanti festival: dopo Toronto, il film sarà a New York e a Chicago”. “Nella corsa alla candidatura italiana all'Oscar” ammette Procacci “temevo “Il Divo” più di tutti gli altri film. Invece, fortunatamente per noi, la Commissione ha votato per “Gomorra” all'unanimità”.

Personalmente sono sempre dalla parte dei “coraggiosi”. Sono dalla parte di coloro che, nonostante le molteplici difficoltà e gli svariati pericoli, vanno avanti per la loro strada raccontando verità spesso scomode. Non dimentichiamo che Roberto Saviano (l’autore di “Gomorra”, non ancora trentenne) è costretto da qualche anno a vivere sotto scorta a causa delle minacce giuntagli da varie famiglie di spicco della camorra. Per lui tutto ciò comporta notevoli sacrifici, tra i quali l’impossibilità di avere normali rapporti con la propria famiglia, l’impossibilità di frequentare luoghi pubblici e l’impossibilità di avere rapporti sentimentali senza trasformare la propria partner in un ulteriore bersaglio.

Sono sicuro che Saviano, mentre scriveva “Gomorra”, era perfettamente a conoscenza di tutto ciò che sarebbe accaduto alla propria vita pubblicando quelle pagine. Nonostante questo, ha avuto il coraggio e la determinazione di andare avanti e di far conoscere al mondo la camorra, i suoi crimini, i suoi delitti e le mostruose tragedie umane che lascia sul territorio al suo passaggio.

Molte volte per fare “la cosa giusta” è necessario fare rinunce dolorose. Per fortuna al mondo ci sono ancora persone che sanno fare queste scelte. Ne abbiamo davvero bisogno.

GuruKonK



Fonte della notizia: agenzia stampa “Reuters



Nell’immagine: Roberto Saviano, l’autore del libro “Gomorra”



PS: andate a visitare il link dietro “Giulio Andreotti”, tanto per sdrammatizzare...

martedì 23 settembre 2008

Il metano fa paura!


Ancora cattive notizie per l’ambiente! I ricercatori che lavorano nel Mar Artico stanno purtroppo prendendo atto di un fenomeno particolarmente grave per il riscaldamento globale. L’accelerazione dello scioglimento dei ghiacci continentali e marini al Polo, consente la fuoriuscita di milioni di tonnellate di un noto gas immagazzinato nel passato nei fondali dell’Oceano Artico, il metano, 20 volte più dannoso per l’ambiente del biossido di carbonio, e che accelera ulteriormente il processo di fusione delle calotte polari e dei ghiacci marini.

Il quotidiano britannico “The Independent”, che oggi dà risalto ai risultati preliminari cui sono giunti i ricercatori, spiega come le ingenti scorte di gas metano stiano affiorando in superficie sulle acque dell’Oceano Artico, aumentando “la concentrazione dei gas ad effetto serra in atmosfera e favorendo il riscaldamento dell’Artide e dell’intero pianeta”. Secondo gli scienziati, l’improvviso rilascio di metano è stato causa in passato di un rapido aumento delle temperature globali e di drammatici cambiamenti climatici. I ricercatori a bordo della nave che ha seguito tutta la costa settentrionale della Russia hanno rilevato fortissime concentrazioni di metano (talvolta 100 volte superiori ai livelli attuali!) in numerose aree vaste migliaia di chilometri quadrati dell’Oceano Artico di fronte alle coste siberiane.

Negli ultimi giorni i ricercatori hanno potuto osservare alcune zone di mare con numerose bolle di gas metano provenienti dal basso, una sorta di “ciminiere di metano” che nascono direttamente dal fondo marino. A loro parere questo significa che gli strati sottomarini di “permafrost” (suolo perennemente congelato) che fungono da coperchio per evitare che il gas fuoriesca, si sono oramai sciolti, permettendo al metano di uscire dai depositi in cui era intrappolato dall’ultima era glaciale. Come vi ho detto all’inizio del Post, il metano è un gas che può generare conseguenze sull’effetto serra ben 20 volte superiori rispetto al biossido di carbonio (il famoso CO2) e il suo rilascio potrebbe innescare una spirale di riscaldamento difficilmente arrestabile.

Il disgelo del permafrost siberiano accelera in modo preoccupante (e quasi imprevedibile) l’effetto serra. Ma in che modo ciò può avvenire?

1. L’aumento della temperatura dell’atmosfera (determinato anche dall’effetto serra) fa sentire i suoi effetti anche nell’estremo nord, provocando il disgelo del suolo e la formazione di piccoli laghi;

2. nell’ambiente liquido i batteri possono avviare la decomposizione di resti organici producendo metano;

3. Il metano (CH4) è un gas serra estremamente attivo; una molecola di metano intrappola tanto calore quanto 21 molecole di CO2. Ai fini dell’effetto serra, l’emissione di 1 tonnellata di metano equivale all’emissione di 58 tonnellate di CO2!

4. quindi: l’aumento di metano contribuisce al riscaldamento dell'atmosfera.

Il nefasto processo biochimico esposto sopra ha il nome di “feedback positivo” (o “retroazione positiva”). Questi fatti sono noti da tempo agli scienziati, ma oggi la preoccupazione aumenta ulteriormente. Secondo uno studio di un’equipe di scienziati russi e americani, le emissioni di metano dai laghi siberiani sono più alte del 60% rispetto a quanto finora si pensava.

