giovedì 30 ottobre 2008

“L’omosessualità è una deviazione!”


Un caro saluto a tutti. Ci sono novità da parte dei nostri amici del Vaticano. L’omosessualità, anche se non praticata attivamente, “è una deviazione, una irregolarità, una ferita che impedisce di relazionarsi correttamente con gli altri”: la precisazione è del cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, espressa nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo documento vaticano sugli “Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell’ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio”.

Il prefetto del dicastero vaticano competente sulla disciplina dei seminari aggiunge: “Non si può ammettere al seminario un candidato che ha una tendenza omosessuale radicale. Non perché commette peccato, ma perché l’eterosessualità è la normalità, l’omosessualità è una deviazione, una ferita per poter esercitare il sacerdozio, che consiste anche nell’essere un padre spirituale e nel sapersi relazionare con gli altri”.

Il documento presentato questa mattina in Vaticano, spiega il cardinale Grocholewski, richiama “il contesto socio-culturale attuale che influisce sulla mentalità dei candidati che si presentano al Seminario, creando, in certi casi, delle ferite non ancora guarite oppure gravi e particolari difficoltà psicologiche”. Tra questi il porporato elenca “il disagio di un’emergente mentalità caratterizzata dal consumismo, da instabilità nelle relazioni familiari e sociali, da relativismo morale, da visioni errate della sessualità, da precarietà delle scelte”.

Il ricorso agli esperti, quali psicologi, psichiatri o psicanalisti, “non può che essere soltanto ausiliare” osserva ancora il prefetto vaticano “ossia utile solo in alcuni casi per dare il parere circa la diagnosi, o circa l'eventuale terapia, o il sostegno psicologico allo sviluppo delle qualità umane richieste all’esercizio del ministero”.

Ossia: “si deve ricorrere a loro solo nei casi eccezionali che presentano particolari difficoltà”. Infatti, “spetta alla Chiesa discernere la vocazione e l’idoneità dei candidati al ministero sacerdotale” e in particolare “il vescovo ha la responsabilità ultima di riconoscere e confermare la chiamata al sacerdozio”. E dunque, l’utilizzo delle competenze degli psicologi “è di integrazione, non di sostituzione, sia nel discernimento iniziale, sia nella formazione successiva”.

Ad ogni modo, a parte tutte le chiacchiere sulla logica ed indiscutibile autonomia del Vaticano in queste materie, c’è una domanda che non posso evitare di pormi: se un sacerdote, nel momento di prendere i voti, deve comunque effettuare un atto di totale rinuncia al sesso, che importanza può avere il suo orientamento sessuale? Intendo dire, perché l’abbandono dei “piaceri della carne” deve avere un valore diverso per gli eterosessuali rispetto agli omosessuali?

Mah... come gran parte degli agnostici, ammetto di avere molte lacune su questi argomenti!

GuruKonK



Fonte della notizia: “Virgilio Notizie



Nell’immagine: il prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, cardinale Zenon Grocholewski.

martedì 28 ottobre 2008

“Uccidiamo Obama!”


Due ragazzi sono stati arrestati dagli agenti dell’ufficio dello sceriffo nella contea di Crockett e dagli agenti dell’ATF con l’accusa di possesso illegale di armi modificate (fucili a canne mozze). Il piano era uccidere Barack Obama, sparandogli o decapitandolo nel corso di un comizio in una scuola nei pressi di Memphis, frequentata soprattutto da ragazzi afroamericani. Inoltre, Daniel Cowart e Paul Schlesselman (questi i nomi dei soggetti) volevano assassinare 102 studenti neri (sparando a 88 di loro e decapitando gli altri 14) per rievocare il massacro alla scuola di Columbine. L’arresto dei due neonazisti è avvenuto il 22 ottobre, ma era stato tenuto riservato fino ad oggi.

Cowart e Schlesselman saranno incriminati ufficialmente il 30 ottobre con un’udienza al tribunale di Memphis (Tennessee), città dove 40 anni fa fu assassinato il leader del movimento dei diritti civili, Martin Luther King. I due saranno accusati di aver complottato per uccidere il candidato democratico alla presidenza degli USA, Barack Obama, e altri giovani afroamericani. Per il procuratore distrettuale del Tennessee, Lawrence Laurenzi, le incriminazioni “sono molto serie e come tali saranno trattate”.

Personalmente auspico che a potenziali emulatori (che forse stanno già progettando piani deliranti) il messaggio giunga forte e chiaro! Dall’atto d’accusa risulta inoltre che Cowart e Schlesselman si erano già resi protagonisti di atti detestabili. Pare infatti, come vedremo in seguito, che negli scorsi giorni abbiano sparato numerosi colpi d’arma da fuoco contro una chiesa frequentata da afroamericani, che risultano essere il principale obiettivo del loro nauseante odio razzista.

I ragazzi si sono conosciuti sul Web, frequentando lo stesso “social network”, sulle cui pagine gli inquirenti hanno trovato messaggi maniacali nei quali parlavano di “rapine a case e negozi per finanziari una strage contro la comunità nera”.

Fisicamente, però, i due si sono incontrati per la prima volta solo il 20 ottobre scorso, quando Cowart, il 20enne, è andato in macchina in Arkansas per prendere il 18enne Schlesselman. I due sono poi tornati a Bells, in Tennessee, dove Cowart vive con i nonni. In quei giorni il ragazzo aveva inserito nella sua pagina di MySpace una foto che lo ritrae con l’amico mentre imbraccia un grosso fucile nel giardino di casa.

Il 21 ottobre i due ragazzi hanno tentato di rapinare una casa a Bells, ma si sono allontanati quando hanno visto che vi erano parcheggiate due auto e che nel giardino sostava un grosso cane da guardia. “Il giorno dopo” si legge ancora sulle carte degli agenti federali “sono passati all'azione, sparando colpi alla finestra della “Church of Christ di Beech Grove”, che ha una forte presenza di fedeli afroamericani”. Per fortuna nessuno ha riportato ferite in seguito al raid razzista. “Siamo qui da 120 anni e non abbiamo mai avuto un problema del genere” ha detto il segretario della congregazione, il signor Nelson Bond.

Torniamo alla notizia principale, cioè al piano per colpire Barack Obama. I neonazisti, comunque, sapevano che la loro “impresa” era praticamente impossibile da attuare. La loro intenzione era svaligiare un’armeria e poi tentare di compiere il massacro. Loro stessi “pensavano di non riuscirci, ma contavano sul fatto di essere uccisi mentre ci provavano”, ha detto Jim Cavanaugh, un agente speciale dell’ATF. “Erano però pronti a morire nel tentativo, volevano essere ricordati come martiri della lotta per la supremazia bianca”, ha aggiunto un portavoce del Dipartimento di Giustizia.