L’equipe ha misurato le emissioni di metano da parte di due laghi siberiani prodotti dallo scioglimento del “permafrost” ed ha appurato come le emissioni superino le stime precedenti di valori variabili tra il 18% e il 63%!

I ricercatori hanno inoltre stimato come i laghi siberiani immettano ogni anno nell’atmosfera circa 4 milioni di tonnellate di metano, equivalenti a 230 milioni di tonnellate di CO2. Tanto per farsi un’idea, l’Italia immette nell’atmosfera ogni anno una quantità suppergiù simile di CO2.

Si è inoltre potuto valutare che il suolo siberiano contiene ancora circa 500 miliardi di tonnellate di carbonio che per il 90% potrebbe entrare nell’atmosfera sotto forma di metano, il che significa oltre 1’600 miliardi di tonnellate di CO2... Roba da far tremare i polsi!

Lo studio è stato condotto da alcune università russe e americane ed è stato coordinato dalla “NortheEast Science Station” sul Mare Artico. Le loro conclusioni hanno avuto l’onore di una pubblicazione sul numero di settembre della prestigiosa rivista scientifica “Nature”.

Forse ci converrebbe prendere atto che i meccanismi distruttivi che tutto ciò comporta siano oramai inevitabili e i nostri governi dovrebbero cominciare lo studio di misure che ci permettano, perlomeno, di limitare al minimo i danni. Voi cosa ne pensate?

Saluti pieni di preoccupazione, GuruKonK.



Fonti: “The Independent” e “Environment News Service



Nell’immagine: un pianeta che ha bisogno di aiuto…

domenica 21 settembre 2008

Harry Potter salva Brown?


Uno ha scritto: “Evviva, il Labour aveva proprio bisogno di un aiuto morale. Adesso non sarà più così facile far fuori Gordon Brown. Che a me piace molto”. Subito sotto, eccone un altro, di tutt'altro parere: “Cosaaaaa!!!! Adesso non ce la faremo più a liberarci di Brown, accidenti. Non che Cameron sia molto meglio, ma insomma…”. Nel sito di J.K. Rowling, la scrittrice più letta al mondo, così ricca che uno non crede alle cifre (pensate, ha 700 milioni di euro! E continuano a crescere, perché i libri di Harry Potter si continuano a ristampare in tutto il mondo), arrivano commenti a raffica. Perché? Perchè la Rowling ha regalato al vacillante Partito Laburista inglese un milione di sterline (circa 1,3 milioni di euro).

Certo che il Partito dell’ex premier Tony Blair avrebbe davvero bisogno di una qualche magia del famoso maghetto con gli occhiali: è a secco di mezzi (indebitato per quasi 25 milioni di euro), di leadership e pure di consensi (con 20 punti di distacco dai Conservatori di David Cameron).

Il motivo del dono prodigo e munifico? “Grazie al governo laburista, che ha compiuto una vera sterzata politica, la Gran Bretagna è diventata uno dei paesi europei leader nel combattere la povertà infantile”, ha fatto sapere la combattiva J.K. I Conservatori, invece, nel loro programma promettono ancora sgravi fiscali alle coppie sposate: “Per David Cameron una coppia senza figli e con due redditi, merita un aiuto finanziario più di chi lotta, come è toccato anche a me, per tenere a galla la propria famiglia in tempi difficili”.

Quarantatre anni, madre single, J.K. Bowling in gioventù ha assaggiato i rigori thatcheriani, e non intende dimenticarli ora che ha raggiunto la tranquillità economica. Colpisce, nel suo gesto, la fiducia rimasta salda in un partito che, negli anni di Tony Blair, ha deluso molti inglesi, rendendo difficilissimo il recupero al successore Gordon Brown. Adesso, come scrivono i lettori sul sito, non c’è dubbio che quel milione di sterline regalato darà una mano consistente al Labour. Sembra difficile che un gesto analogo possa essere compiuto in Italia in soccorso di uno dei partiti dell’ex coalizione di governo, invece. Non risultano dichiarazioni appassionate di “best-selleristi” italiani e non si vedono sventolii di assegni all’orizzonte…

La giornalista Maria Giulia Minetti ha voluto, a questo proposito, saggiare gli umori di Carlo Fruttero, democratico dichiarato e autore di best seller (a dimensione italiana, si capisce). “Intanto” ha premesso lo scrittore “la Rowling, nella sua situazione, ha fatto benissimo! Ci tengo a dirlo. Quanto a me, se disponessi di una simile cifra, la darei, come fece a suo tempo Schopenhauer, al fondo per i caduti delle famiglie dei poliziotti e dei carabinieri. Nella rivoluzione del ‘48 Schopenhauer aveva visto morire tantissimi gendarmi; ne era rimasto così colpito che lasciò il suo modesto patrimonio alle vedove e agli orfani”. Conclude Fruttero: “Io non darei aiuti in denaro a nessun partito italiano. In Inghilterra la democrazia è un fatto compiuto e gesti come quello della signora Rowling hanno un senso diverso e più alto di quello che avrebbero da noi”. Voi che ne pensate?

Con affetto, GuruKonK.



Fonte: sito web del quotidiano “La Stampa



Nell’immagine: la bella J.K. Rowling con una delle sue creature.

giovedì 18 settembre 2008

Il furto non paga più


Colpo di scena nel mondo dei furti d'auto: con 780 mila vetture trafugate nel 2007 contro le 907 mila del 2006 in Europa per la prima volta assistiamo a una brusca frenata del fenomeno. E lo stesso discorso vale per l'Italia dove lo scorso anno sono sparite nel nulla 200 mila auto, 20 mila in meno rispetto al 2006. Non solo: secondo le prime stime quest'anno i dati miglioreranno ancora rendendo le 370 mila auto rubate nel 1991 (record storico) solo un lontano ricordo per gli automobilisti italiani.

Il punto è che oggi rubare auto non conviene più, perché per ogni tipologia di furto c'è una controindicazione: chi ruba una macchina per i pezzi di ricambio ha a che fare con troppe centraline elettroniche di bordo (su alcuni modelli si arriva ad oltre 40!) che spesso sono in grado di “riconoscere” se l'auto è stata manomessa da un ladro e quindi vanno immediatamente in blocco.

Gli stessi trapianti meccanici di motori e sospensioni sono poi sempre più difficili perché l'elettronica governa il funzionamento di ogni pezzo. Non solo: il costo della manodopera è talmente elevato che anche potendo attingere a magazzini di pezzi rubati (quindi a bassissimo costo) non conviene più riparare una macchina, grazie alla concorrenza dei modelli nuovi offerti con sconti sempre più forti.

Chi invece ruba un'auto per spostarsi da un posto all'altro deve vedersela con le migliaia di telecamere montate in ogni città, un efficace sistema di indagine di polizia e carabinieri e, non ultimo, una quasi certa presenza di antifurti satellitari e altri modelli collegati direttamente con le forze dell'ordine. Il rischio di essere scoperti diventa insomma elevatissimo. Anche a livello internazionale: fino a pochi anni fa per risalire alla storia di una macchina rubata in un altro Paese servivano ricerche complicatissime da parte delle forze dell'ordine. Oggi invece con il coordinamento di tutte le banche dati in tempo reale, qualsiasi agente può avere tutti i dati di un'auto che ha appena fermato per un controllo.

Stesso discorso per chi invece ruba un'auto per poi rivenderla, con in più il problema che “ripulire” una vettura di numeri di telaio (memorizzati in modo elettronico in centinaia di pezzi) oggi è realmente difficile. Quindi l'unica possibilità per questi topi d'auto è quella di rivendere poi la macchina in Paesi dove la legge in pratica non esiste e dove è addirittura possibile circolare con la vecchia targa d'origine...

Insomma come spiega Roberto Sgalla, direttore della Polizia Stradale, “tanti fattori determinano questo eccellente risultato. Ossia l'impegno delle forze dell'ordine, il potenziamento dell'attività investigativa, ma anche della tecnologia imperante che ha portato a realizzare antifurti elettronici molto efficaci”.

Ai ladri, quindi, non resta che rifarsi con i rottami. E non è un caso che nella classifica delle auto più rubate ci sono modelli vecchissimi e ormai fuori produzione come la Fiat Uno, la vecchia Punto, la Panda, la Cinquecento o la Autobianchi Y10. In questo sottobosco vale ancora il famoso slogan dei topi d'auto: “Le vecchie Golf sono come il porco: non si butta via nulla”. E fra qualche anno, quando queste vecchie auto finiranno allo sfasciacarrozze, i dati dei furti d'auto caleranno ancora. E’ inevitabile.

Quindi cosa possiamo fare? Io e MysteXX stiamo organizzando una sorta di casting per trovare un giovane e intraprendente informatico che potrà aiutarci con le truffe sul Web. Ho sentito dire che alcuni “vecchi” scassinatori d’auto si stanno riciclando (con grande successo!) come maghi e cartomanti televisivi. Altri invece sono entrati nel traffico d’organi: li rubano nelle chiese, li smontano e ne rivendono le canne davanti alle scuole. D’altronde di qualcosa si dovrà pur campare, no?

Un abbraccio e a presto!

GuruKonK



Fonte della notizia: sito web de “La Repubblica”.



Nell’immagine: un professionista della vecchia scuola…



Informazioni supplementari:

martedì 16 settembre 2008

The WWW Foundation


A quasi vent'anni di distanza, Tim Berners-Lee è tornato a prendere per mano la sua creatura (il Web) per cercare di svilupparne ulteriormente le potenzialità e per diffonderne ancor di più l'abbraccio globale. L'inventore di Internet ha infatti lanciato la “World Wide Web Foundation”, una nuova fondazione focalizzata sull'estensione delle capacità del Web e sul tentativo (molto ambizioso!) di portare effettivamente Internet a tutte le persone del mondo. La “World Wide Web Foundation”, la cui attività dovrebbe partire all'inizio del prossimo anno, farà crescere “una Rete aperta e libera”, ha dichiarato Tim Berners-Lee. La fondazione promuoverà democrazia, libertà di parola e libertà degli utenti internet per accedere ai contenuti online che desiderano.

Inoltre, uno dei principali temi, a lungo termine, della fondazione sarà quello portare l’accesso al Web all'80% della popolazione mondiale che non dispone di una connessione ad internet. Personalmente ritengo che le priorità siano ben altre, tuttavia sono sicuro che le motivazioni di base di questa iniziativa siano certamente nobili quanto ambiziose.