La stampa degli Stati Uniti ha deciso oggi di ignorare la notizia: nessun articolo in proposito su “Washington Post” e “New York Times”, che pure hanno reso pubblico il loro appoggio al senatore dell’Illinois, così come sul “Chicago Tribune” e sul “Washington Times”. Profilo basso, invece, per “USA Today” e “Los Angeles Times”.

Il “Los Angeles Timesriferisce la notizia in un articolo, pubblicato nella sezione dedicata alla campagna elettorale, senza nessun contributo di analisi. “Due uomini arrestati per un presunto complotto per assassinare Barack Obama”, è il titolo descrittivo scelto dal quotidiano. Stesso stile per “USA Today”, che riferisce della “congiura” segnalando nel titolo le reali intenzioni dei due naziskin arrestati: “Due uomini accusati di pianificare un massacro, con Obama nell'obiettivo”. Tutto qui.

Vi ringrazio per aver prestato attenzione a questo Post e aspetto con piacere i vostri commenti e le vostre riflessioni in merito.

Con affetto, GuruKonK.



Fonti della notizia: sito web di “La Repubblica” e di “TGcom”.



Nell’immagine: un fucile AK47, meglio noto come “Kalashnikov”.

domenica 26 ottobre 2008

Ordinarie follie (ediz. 15.08)


Un carissimo saluto a tutti gli amici del Blog! Dopo qualche mese di pausa torna “Ordinarie follie”, una delle rubriche che avete sempre seguito con affetto ed attenzione. Oggi parleremo di alcune pazzie che, dopo aver fatto il giro del mondo via internet, sono arrivate fino a noi. Per prima cosa affronteremo la vicenda di Cain “l’uomo diavolo” della Bolivia! Poi voleremo virtualmente fino in Australia per raccontarvi di Natalie Adler, una sfortunata ragazza di 21 anni con una malattia davvero strana e terribile. Per concludere torneremo in Europa, più precisamente in Inghilterra, per conoscere un efferato imitatore del Dr. Hannibal Lecter!


L’uomo diavolo

Questo “uomo” (lo metto tra virgolette perché a tutto assomiglia tranne che a un uomo), si chiama Cain e viene dalla Bolivia. Un bel giorno Cain (o per meglio dire la sua segatura che sembra colmare la sua scatola cranica!) deve aver pensato che sarebbe stato molto “cool” diventare come il Diavolo! Cain ha così deciso di contattare il Dr. Emilio, un famoso medico nel campo del “disfacimento” facciale.

Cain ha chiesto ad Emilio di farlo apparire più diabolico, per poter così assomigliare proprio al Diavolo, così come il nostro immaginario da secoli lo ritrae. Dapprima si è fatto impiantare sulla fronte due specie di corna che, poco alla volta, sono diventate sempre più grosse. Come tocco finale ha deciso che voleva il naso come quello di Lord Voldemort in “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”.

L’operazione è stata eseguita alla fine dello scorso agosto, da allora il buon Cain va in giro con uno sfregio in faccia che lui è convinto lo faccia sembrare il Diavolo. Il mio collega blogger “Loverock” lo definisce “una brutta copia di un quadro di Picasso”. Io non me la sento proprio di dargli torto…


Tuttavia, sul Web in molti lo hanno definito in modi molto meno edificanti... Per qualcuno sembra un quadro che Salvador Dalì dipinse in preda agli stupefacenti. Per altri sembra il Nano Malefico, quando si sveglia la mattina e gli si sono scuciti i lifting... E voi cosa ne pensate?


La ragazza che vede 3 giorni su 7

Natalie Adler, 21 anni, di Melbourne in Australia, convive da 4 anni con una stranissima patologia, tanto che i medici credono sia l’unica persona al mondo con tale problema.

I miei occhi rimangono chiusi tre giorni e poi si aprono per altri 3 giorni, così da 4 anni.” Dice la ragazza. “Qualcosa succede durante la notte del terzo giorno e la mattina seguente i miei occhi si aprono. La stessa cosa vale per il terzo giorno di “luce”, vado a dormire e il giorno dopo non ci vedo più! Nessuno sa dirmi perchè...

La signorina ha già effettuato centinaia di esami da quando la sua vita è drammaticamente cambiata. Il professor Justin O’Day, direttore dell’ospedale neuro-oftalmologico “Royal Eye and Ear” dice: “Natalie è un mistero. E’ un caso unico al mondo e, ci dispiace doverlo ammettere, non abbiamo neppure una diagnosi. Non sappiamo dire che malattia abbia.

Durante i giorni di cecità gli occhi di Natalie sono completamente chiusi, eccetto una piccola fessura nell’occhio sinistro; mentre nei giorni da “vedente” la palpebra sinistra spesso si chiude da sola.

La poveretta cerca di vivere il più possibile nei giorni in cui vede e ha raccontato: “Il giorno del mio 18esimo compleanno avevo gli occhi chiusi, mentre quello del mio 21esimo erano aperti e ho dato un grande festa!

Devo ammettere che il caso di Natalie Adler mi ha duramente colpito! Credo che anche voi non siate potuti rimanere impassibili leggendo la sua sfortunata storia. Nonostante tutto, questa ragazza è riuscita a mantenere uno spirito positivo ed è capace di accogliere come doni meravigliosi anche le piccole cose che noi, nella nostra “normalità”, siamo abituati a dare per scontate.

Natalie, sei grande!


Uccide e cucina l’amante gay

Ecco una storia davvero feroce e truculenta che, nelle scorse settimane, ha sconvolto l’opinione pubblica britannica. Un uomo ha ucciso con venti coltellate il proprio amante e dopo avergli fatto a pezzi una gamba l’ha cucinata, friggendola nell’olio d’oliva e insaporendola con delle erbette. Il tutto secondo una sua ricetta personale che, a quanto dicono gli inquirenti, stava studiando da molti mesi!

Tuttavia, l’uomo non ha trovato per nulla gustoso il piatto a base di carne umana che aveva preparato con tanta cura. Ha masticato pochi bocconi e ha gettato il tutto nell'immondizia.

Con questa accusa Anthony Morley (un cuoco omosessuale di 36 anni) è sotto processo a Leeds per quello che viene considerato “il caso più orribile di omicidio cannibale che sia accaduto nel Regno Unito negli ultimi decenni”.

Il delitto risale allo scorso aprile ma dei suoi più orridi risvolti si è saputo soltanto quando al tribunale di Leeds (nel nord dell'Inghilterra) è incominciato il processo a carico di Anthony Morley, insignito tra l’altro del titolo di “Mr.Gay UK” nel 1993.

Per la serie “al peggio non c’è mai limite”…

Per oggi ci fermiamo qui. Grazie mille a tutti voi per l’affetto e la straordinaria attenzione che continuate a riservare a questo Blog!

Un abbraccio, GuruKonK.



Mille complimenti a “Loverock” per il suo fantastico Blog!



Nell’immagine: Cain, il singolare “uomo diavolo” della Bolivia.

giovedì 23 ottobre 2008

Il diritto di chiamarsi “Venerdì”


Per la Corte di Cassazione “Venerdì” risulta essere un nome “ridicolo, suscettibile di ironia e di scherno, che può arrecare grave nocumento alla persona che lo porta”. Il richiamo dei supremi giudici è al famosissimo personaggio letterario di Daniel Defoe: “figura umana caratterizzata dalla sudditanza e dall’inferiorità che non raggiungerebbe mai la condizione di uomo civilizzato” si legge nella motivazione. Bene ha fatto, quindi, un ufficiale dell’Anagrafe a rifiutarsi di scrivere il nome “Venerdì” sull’atto di nascita di un bambino, dando così il via ad una battaglia giudiziaria lunga due anni.

E i genitori cosa dicono? “Non è giusto non potere scegliere il nome per il proprio figlio, non è giusto che lo Stato possa imporre un nome con la forza. Dire che Venerdì è un nome ridicolo è inoltre offensivo, anzi la ritengo una discriminazione. Io e mio marito eravamo indecisi tra Venerdì e Mercoledì, non pensavamo certo a Robinson Crusoe, il libro di Daniel Defoe, dove il personaggio di Venerdì è ritenuto comunque positivo da molti studiosi di letteratura”. Tanto, assicura la mamma: “Per noi si chiama e si chiamerà sempre Venerdì, che è un nome bellissimo!”.

Il nome del bambino (che ha compiuto due anni) sarà quindi per legge Gregorio, come il santo del giorno in cui è nato, il 3 settembre. E non era l’unico tra cui avrebbero potuto scegliere. A disposizione, infatti, c’erano anche: Sandalio, Remaclo, Mansueto, Giovanni, Eustachio, Commendatore, Claudio, Bartolomeo, Aigulfo, Crodegango...

Tra l’altro sempre di nomi di santi si tratta: va bene che la religione cattolica è la più diffusa in Italia ma tutte le religioni sono tutelate in uno Stato laico (come dovrebbe essere l’Italia, fino a prova contraria!) e avrebbero potuto chiedere ai genitori di sceglierne un altro anziché imporlo come si faceva un tempo con i bambini abbandonati. Proprio i genitori non hanno scordato di far notare due casi trattati in modo diverso dagli ufficiali della pubblica anagrafe: “Chanel” figlia di Francesco Totti e Ilary Blasi e “Oceano” di Yaki Elkann e Lavinia Borromeo... Questi sono solo due esempi, tuttavia la moda del “Chiamiamolo strano” sembra proprio dilagare nello show businnes...

E che cosa dovrebbero dire le centinaia di Maria Catena, Maria Bambina (tutte che si fanno disperatamente chiamare Mary), Addolorata (dette Dolly o Tina), Crocefissa, Assunta, Pantaleo (detti Leo), Oronzo e Concepita che vivono soprattutto al Sud? Ma è giusto che lo Stato, non solo vieti un nome ma ne imponga uno di par suo? E che dire dei genitori che abbinano nomi e cognomi, singolarmente innocui ma dall’abbinamento esplosivo? Si va dalla celebre signora Rosa Sederino a Guido La Vespa, da Viola Passera a Orso Bruno, fino ad arrivare al signor Thomas Turbato...

Un abbraccio, GuruKonK.




Curiosità

Come viene detto nel Post, i genitori del bambino erano indecisi tra i nomi Venerdì e Mercoledì, e questo non a caso. Nella versione originale del famoso telefilm degli anni '60 “La famiglia Addams”, la figlia femmina di Morticia e Gomez era chiamata “Wednesday” (cioè Mercoledì) in quanto negli USA proprio mercoledì viene considerato il giorno più “sfortunato” della settimana.

Nella versione italiana, invece, il nome della ragazzina è stato cambiato in “Venerdì”, perché per tradizione si ritiene “iellato” proprio questo giorno della settimana. Bizzarro, no?



Fonte della notizia: il sito web del magazine “L’Espresso”.



Nell’immagine: la macabra e divertente famiglia Addams nella serie TV originale!

martedì 21 ottobre 2008

Clima: cambiamenti troppo rapidi


Nel 2007 il Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC), vincitore del premio Nobel per la pace di cui abbiamo parlato nel Post “La fine del Polo Nord”, ha pubblicato il suo quarto rapporto, un autorevole studio sulla conoscenza del riscaldamento globale che ha coinvolto circa 4.000 scienziati da più di 150 Paesi. Ma da allora la scienza del clima ha cominciato a produrre nuove ricerche. Il nuovo rapporto WWFClimate change: faster, stronger, sooner” (Cambiamento climatico: più veloce, più forte, più vicino) riassume questi nuovi dati scientifici e rivela che “il riscaldamento globale sta avanzando ben oltre le previsioni dell’IPCC”.

Lo studio è stato redatto con il supporto di esperti internazionali di climatologia tra cui Jean-Pascal van Ypersele, professore di climatologia e scienze ambientali all’Università cattolica di Lovanio (Belgio) e neo-eletto vice presidente dell’IPCC, che afferma: “È ormai chiaro che il cambiamento climatico sta già avendo un impatto maggiore di quanto la maggior parte di noi scienziati avesse anticipato. Per questo è vitale che la risposta internazionale per il taglio delle emissioni (mitigazione) e l’adattamento sia più rapida e più ambiziosa. L’ultimo rapporto IPCC ha mostrato che i motivi di preoccupazione ora sono più forti e questo dovrebbe indurre l’Europa a impegnarsi perché l’aumento della temperatura globale sia ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Ma anche mantenendo il limite di 2 gradi centigradi, secondo l’IPCC è necessario comunque che i paesi sviluppati riducano le emissioni dal 25 al 40% entro il 2020 rispetto ai valori del 1990, mentre una riduzione del 20% risulterebbe insufficiente”.