Verrà estesa la capacità del Web a tutti sul pianeta”, sottolinea Berners-Lee, che attualmente è docente al “Massachusetts Institute of Technology” (MIT). O almeno, “cercherà di farlo”: Berners-Lee ha infatti riconosciuto che gli obiettivi sottolineati sono “terribilmente impegnativi”, ma che è importante per il Web far beneficiare l'umanità nel suo complesso, e non solo quelli che possiedono l'ultimo dispositivo tascabile. A questo proposito vi rimando al Post: “Un PC da 75 dollari”.

Correva l'inizio degli anni ‘90 quando Tim Berners-Lee, allora programmatore software presso il CERN di Ginevra (già, proprio lì), sviluppò il protocollo HTTP e una prima specifica del linguaggio HTML, che non sono altro che le fondamenta del Web come lo intendiamo oggi.

Anticipando le domande su che cosa prevede per la fondazione e il futuro del Web, Berners-Lee ha candidamente confessato che le sue idee in merito sono molto limitate: “Sarà la nuova generazione di utenti a dover pensare al Web come a una tela bianca sulla quale esprimere la loro creatività”.

Berners-Lee ha comunque menzionato due obiettivi per il Web del futuro: far crescere e creare nuove forme di democrazia, includendo le meritocrazie, e aiutare a migliorare la sanità. La “Web Foundation” si focalizzerà inoltre sugli standard Web, sull’interoperabilità e sul progresso della scienza della Rete.

Come tutti noi ben sappiamo, le potenzialità della Rete come “veicolo di conoscenza” sono enormi e meravigliose. Oggi abbiamo rapidamente accesso ad un numero di informazioni che appariva impensabile quando Barners-Lee udì i primi vagiti del Web. Proprio in questa ottica, la diffusione di questa tecnologia favorirà sensibilmente la lotta per la democrazia e per i diritti civili in tutti i Paesi del mondo nei quali la censura, coma una garrotta di stato, ancora soffoca le aspirazioni individuali.

Con affetto, GuruKonK.



Fonte: Computer World Online.



Nell’immagine: Tim Berners-Lee, il “papà” di Internet.

domenica 14 settembre 2008

Addio David!


Si è suicidato David Foster Wallace, lo scrittore americano il cui romanzo d’esordio “Infinite Jest” nel 1996 divenne un immediato “cult” della cosiddetta letteratura post-moderna. Foster Wallace, che aveva solamente 46 anni, è stato trovato impiccato dalla moglie nella casa di Clermont, nel sud della California. Considerato uno dei più lucidi narratori e saggisti della “post-modernità”, Foster Wallace aveva uno stile pirotecnico che era stato paragonato a quella di Jorge Luis Borges e di Thomas Pynchon. Il “New York Times” lo definì un “Emile Zola post-millennio” lodando la sua ironia cupa, inoltre l’illuminata fondazione “MacArthur” gli fece avere un finanziamento per premiare il suo “genio”.

Tra i narratori americani contemporanei David Foster Wallace ha di sicuro un ruolo di tutto rilievo, dovuto in gran parte ad una scrittura sciolta, innovativa e densa di idee e a temi che variano senza discontinuità dal punk alla politica ma con un'attenzione particolare a tutti gli atteggiamenti che oggi definiremmo addirittura “borderline”, al confine tra normalità e stranezza…

Con “Infinite Jest”, romanzo di ben 1’434 pagine pubblicato in Italia nel 2000 da Fandango, Foster Wallace descrisse le ossessioni della società: la dipendenza dalle droghe, il disagio psichico, la difficoltà nel rapportarsi con gli altri, l’esasperata competitività esemplificata dal tennis. La storia è ambientata in un’America del 2010 profondamente cambiata da rifiuti tossici e stravolgimenti politici. A Boston si intrecciano storie che hanno per sfondo l’Eta, un’accademia per futuri tennisti professionisti, e la Ennet House, casa di recupero per tossicodipendenti. Foster Wallace era nato a Ithaka, nello Stato di New York, figlio di un professore di filosofia e di un’insegnante di inglese.

La ragazza dai capelli strani”, bel libro pubblicato, per una strana e complessa vicissitudine editoriale, prima da “Einaudi” e poi da “Minimum Fax” (piccola casa editrice da sempre attenta ai fermenti più innovativi della narrativa americana, prendetene nota…), è in un certo senso un vero e proprio manifesto della poetica di Wallace e, allo stesso tempo, un cinico ritratto dell'America contemporanea. Spaziando dal mondo televisivo (con una gustosa citazione del David Letterman Show) a quello delle roulotte, dagli sperduti paesi del Midwest alla Casa Bianca, Wallace ci presenta un mondo di piccole e normali pazzie con un linguaggio asciutto eppure ricco di alti riferimenti, semplice eppure pronto a lanciarsi in sperimentazioni, in narrazioni oblique, in racconti in prima persona quanto mai penetranti e rivelatori.

David Foster Wallace è stato, insieme a Charles Bukowski (1920-1994), lo scrittore contemporaneo che ha maggiormente influenzato il mio modo di interpretare la società in cui viviamo. Non mi voglio dilungare eccessivamente in pompose celebrazioni, spero solo che qualcuno di voi sarà invogliato a scoprire le opere di Foster Wallace. Vi garantisco che ne vale la pena.

Un abbraccio, GuruKonK.