Le più recenti ricerche scientifiche mostrano che l’Oceano Artico sta perdendo la calotta glaciale con un anticipo di 30 anni circa rispetto alle previsioni IPCC” sottolinea il WWF. “E ora si prevede che nel periodo estivo i ghiacci potrebbero sparire del tutto tra il 2013 e il 2040, un fatto che non si è mai verificato da più di un milione di anni ad oggi. Stando agli studi più recenti, nelle isole britanniche e nel Mare del Nord i cicloni estremi aumenteranno in numero e intensità, portando ad incrementare la velocità del vento e i danni legati alle tempeste sull’Europa occidentale e centrale. Il livello di ozono troposferico, che agisce come inquinante, potrà essere simile a quello registrato durante l’ondata di caldo del 2003, con aumenti maggiori in Inghilterra, Belgio, Germania e Francia. E anche la quantità massima di piogge annue aumenterà nella maggior parte d’Europa, con conseguenti rischi di inondazioni e danni economici”.

Gli ecosistemi marini nel Mare del Nord e nel Mar Baltico” prosegue l’associazione ambientalista “oggi sono esposti alle temperature più miti mai registrate da quando sono iniziate le misurazioni, mentre il Mediterraneo subirà periodi di siccità a lungo termine sempre più frequenti. I ghiacciai nelle Alpi svizzere continueranno a diminuire, con conseguenti drastiche riduzioni nella produzione di energia idroelettrica. A livello globale, si prevede che l’aumento del livello del mare sarà pari al doppio della previsione massima dell’IPCC, che stimava un aumento di 0,59 m entro la fine del secolo, con gravi rischi per ampie zone costiere. L’aumento delle temperature ha già comportato una riduzione nei raccolti di grano, mais e orzo in tutto il mondo”.

Se l’Unione europea vorrà essere considerata un leader nel decisivo summit dell’ONU a Copenhagen nel 2009, e se vuole contribuire alla nascita di un forte accordo globale per affrontare il cambiamento climatico dopo il 2012, deve smettere di sottrarsi alle proprie responsabilità e impegnarsi per una reale riduzione delle emissioni in Europa” afferma Tina Tin, climatologa e autrice del rapporto in esame. “Il WWF si appella alla UE perché adotti un target di riduzione delle emissioni di almeno il 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, riduzione da realizzare entro i confini dell’Europa invece che affidandosi pesantemente alle compensazioni per i progetti all’estero. L’associazione chiede anche all’UE di impegnarsi nel fornire un supporto e un sostegno economico sostanziali ai paesi in via di sviluppo, per aiutarli ad affrontare il cambiamento climatico in atto e adattarsi agli impatti che già oggi sono inevitabili”.

Il cambiamento climatico è una sfida prioritaria per il futuro dell’umanità, e questa lucida panoramica evidenzia quanto sia cruciale che i ministri dell’Ambiente UE (che in questi giorni discutono le normative europee contro il cambiamento climatico) si impegnino per un “pacchetto clima ed energia” forte e decisivo, in grado di assicurarci un futuro a bassa emissione di CO2. Purtroppo alcune nazioni, tra le quali l’Italia (accidenti!), hanno già espresso la propria contrarietà a disposizioni troppo drastiche. Il presidente francese Sarkozy si sta invece battendo per l’approvazione di misure rapide e sostanziali per difendere ciò che rimane del nostro ambiente e per tentare di invertire la tendenza distruttiva in atto. Da parte mia non posso far altro che sperare che il buon Sarkò non venga lasciato troppo solo dagli altri leader europei (incluso il Nano Malefico!), altrimenti anche il summit di Copenhagen finirà sui libri di storia come l’ennesima buona occasione persa!

Insomma, i rapporti internazionali sul clima parlano chiaro. Il tempo delle incertezze è finito da un pezzo, ora servono decisioni rapide, concrete e coraggiose. E servono subito!

GuruKonK



Fonti: sito web di “La Repubblica” e di “La Stampa



Nell’immagine: dai colossi industriali UE e USA sono attese soluzioni concrete contro l’inquinamento e il riscaldamento globale.

sabato 18 ottobre 2008

Il Mystico Giudizio no. 22


Un Christian Slater addirittura magistrale interpreta Bob Maconel, il protagonista di “Un uomo qualunque”, eccellente dramma scritto e diretto da Frank Cappello nel 2007. Iniziamo allora! Bob prepara la sua folle vendetta da tempo. La pistola è pronta, ogni proiettile ha la sua vittima designata. Sul frigorifero di casa ha appeso una lettera che spiegherà al mondo le motivazioni del suo gesto, perché lui poi si toglierà la vita. E’ visibile il suo tormento, nonostante agisca in gran segreto e cerchi di non far trasparire le sue emozioni. La fronte suda e quello che si cela dietro a un paio di vecchi occhiali è uno sguardo angosciato. E’ uno dei numerosi e anonimi impiegati che svolgono noiose mansioni amministrative per una potente società, che ha sede in un moderno palazzo del centro. Un “mediocre”, vittima di una vita priva di stimoli, ossessivo, impiegato maniacale nell’ordine e malfidente. Sul lavoro non ha buoni rapporti con nessuno. Le umiliazioni sono pane quotidiano. Il suo diretto superiore, più giovane di lui, lo tratta peggio di uno zerbino. Bob è frustrato. Ostenta calma piatta ma sta per esplodere; è solo questione di tempo (come “Edmond”, ricordate la recensione? Tra l’altro ritroviamo William Macy in questo film, ma questa volta nei panni del dirigente pescecane).

Ogni mattina Bob cammina a testa bassa nell’atrio affollato; si dirige spaesato alla sua postazione: scrivania e computer, all’interno di un separé due metri per due. “La gabbia”, come la definisce il rampante direttore di Bob. Cammina e rimugina sulla sua penosa esistenza. Quanto odio prova per quei colleghi crudeli e superficiali! Ha 5 pallottole ed è intenzionato a scaricarle contro alcuni di loro, i peggiori. Ma aprire il fuoco in ufficio e poi togliersi la vita non è una decisione che si prende sui due piedi nemmeno quando non si ha più nulla da perdere. Ci vuole tempo prima di passare dall’intenzione ai fatti. Serve un’altra dose di frustrazione. E poi un’altra ancora. Un giorno e poi un altro e un altro ancora. Finché il vaso trabocca.

Il fatidico giorno arriva. Bob si decide a farla finita. E’ pronto a uccidere. Ma succede qualcosa di pazzesco: impugna la pistola e la sta caricando, chinato dietro alla sua scrivania, quando sente degli spari! Boom, un corpo cade. Boom, ne cade un altro. Cinque dipendenti della società stesi al suolo, uccisi da un altro impiegato; un omicida che ha preceduto Bob di pochi secondi. I più fortunati dipendenti della società nel frattempo si sono messi in salvo. Nell’ufficio rimangono solo i cadaveri, l’omicida e Bob. I due si guardano. Bob ha gli occhi sgranati e la bocca spalancata. E’ incredulo. Gli chiede come mai non abbia ucciso anche lui: “Perché tu, Bob, sei più insignificante di me”, gli risponde. Inizia così un coinvolgente dialogo tra i due squilibrati.

Questo è solo l’inizio: 20 minuti senza respiro! Poi, un attimo di calma e ci si sofferma ad immaginare cosa potrebbe succedere in seguito, completamente rapiti da una storia confezionata in una pungente veste cinematografica, originale, in cui la realtà fredda e cruda degli eventi si alterna alla visionaria interpretazione degli stessi, che erompe dalla mente allucinata del protagonista. Il pubblico non sa mai cosa aspettarsi.

Il film è, sin dall’inizio, un’immersione nella personalità cupa e malata di Bob. La realtà di un uomo fortemente disturbato viene narrata con freddo e lucido realismo. Bob, nella sua follia, comunica con uno dei pesciolini del suo acquario. E’ l’unica creatura che ha il permesso di avvicinarsi intimamente alla sua persona, che conosce i suoi segreti. E’ come se Bob delegasse a quel pesce le riflessioni della sua stessa coscienza.

Il Mystico Giudizio: “Un uomo qualunque” è un film appassionante e intelligente. Un tuffo nella psiche malata di Bob e in quella non certo sana di tutti gli altri: colleghi, superiori, vicini di casa. Se Bob è dominato dall’angoscia, gli altri abbondano di leggerezza e superficialità. Saranno anche meno pericolosi di lui, ma altrettanto spaventosi.

MysteXX



Nell’immagine: un ottimo Christian Slater nel ruolo di Bob!

martedì 14 ottobre 2008

“Saviano ucciso entro Natale!”


Hanno stabilito una data, come stessero scrivendo il loro “romanzo” nero dei conti da regolare. Stavolta i padrini che dirigono il gruppo stragista del clan dei “Casalesi” avrebbero deciso persino un termine per distruggere la vita di Roberto Saviano. Ed è la prima volta che affiora una reale “Dead Line”. “Entro dicembre lo scrittore morirà”, racconta un ex criminale ormai diventato collaboratore di giustizia da oltre un decennio.

I “Casalesi” stavolta tirano in ballo anche la sua scorta, i sette carabinieri che da due anni sono il suo scudo, i suoi unici amici, la sua ombra e la sua compagnia.

Succederà entro la fine di dicembre. Quel libro ha fatto troppo clamore”, aggiunge il superpentito dei “Casalesi”. Si tratta di un personaggio che da tempo, come ovvio, risulta estraneo agli affari criminali, e tuttavia è radicato in quei luoghi d'origine e considerato troppo attendibile per non far sospettare che abbia colto voci convergenti dalla sua Casal di Principe, nel cuore della provincia di Caserta, devastata dal disegno stragista di questi mesi, con 15 morti innocenti in (appunto) poco più di cinque mesi.

Il clan del terrore alza dunque il tiro sullo scrittore simbolo di “Gomorra”. Ma lui, sorriso sghembo di sempre, finge normalità. “Che dovrei fare? Continua tutto come prima. Non ho mica altra strada che resistere, resistere, resistere”.

Poco dopo, a chi lo strattona, risponde ironico: “Una cosa mi hanno insegnato questi due anni passati in solitudine: cucino, elaboro ricette; ehi, sto diventando un gran cuoco”. Fuori dal suo itinerante covo protetto, l'ultima minaccia contro Roberto Saviano è ritenuta “assolutamente attendibile”.

Sono in corso ulteriori accertamenti, è stata registrata nelle ultime ore agli atti della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli. È un foglio datato 01.10.2008. Venti righe. E si riferisce a un incontro avvenuto tre giorni prima.

Quelle venti righe che continuano a sbarrare la fiducia in una vita normale, per il giovane autore diventato emblema della lotta alle mafie, alle collusioni e all'omertà dei territori che, per forza di cose, piegano la testa. In gergo giudiziario si chiama “annotazione” (grazie a J.J. per la precisazione, n.d.K.). Quattro righe, a metà foglio, riportano fedelmente la confidenza che il superpentito della cosca camorrista dei “Casalesi” ha affidato, a fine settembre, ad un funzionario dello Stato, che ha poi riferito tutto alla polizia.

Un incontro non casuale, ma dettato probabilmente da motivi di vecchia consuetudine. Forse i due si sono fermati a parlare intorno a un caffè; forse a cena. Durante quel colloquio, il pentito dei “Casalesi” (uno dei primi a collaborare con lo Stato e già imparentato con le famiglie più in vista del gotha criminale) spiega di aver saputo che a ridosso di Natale scatterà la tragica vendetta contro il coraggioso scrittore.

Perché? “Troppo caos ha provocato quel libro, un fenomeno di massa che potrebbe innescare un circolo virtuoso potenzialmente nocivo per gli affari”, spiegherà a voce la persona che assume le informazioni dal pentito. Nella trascrizione l'alto esponente della polizia, da Milano, scrive: “Quest'ultimo (il pentito dei “Casalesi”, n.d.K.) avrebbe riferito che entro fine dicembre il famoso scrittore del libro Gomorra, Saviano Roberto, sarebbe stato ucciso insieme alla sua scorta, in quanto con il suo libro aveva fatto troppo clamore”.

La segnalazione investe subito i vertici della polizia e del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri. Si restringono ulteriormente le maglie della protezione: cautela massima, non c'è spazio per minimi cedimenti all'impenetrabile rete dei controlli e delle bonifiche previste a ogni spostamento di Saviano.

C'è chi, dai massimi livelli delle forze dell'ordine, valuta anche la necessità di misure radicali: non ultima quella di prevedere un temporaneo trasferimento all'estero. Franco Roberti, il procuratore aggiunto antimafia, non entra nel merito della vicenda ma ribadisce: “Sappiamo da tempo che lo scrittore Saviano è esposto a elevatissimi pericoli, le misure di protezione intorno alla sua persona saranno le più adeguate”.