Fonte della notizia: “La Repubblica

Fonti bibliografiche: ESERESIRai LibriMinumun Fax



Nell’immagine: una recente fotografia di David Foster Wallace.

mercoledì 10 settembre 2008

Un esperimento straordinario


Il fascio di luce nel Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, come riportano le agenzie di stampa, ha completato il primo giro dell’acceleratore e i primi collaudi tecnici. Applausi dei ricercatori del centro di controllo del Cern di Ginevra. Un grande applauso e un brindisi hanno salutato l’evento storico anche nella sede dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) a Roma, in collegamento con il Cern. La tensione era altissima, a Roma come in molte altri parti del mondo e come in Svizzera, dove i ricercatori hanno seguito le ultime fasi del percorso del fascio di protoni nell’anello dell’acceleratore seduti in cerchio attorno ai monitor del centro di controllo del Large Hadron Collider.

Erano presenti tutti gli ex direttori generali del Cern, compresi gli italiani Luciano Maiani, oggi presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), e il professor Carlo Rubbia.

È più emozionante di un lancio spaziale”, ha detto il presidente dell’Infn, Roberto Petrozio, commentando tutte le fasi dell’evento. “Quello di oggi è un lancio del microcosmo che promette di avere un’importanza fondamentale per la fisica”.

In molti però si chiedono quale sia questa importanza fondamentale per la fisica e le sue eventuali ricadute per l’umanità nel caso che l’esperimento abbia un esito positivo.

Proprio in questa ottica GreenReport, il quotidiano virtuale per un’economia sostenibile, ha intervistato Gianni Mattioli, che oltre ad essere un uomo politico e un ambientalista (è nell’esecutivo di Legambiente) è laureato in fisica ed insegna la stessa materia all’università “La Sapienza” di Roma, in cui ha condotto ricerche nel campo delle particelle elementari e della meccanica quantistica.

Per far capire il fondamento di questo tipo di fisica” comincia Mattioli “si pensi che circa 100 anni fa il fisico Ernest Rutherford mise in evidenza il fatto che il nucleo dell’atomo non era una particella indivisibile, ma a sua volta un sistema di particelle. L’esperimento consistette nel bombardarlo con particelle alfa (elio) di foglietti d’oro. Se il nucleo dell’atomo dell’oro fosse stato una “palletta compatta”, le particelle alfa cariche di elettricità positiva, nell’interazione con il nucleo ugualmente carico di elettricità positiva avrebbero dato luogo a un problema ben noto ai fisici, ovvero quello di due corpi che interagiscono tramite una forza di tipo elettrostatico (la nota “forza di Coulomb”) una forza repulsiva per cui si era in grado perfettamente di prevedere le traiettorie possibili che avrebbero avuto a causa della diffusione causata dalla forza repulsiva.

Bisogna dire che, per un po’ di tempo, il professor Rutherford vide che tutto andava secondo quanto previsto, fino a quando le particelle alfa avevano una certa velocità e una certa energia. Ma poi scoprì che da un certo punto in poi, continuando ad aumentare le particelle, il comportamento non è più quello previsto, ma cominciano ad esserci distorsioni. E questo è certo perché quelle particelle incidenti hanno un’energia tale da potersi avvicinare sempre di più al nucleo e più si avvicinano e più cominciano a sentirsi altre forze diverse da quelle repulsive. Sono le forze nucleari che tengono insieme le particelle (protoni e neutroni) che costituiscono un universo ancora più piccolo di quello dell’atomo.

Seguirà” prosegue Mattioli “un secolo in cui si continueranno le sperimentazioni e si otterranno informazioni sempre più accurate continuando ad aumentare l’energia delle particelle incidenti. E quello che sta succedendo al Cern è una conseguenza di quegli studi. Ci troviamo di fronte a un livello di energia molto grande che si ottiene facendo camminare parecchio (in circolo perché altrimenti chissà dove dovresti poi andarla a recuperare) fasci di protoni e accelerando sempre più il loro movimento grazie ad un sistema di magneti che riescono anche ad incurvare in modo stabile e regolare la traiettorie dentro la nota circonferenza di raggio 27 Km. Un imponente esperimento e la circolarità, è ovvio, è necessaria per far girare le particelle, ma anche perché in un punto prestabilito c’è una specie di caverna in cui ci sono tutti gli apparti sperimentali che servono per osservare quello che succede quando noi, oltre che a far girare i protoni in un senso, gli mandiamo anche contro un altro fascio di particelle (ioni pesanti) che vanno in senso opposto con elevata probabilità di scontrasi.

Secondo tali conoscenze ci si aspetta che da questi urti, che avvengono ad energie elevatissime secondo la ben nota equazione di Albert Einstein, si possa generare materia e quindi grandi quantità di particelle; molte delle quali sono oggi ben note, mentre altre sono descritte e previste ma non ancora viste e altre ancora sono tuttora misteriose. Di queste ultime sappiamo ben poco, tranne che si possono materializzare solo a velocità ed energie quasi inimmaginabili per noi profani.

Tra queste particelle la speranza è che ci siano tracce anche di quella del “Bosone di Higgs”, detta anche la “particella di Dio” che potrebbe essere, secondo la fisica teorica delle particelle elementari, uno dei mattoni essenziali in quella costruzione della “storia dell’universo”: ovvero come da un bagno di particelle elementari si sono venute formando attraverso processi complessi, atomi che poi hanno generato altri atomi fino alla materia che ci circonda. In questa costruzione il “Bosone” ha un ruolo fondamentale, ma il punto è che finora non è mai stato osservato.