Ma nessuno può escludere, rispetto all'eco dettagliato di questa presunta sentenza di morte (“entro dicembre, con la scorta”) eventuali collegamenti con l'agghiacciante scenario di vendetta che emerge dopo i blitz messi a segno da polizia e carabinieri, in Terra di Lavoro, con il pool esperto di “Casalesi” della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Questa era in sintesi la notizia del giorno. Tuttavia un quotidiano, molto diffuso nella regione in cui vivo, ha dedicato a Roberto Saviano una breve colonna che mi permetto di presentarvi. Il pretesto è un anniversario spiacevole: i due anni di solitudine dello scrittore. Due anni lontano dalla famiglia e nell’impossibilità di stringere amicizie, per non esporre i propri cari ad una potenziale “vendetta trasversale” da parte della Camorra.


I due anni blindati di Saviano
tratto da “La Regione Ticino

Oggi Roberto Saviano ha compiuto i due anni di vita blindata, sotto protezione di una squadra di carabinieri che notte e giorno lo difendono dai possibili attentati della camorra, che lui ha denunciato nel best seller Gomorra. Un “compleanno” che il 29enne scrittore napoletano ha festeggiato partecipando per oltre mezz’ora alla trasmissione radiofonica italiana Fahrenheit su RadioTre.

Sono stati due anni di vita sotto scorta, anni duri” ha raccontato Saviano “All’inizio sembra che non ce la puoi fare, quando il tuo quotidiano viene stravolto e capisci che puoi solo peggiorare, perché vivi costantemente nel sospetto, nella mancanza di fiducia, nella solitudine, mentre le persone che ti sono attorno spariscono”.

La tua vita sotto scorta come si svolge? “Spesso sono giornate terribili” risponde “Ma faccio molta palestra, soprattutto molta boxe con quelli che chiamo i “miei ragazzi”, cioè i carabinieri che mi accompagnano giorno e notte e che qualche volta mi chiamano scherzosamente “capitano”… Pensate un po’…”.

Saviano ha anche ricordato quello che è successo due anni fa, quando partecipò ad una manifestazione a Casal di Principe, rivolgendosi direttamente ai boss latitanti. Il libro non era ancora un best seller da milioni di copie, ma qualcosa era successo e i carabinieri e la Procura della repubblica avvertirono lo scrittore. “Ricordo la telefonata allarmata di un ufficiale dei carabinieri” ha raccontato lo scrittore. Un collaboratore di giustizia aveva segnalato il pericolo. “Non tutti erano dalla mia parte, dalla parte della legalità” dice ancora Saviano. “Ricordo fin troppo bene che quando uscii di casa circondato dai carabinieri, ci fu qualcuno che mi sibilò alle spalle: «Finalmente t’hanno arrestato!»”.

Saviano oggi ha 29 anni e dice di essersi dovuto allontanare da tutti: “Anche da parte di quelli che mi erano vicino c’era una sorta di rimprovero, come se dicessero «ci siamo presi degli schiaffi in faccia per te, per difendere uno spettro»”.

Ma l’autore di “Gomorra” è anche convinto di una cosa: “Sono i lettori che hanno messo paura ai poteri criminali, non certo io”. E spiega che “denunce individuali, articoli battaglieri, prese di posizione di preti coraggiosi, ecc. ci sono sempre stati, ma non hanno mai preoccupato i boss”.

Solo quando la denuncia comincia ad arrivare a certi “numeri”, quando sono milioni le persone che leggono il suo libro, quando addirittura diventa economicamente vantaggioso mettere il dito nella piaga (editori, giornali, cineasti su Gomorra hanno guadagnato molto) allora qualcosa davvero cambia. ...”
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Il Post di oggi si conclude qui. Vi ringrazio di cuore per l’affetto che continuate a dimostrare verso questo Blog: siete semplicemente meravigliosi! A presto!

Un abbraccio, GuruKonK.



Fonte: agenzia stampa “Reuters”, sito web di “La Repubblica”, sito web di “La Regione Ticino



Nell’immagine: lo scrittore Roberto Saviano.

domenica 12 ottobre 2008

Stadio: zona franca per fascisti violenti?


Cinque tifosi italiani sono stati trattenuti in stato di arresto dalla polizia bulgara in quanto ritenuti responsabili di aver dato fuoco ad una bandiera bulgara all'inizio della partita, giocata ieri sera e valida per le qualificazioni ai mondiali del 2010. Nello stesso frangente, secondo quanto si è appreso, i tifosi della Bulgaria avevano dato alle fiamme uno striscione con il tricolore sottratto ai supporter italiani. Gli “Ultras Italia” erano arrivati allo stadio a piedi, scortati da una moto della polizia e alcuni agenti: e durante il percorso per le strade di Sofia è stato un miscuglio di cori calcistici, di ricordi per Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un colpo di pistola di un agente di polizia italiano, e soprattuto di “Faccetta Nera”, “Duce Duce” e altri beceri cori fascisti.

Poi, all'arrivo allo stadio, l'ingresso nel settore loro riservato e subito il tentativo d'assalto contro gli spettatori bulgari. Un gruppo di italiani ha percorso tutti i gradoni con in mano le cinghie dei pantaloni, è arrivato fino alla cancellata che delimita il settore e ha cominciato a menar fendenti e a tirare oggetti dall'altra parte. La tensione è rimasta molto alta prima che una cinquantina di poliziotti in tenuta antisommossa riuscisse a calmare gli animi dei “tifosi” italiani.

A quanto pare questi energumeni risultano già noti alle autorità italiane, per cui mi chiedo come abbiano ottenuto i biglietti nominativi per poter accedere allo stadio.

La Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) ha precisato di aver venduto 144 biglietti a tifosi italiani per quel settore, dopo aver girato al ministero dell'Interno nomi e dati anagrafici dei titolari della richiesta e dopo avere ricevuto in risposta la necessaria autorizzazione. Da quel momento, gli “Ultras Italia” sono passati sotto il controllo della polizia locale. Domenico Mazzilli, responsabile della sicurezza della nazionale azzurra, e Roberto Massucci, suo vice, avevano offerto il loro supporto alla polizia bulgara. Inutilmente, a quanto pare.

Secondo l'agenzia stampa “BGNES”, almeno un poliziotto è rimasto ferito negli scontri che hanno coinvolto una cinquantina di tifosi che si lanciavano bottiglie e pietre. Quando la polizia è riuscita a sedare la rissa, ha aggiunto l'agenzia bulgara, alcuni facinorosi sono stati arrestati.

Salve di fischi hanno coperto l'inno di Mameli prima della partita. Questa l'accoglienza dei tifosi bulgari all'Italia campione del mondo, in seguito ai tafferugli che hanno preceduto la partita. Mentre risuonavano le notte dell'inno d’Italia, i sostenitori italiani nello spicchio di curva loro riservato, salutavano con il braccio teso in posa inequivocabilmente fascista.

Il presidente federale Giancarlo Abete condanna il comportamento dei tifosi italiani a Sofia. “Bisogna sempre prevenire” osserva “e se ci sono stati comportamenti impropri, come ci sono stati, sono da sanzionare”. Abete chiarisce che “la vendita dei biglietti è nominativa e si può risalire ad ogni persona”. Quanto al clima, sottolinea che “è teso, e quello che è successo prima della gara lo ha dimostrato. Ma la partita è apparsa tranquilla”. Per fortuna, se fosse stata inquieta cosa sarebbe accaduto? Sarebbero arrivati i blindati dell’esercito bulgaro? Mah...

Ho l’impressione che dopo ogni episodio di inciviltà allo stadio di sprechino una moltitudine di belle parole, alle quali difficilmente seguono i fatti… Lo stadio è ancora una specie di “zona franca” nella quale tutto viene tollerato: anche atti contrari alla Costituzione!

L’antisemitismo e la xenofobia non sono più striscianti. I neo-fascisti si sentono forti, legittimati come sono dal nuovo clima politico italiano ed escono violentemente allo scoperto. Tutto questo benché una precisa norma della Costituzione Italiana chiarisca che “l’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge”.

La ricostituzione del disciolto partito fascista è reato, questo è chiaro. Molti però non sanno che per ricostituzione si intende “un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque che persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

Anche la “legge Scelba” all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque “fa propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista”, oppure da chiunque “pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.

Tenuto conto di questo, com’è possibile che comportamenti apertamente contrari alla legge vengano tollerati? L’odierna estrema destra italiana incoraggia l’estremismo e nasconde il proprio vero volto fascista dietro un perbenismo di facciata? In Rete ho trovato molte persone che sono di questo avviso.

Molti si sentono offesi da ogni forma di violenza e sopraffazione razziale e stanno aspettando dei provvedimenti reali. In ogni caso credo che i soliti discorsi di circostanza e le solite vuote parole di condanna lascino oramai il tempo che trovano e vengono regolarmente contraddette dall’accondiscendenza di una classe politica che (per motivi di bieca convenienza) permette al fascismo violento di rialzare la testa.

GuruKonK



Fonte: sito web di “RaiNews24



Nell’immagine: quella testolina di locusta di Paolo Di Canio mentre esegue un saluto romano ai propri tifosi…



Grazie di cuore alla gentile signora che si definisce “Il Blog”!

giovedì 9 ottobre 2008

Il sistema finanziario crollerà?


Negli ultimi giorni, molti miei amici e conoscenti hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per la rapidità con la quale la crisi finanziaria in atto sta bruciando miliardi sulle maggiori borse mondiali. Inoltre, alcuni amici “blogger” mi hanno segnalato una miriade di articoli e “post” che trattavano, da diverse angolazioni, proprio questo tema. Devo ammettere di non aver dovuto navigare troppo, prima di trovare del materiale valido. Tuttavia solo questa mattina sono incappato, quasi per caso, in un ottimo scritto di Adrian Salbuchi (economista e editorialista argentino di “GlobalResearch”) pubblicato da uno dei miei siti preferiti: “Come Don Chisciotte”.

Ho deciso di proporvi un breve stralcio di questo interessante documento, ma in fondo al Post troverete un link che vi permetterà (qualora lo vogliate) di accedere alla versione integrale del testo.


La crisi abbatterà il sistema finanziario globale?
di Adrian Salbuchi

Gli eventi delle ultime due settimane hanno rivelato chiaramente che il sistema finanziario, monetario e bancario globale imposto al mondo dalle strutture di potere che promuovono la "globalizzazione" è essenzialmente imperfetto, insostenibile e immorale nei suoi effetti sulla gran parte del genere umano. Dopo aver permesso a una piccola combriccola di loschi individui di accumulare in modo illegittimo enormi quantità di ricchezze e di potere sui mercati, sulle grandi società per azioni, sull'industria, sui mass media, sulle forze armate e su intere nazioni, come le torri del World Trade Center l'11 settembre, l'intero Sistema è ora in caduta libera e sta crollando su se stesso in un'enorme implosione.

Questo disgustoso e ingiusto "sistema di potere globale" è stato progettato e messo in pratica negli ultimi sette decenni da pianificatori geopolitici e geoeconomici al servizio delle strutture di potere del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (lanciato dall'era Reagan), in particolare della sua rete di esperti di basso profilo, distinti ma eccezionalmente potenti, come il Council on Foreign Relations (CFR, fondato a New York nel 1919), la Commissione Trilaterale (fondata nel 1973), la Conferenza Bilderberg (formata in Olanda nel 1954) e vari altri, come il Cato Institute, l'American Enterprise Institute (AEI) e il famoso progetto neo-con per un nuovo secolo americano (PNAC: cliccate su questo link!).

Considerando l'enorme complessità del processo che sta avendo luogo proprio ora, la grande quantità di informazioni con cui siamo bombardati ad ogni ora del giorno, e l'apparente difficoltà nel prevedere come questa crisi globale alla fine verrà risolta, riassumeremo alcuni aspetti importanti e i dati principali che crediamo ci possano essere di aiuto nel mettere insieme le tessere di quest'autentico puzzle, in modo da poter iniziare a capire bene qual è il vero volto di quest'orrenda creatura chiamata eufemisticamente "globalizzazione". Come cittadini argentini, abbiamo un enorme vantaggio sulle altre popolazioni, compresi i cittadini degli Stati Uniti, quando si tratta di capire e affrontare questo genere di crisi. Dico questo perché nel corso della nostra vita in Argentina abbiamo patito quello che sta avvenendo ora a livello globale – benché, nel nostro caso, sia stato su scala ridotta. Abbiamo già visto questo film... Ci siamo già passati e l'abbiamo già vissuto... Siamo stati spinti e trascinati nell'isterico inganno dell'inflazione, dell'iperinflazione, dei crolli sistemici delle banche, dei cambiamenti monetari, dei debt bond swap, dei mega debt bond swap, delle "blindature" finanziarie, delle chiusure delle banche, dei congelamenti dei conti correnti e via dicendo... E quindi abbiamo patito i risultati finali: i salvataggi bancari pagati dai contribuenti (attraverso l'inflazione, o attraverso la confisca dei salari), la scomparsa dei fondi pensione, la distruzione dei posti di lavoro e il generale impoverimento della popolazione.