Professor Mattioli, dal punto di vista etico quale valore ha questo esperimento se andrà a buon fine?

Alcuni decenni fa questo tipo di fisica era molto in discussione ed effettivamente c’erano buoni elementi per farlo, nel senso che ci si aspettava di avere risultati che però che erano contraddittori con ipotesi di partenza. Le teorie in base alle quali si costruiva questa fisica teorica avevano elementi forti di contraddizioni da cui il famoso paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen che denunciava l’incompletezza della teoria della meccanica quantistica. Un atteggiamento fortemente critico rispetto a questa fisica e alle sue basi teoriche, tanto che si guardava anche ad aspetti di poteri ideologici di questa che veniva chiamata la “big science”. C’era, insomma, competizione mondiale non lontana anche da aspetti ideologici. Negli anni invece, non voglio dire che sia un pregio o un difetto, ma questo dibattito è stato molto messo da parte e si cerca di fare delle cose, pur molto costose, per vedere cosa ne esce fuori. Nessuno pensi che siano idealità pura, perché intorno gioca una struttura enorme di imprese ed è evidente che qui c’è innovazione tecnologica acceleratissima che genera poi una corsa a sfruttare i brevetti e le licenze. Ma in una giornata come questa invito a stare un po’ a quello che emerge dal punto di vista scientifico e delle nuove conoscenze. Oggi pensiamo a questo.

Ma si può intravedere quali potranno essere le applicazioni eventuali di queste nuove scoperte?

La tecnologia che permette di misurare quello che esce dall’urto è tecnologicamente formidabile, pensate che riesce a vedere particelle che hanno masse enormemente piccole e che esistono per frazioni di tempo minuscole (milionesimi di secondo). Quindi queste tecnologie avranno sicuramente ricadute intuibili da tutti. Ma dal punto di vista dell’effetto che avrà il riconoscimento del “Bosone di Dio”, è prematuro immaginare qualunque cosa. E un tassello di importanza essenziale per la conoscenza della fisica, questo sì. Il resto vedremo.

Per oggi ci fermiamo qui. L’argomento trattato è decisamente ostico e ringrazio di cuore tutti quelli tra di voi che hanno avuto la pazienza di leggere questo Post fino alla fine. Gli esperimenti che nei prossimi mesi (e anni) verranno effettuati al Cern, potranno aprire nuove meravigliose porte alla conoscenza dell’universo che ci circonda. Perseverando sulla strada della ricerca di punta nel settore della fisica, potremmo arrivare a rispondere ad uno dei quesiti che da millenni tormenta l’essere umano: da dove veniamo?

Un abbraccio, GuruKonK.



Fonte: il sito web di “GreenReport”.



Nell’immagine: una parte dei 27 km. dell’Lhc, l’acceleratore di particelle del Cern.

domenica 7 settembre 2008

Un barracuda pericoloso!


Da Anchorage all'Arctic National Wildlife Refuge, l'Alaska, almeno vista dall'alto, sembra un paradiso ambientalistico. Guardando più da vicino, però, quello che dovrebbe essere il guardiano di questo paese delle meraviglie, la governatrice Sarah Palin (che gli amici chiamano “affettuosamente” Sarah la barracuda!) scelta come candidato vice dal repubblicano John McCain, appare molto più legata alle grandi società petrolifere e del carbone di quanto vorrebbe fare credere. Lo sostiene il quotidiano britannico “The Independent”, secondo cui Palin avrebbe “una politica ambientale talmente pericolosa da fare arrossire persino l’attuale presidente degli Stati Uniti George W. Bush”.

Il senatore dell'Arizona John McCain in questa campagna elettorale ha astutamente sottolineato le proprie preoccupazioni riguardo al surriscaldamento globale e si è espresso contro le trivellazioni petrolifere nelle zone protette dell'Artico. Posizioni che cominciano a traballare da quando ha nominato la giovane ed esuberante governatrice, secondo cui “l'uomo non ha nessuna responsabilità nei cambiamenti climatici e chi lo sostiene è grossolanamente malinformato oppure volontariamente fuorviante”. Vi garantisco, amici miei, che questa affermazione l’ho presa parecchio sul personale…

Secondo il quotidiano britannico, la signora Palin “è favorevole all'eliminazione del bando sulle trivellazioni, è contraria alla proposta del Governo americano di inserire gli orsi polari tra le specie a rischio di estinzione”. Come se ciò non bastasse, Sarah la barracuda risulta favorevole “a un nuovo gioco per cacciatori, che dovrebbero poter sparare a orsi e lupi da aerei di piccole dimensioni che volano a bassa quota o dai propri elicotteri”. E poi? A quando il tiro al piattello usando castori vivi?

Inoltre, l'amministrazione dell’Alaska (diretta dalla Palin) avrebbe autorizzato l’azienda Chevron a triplicare la quantità di sostanze tossiche riversate nelle acque del Cook Inlet, nonostante la popolazione di delfini beluga della zona sia diminuita da 1’300 a 300 unità. Su questo tema la signora Palin aveva bellamente ignorato una massiccia raccolta di firme (da parte degli abitanti del posto) che chiedeva una maggior attenzione alla salvaguardia dell'ambiente.

In un momento in cui i ghiacci artici si vanno sciogliendo rapidamente (secondo il “Geological Survey”, i ghiacci sono quasi il 40% in meno rispetto alla media di lungo periodo registrata tra il 1979 e il 2000), la Palin ignorerebbe la minaccia rappresentata da una situazione di questo genere. “Persino l'amministrazione Bush non ha potuto ignorare la realtà del surriscaldamento globale”, ha detto Kassie Siegel del Centro per la Diversità Biologica, “nonostante questo, le posizioni della Palin minacciano un ulteriore passo indietro della politica USA in materia ambientale”.

Saluti pieni di preoccupazione.

GuruKonK



Fonte: sito web del quotidiano britannico “The Independent”.



Nell’immagine: il pericoloso barracuda Sarah Palin.

venerdì 5 settembre 2008

"A.A.A. vendesi precarie"


L'avevano promesso e l'hanno fatto. Hanno attuato uno strip-tease (sia pur “velato” dietro un lenzuolo bianco con retroilluminazione) le centraliniste precarie licenziate dall'ospedale di Legnano dopo sei anni di lavoro interinale, che nei giorni scorsi si erano provocatoriamente “messe all'asta” sul web. Come annunciato in un video su YouTube, intorno alle 11 di questa mattina sono salite sul palco del teatro della Cooperativa di Milano. Vestite di tutto punto, hanno lanciato il loro monito sugli effetti crudeli del precariato e pubblicizzato lo sciopero in programma per il 19 settembre a Roma. Poi hanno dato il via allo spettacolo, davanti a telecamere e macchine fotografiche letteralmente impazzite. Insomma, basta una donna che si spoglia per mettere in subbuglio un’intera platea di uomini, come direbbe la mia adorata sorellina…

Si sono nascoste dietro un telo e, sulle note del famoso “Nessun dorma” di Giacomo Puccini, hanno tolto i vestiti fino agli slip e ai reggiseni, lanciati oltre il separé a prova dell'integralità dello spogliarello. “Ma avevamo altra biancheria intima addosso. La nostra era una provocazione pulita che non doveva intaccare la nostra dignità femminile”, precisa Ornella Cameran, rappresentante del Sindacato Rdb/Cub. Pochi minuti di casto e un po’ impacciato show, nell’imbarazzo loro e dei giornalisti in platea, a quanto pare quasi tutti precari anche loro! Poi riappaiono, coperte da coloratissime vestaglie e alzano uno striscione sul quale a spray è scritto: “A.A.A. vendesi precarie” e annunciando per il 19 settembre a Roma uno “sciopero dei precari”. Lo spettacolo è andato anche in diretta su C6TV, una Web TV milanese. Sul palco erano in nove. Delle undici precarie solo due hanno mancato l'appuntamento. “La pressione è notevole e il momento è davvero difficile per queste lavoratrici”, sottolinea Cameran.

Cercando di chiudere il più possibile le pieghe delle loro vestaglie davanti all’insistenza degli scatti delle macchine fotografiche e delle telecamere e scusandosi a più riprese perché “noi non sappiamo fare queste cose, non siamo abituate a parlare con la stampa”, Milena, Antonella, Elena, Conny e le loro colleghe hanno raccontato la loro vicenda lavorativa nel call center dell’Azienda ospedaliera di Legnano. “Siamo le prime vittime della Legge Brunetta: la precarietà cronica viene risolta lasciando tutti a casa”, hanno detto le licenziate, età media 35 anni, tutte brillantemente diplomate e una di loro, Sonia, addirittura laureata in Scienza Politiche. Sono determinate più che arrabbiate, ma soprattutto preoccupate per il loro futuro: “Molte di noi hanno famiglia, dei figli, dei genitori molto anziani da aiutare, adesso casa facciamo, come facciamo a tirare avanti?

È il nostro dramma di lavoratrici precarie” spiega ancora Ornella Cameran: “ci dicevano che se avessimo accettato gli straordinari pagati solo al 50%, il nostro contratto sarebbe stato rinnovato per almeno altri 8 mesi. Noi ci siamo fidate, siamo state buone e abbiamo continuato a lavorare duramente con orari impossibili: abbiamo sbagliato! Ora, al posto nostro, al call center rispondono persone che fisicamente stanno in Sicilia e noi siamo senza lavoro!”.

Ieri, in extremis, si è fatta viva persino l'azienda ospedaliera di Legnano. “Forse un tentativo di fermare lo striptease. Fatto sta” racconta la signora Cameran “che ci hanno proposto di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie nell'ospedale. La prenderemo in considerazione. Abbiamo bisogno di lavorare e non ci tiriamo indietro”. Quello con la direzione dell'ospedale, prosegue, “è stato un incontro duro, pieno di tensione, ma non ci ha dissuaso. Siamo andate fino in fondo come annunciato”. Nel carnet delle ex centraliniste non c'è solo la proposta dell'ospedale di Legnano. Dopo la provocazione lanciata via Internet, si è fatta viva anche un'azienda di Segrate offrendo un posto per una di loro. In calendario c'è anche un incontro con Ezio Casati, l'assessore alle Attività economiche, che ha chiesto di incontrarle.

Da parte mia posso solo augurare a queste donne di trovare al più presto un posto di lavoro solido e duraturo, che permetta loro di guardare al futuro con maggiore serenità. Purtroppo, nelle sabbie mobili del precariato sono intrappolati migliaia di giovani (ma non solo!) e per molti di loro sarà difficile trovare sbocchi interessanti. Voi come la pensate?

Con affetto, GuruKonK.



Fonte: sito web de “Il Corriere della sera



Nell’immagine: le signore durante la loro singolare protesta.

mercoledì 3 settembre 2008

Il Mystico Giudizio no. 20


Guardando questo film il Guru mi ha fatto scompisciare! Siamo partiti con le migliori intenzioni, pronti a farci travolgere da un thriller mozzafiato, ma alla fine ha vinto l’ilarità e non abbiamo fatto altro che sparare battute. Colpa di una tensione emotiva che non si è mai creata, nonostante il tema e la storia fossero promettenti. Il tema: l’eterna lotta tra il bene e il male, i miracoli (o presunti tali) dei Santi, il potere malefico (o presunto tale) dell’Anticristo. La storia: una scienziata, abituata a smontare con prove inequivocabili fenomeni che altrimenti verrebbero attribuiti a miracolose manifestazioni di Dio, viene per la prima volta messa duramente alla prova da una serie di eventi davvero difficili da spiegare scientificamente.

Oddio, non che “I segni del male” (è questo il titolo) sia un pessimo filmaccio, ma neanche un gran giallo. Quando vi parlai del film “Premonition”, dissi che non tutti a Hollywood sono all’altezza di trattare con intelligenza temi complessi e occulti quali i poteri della mente e l’aldilà, tenendo alto il livello del film. Ecco, “I segni del male” è confezionato bene, ma a differenza di “Premonition” e altri “veri” thriller paranormali, il tema trattato è risultato troppo ambizioso rispetto al materiale che avevano in mano i realizzatori di questo film. Questo lungometraggio purtroppo risulta banale per diversi aspetti. Ottima comunque la regia, agile lo scorrimento della trama e ben fatti gli effetti speciali. Questo è quanto.

Non mi resta che condividere con voi un paio di cretinate sparate dal Guru durante la visione del film, giusto perché sappiate con chi avete a che fare:

• Un intero bacino naturale d’acqua si trasforma in sangue, sulla falsariga della biblica piaga descritta nell’Antico Testamento; lo scenario è inquietante: immaginate un intero fiume rosso, con centinaia di pesci e rane morti che galleggiano a pancia in su. Commento del Guru: “Qui è passata la Novartis!”.

• Un uomo, vedovo da alcuni anni e molto triste per la dipartita della sua amata, si sfoga con la scienziata e le spiega come non sia ancora riuscito a farsene una ragione. Dice che a volte le sembra ancora di sentire in cucina la voce di sua moglie. Commento del Guru dopo 6 minuti di dialogo: “…che palle!”.

Ce ne sarebbero altre di battute, e sono pure le migliori, ma sono costretto a censurarle…

Il Mystico Giudizio: … che palle!

MysteXX



Nell’immagine: un interessante “screenshot” di questo film.

lunedì 1 settembre 2008

A lezione di bombe sul web


La lezione su come fabbricare una molotov l’avevano vista su YouTube. Così, per ammazzare la noia, hanno pensato di costruire gli ordigni e lanciarli. E poi riprendersi con un videofonino con l’intenzione di inserire le loro gesta sul noto sito-video. Tre ragazzi romani, due da poco maggiorenni e uno di 17 anni, sono stati sorpresi dalle forze dell’ordine a lanciare bombe molotov la scorsa notte in una zona periferica della capitale. Alla polizia che li ha arrestati per fabbricazione e detenzione di armi da guerra, i tre, tutti incensurati, ragazzi della cosiddetta “Roma bene” con casa al centro storico dalle parti di piazza Farnese, hanno raccontato di averlo fatto soltanto per divertimento. “Non avevamo nient’altro di divertente da fare”, hanno spiegato.

I ragazzi hanno precisato di avere visto su YouTube come si realizza una bomba incendiaria molotov, hanno voluto anche loro provare a costruire i rudimentali ordigni, per poter poi comparire sul sito. Il lancio delle bottiglie è avvenuto in vicolo dell’Annunziatella, zona Eur, e una molotov è stata anche lanciata contro il muro esterno della casa di cura Santa Lucia.

Il tutto (mi pare ovvio) ripreso da un videofonino, con il quale i ragazzi avevano filmato il lancio e l’esplosione delle bottiglie incendiarie. La lezione di molotov, on line dal 31 marzo da una persona che si firma LastArg, dura poco più di due minuti. Il video ha un titolo esplicito, “Come creare una bottiglia incendiaria molotov”, e si vedono alcuni ragazzi, dall’accento campano riempire una bottiglia di vetro di miscela, la benzina utilizzata per i mezzi a due ruote, e di insetticida. La bottiglia viene poi chiusa con un pezzo di stoffa. Nel video vengono ripresi anche altri ragazzi che seguono le operazioni ridendo e incitando l’amico. Nell’attesa che l’opera si concluda, uno dei giovani prende in mano la bottiglia di plastica che contiene la benzina e le dà fuoco. Infine il gruppo “testa” la bomba lanciandola contro un muro.

A corredare il filmato, alcuni messaggi lasciati dai visitatori: “Siete stati dei geni!” scrive Zabaiò “Ci proverò anche io perché con l’alcool non mi viene bene!”, mentre CoolGaru assicura che lui è “bravo a costruire bombe fumogene per disperdere la polizia”.

Prendete nota, nella vita non si sa mai… Mah…

GuruKonK



Fonte: agenzia stampa “A.G.I.



Nell’immagine: un uso “creativo” delle bottiglie inciendiarie...