Quindi, prendete esempio dall'esperienza trentennale in crolli finanziari: ritirate i soldi che avete depositato e investito nelle banche a rischio e fatelo alla svelta!


Un modello imperfetto

Finanza vs Economia
Il sistema finanziario (cioè, essenzialmente, il paese delle meraviglie virtuale, irreale e parassitario del sistema bancario) è stato progettato per funzionare in un modo sempre più contrastante con gli interessi dell'Economia (cioè il mondo reale fatto di vero lavoro, manodopera e produzione/servizi). Negli ultimi decenni, la Finanza e l'Economia si sono sempre più allontanate, cessando di mantenere il fondamentale equilibrio necessario per garantire un sana attività economia incentrata sul Bene Comune delle Persone. In effetti, la Finanza e l'Economia oggi sono tutto tranne che nemiche. Questo può essere notato, ad esempio, dal fatto che l'attuale Sistema Economico e Finanziario Globale fa quasi completo affidamento sul concetto di DEBITO, un altro modo per dire che la Vera Economia è sempre controllata e subordinata agli interessi, ai capricci e alle crisi della Finanza Virtuale.


Il sistema del debito
La Dottrina (o, dovrei dire, il Dogma) del Capitalismo Estremo ha imposto il concetto di DEBITO come il metodo preferenziale per muovere l'economia. Nella maggior parte dei paesi (l'Argentina, ad esempio) questo equivale a dire che non c'è un uso corretto della Moneta Nazionale locale da parte dello Stato per generare credito in maniera controllata e senza l'aggravio dell'interesse. Questo è il modo migliore per alimentare l'espansione economica per specifici sviluppi sociali, difensivi, infrastrutturali e tecnologici. Uno dei punti chiave dei dogmi del Capitalismo Estremo sostiene che le banche centrali che controllano la moneta nazionale devono essere totalmente "indipendenti" dal Governo. Tuttavia, poiché tali istituzioni devono alla fine rispondere a qualcun altro, scopriamo che oggi le banche centrali non sono subordinate e al servizio dello Stato (cioè, le Persone) ma piuttosto della sovrastruttura del sistema bancario privato, sia locale che globale, il quale non tiene minimamente conto del concetto di Bene Comune e Interesse Nazionale.

Questo vale in Argentina come negli altri paesi. Tuttavia nel caso degli Stati Uniti è una situazione particolarmente estrema perché la sua banca centrale – la Federal Reserve Bank (FED) – è un'istituzione privata, con quasi il 97% della sua partecipazione azionaria nelle mani dell'infrastruttura bancaria privata stessa, sia nazionale (in primo luogo) che globale (se guardiamo più lontano). Una volta che la sovrastruttura bancaria privata ottiene il controllo della banca centrale locale, è quindi in grado di imporre una cronica, e spesso drastica, demonetizzazione dell'Economia.

Ciò significa che non c'è mai abbastanza denaro per soddisfare i veri bisogni dell'Economia Reale. Questo accade quando le banche private entrano in scena offrendosi di colmare quel divario generato artificialmente, diventando i primi generatori di credito dell'economia, sul quale addebitano un interesse – spesso a tassi usurai – per prestiti erogati ai singoli individui, alle aziende e persino alla Stato stesso. Dovremmo inoltre capire che l'origine principale dell'inflazione in tutte le economie non è tanto nell'espansione monetaria da parte dello Stato (se questa è mantenuta sincronizzata con la vera crescita economica), piuttosto la maggior parte dell'inflazione di qualsiasi economia è alimentata dagli interessi sui prestiti erogati dal sistema bancario privato.

Ad un livello geoeconomico, questo è sempre servito per generare un enorme debito pubblico nei paesi del Terzo Mondo come l'Argentina, alimentato da una dilagante corruzione tra coloro che sono coinvolti nel processo di erogazione dei prestiti, e appoggiati dai Governi che non sembrano mai comprendere come utilizzare le funzioni sovrane intrinseche al loro potere di emettere moneta per finanziare e promuovere una crescita economica equilibrata. Invece, questi paesi adottano politiche neoliberiste messe a punto dal FMI su questioni fondamentali che vanno dalle funzioni della banca centrale, alle politiche fiscali, al debito, ai tassi di interesse e di cambio, alle norme sul sistema bancario ed altri elementi importanti, tutti piegati per agire in modo contrastante all'Interesse Nazionale del Paese.
(…)

Leggi il testo integrale su “Come Don Chisciotte”.


Spero che abbiate trovato interessante questo articolo di Adrian Salbuchi. L’argomento non è certo dei più semplici, ma ritengo fondamentale essere informati perché una crisi finanziaria di questa portata può davvero toccarci tutti da vicino.

Un abbraccio, GuruKonK.



Nell’immagine: un banchiere che piange miseria e chiede soldi dallo Stato... Non vi fa un po' pena?

lunedì 6 ottobre 2008

Gli atei denunciano Bush


Tutti i primi giovedì di maggio in America si prega, o si dovrebbe, perché Bush ha istituito il “Giorno nazionale della preghiera”. Il gruppo di lavoro con cui il buon George ha avuto la bella idea (chiamato in uno slancio di creatività “National Day of Prayer Task Force”), è stato presieduto da Shirley Dobson. Questa allegra combriccola ha dei forti legami con l'organizzazione religiosa ultraconservatrice “Focus on the Family”, presieduta indovinate da chi? Dal marito di Shirley Dobson, il Dr. James Dobson. Non so come la vedete voi, ma sulla Rete sono in molti a gridare “all’indecenza e all’inciucio”…

Oltre tutto, come ha ammesso il web editor della rivista cristiana “Worldmag”, la giornata è rivolta unicamente ai cristiani. E i buddhisti, che in America sono un gruppo assai nutrito? E i musulmani? Va bene che già ci pensano da soli a prendersi degli spazi, ma credo si tratti di una questione di principio: hanno diritto anche loro ad una giornata nazionale di preghiera? E gli induisti? Per non parlare degli ebrei, che già hanno un certo peso in America...

Insomma, a qualcuno la decisione di Bush non è proprio andata giù! Un'organizzazione di atei e agnostici di Madison (Wisconsin), la “Freedom From Religion Foundation”, sta facendo causa a Bush con l'accusa di violare la proibizione (sancita, niente meno che dalla Costituzione!) di sostenere la religione a livello governativo. Già, la magna carta” a stelle e strisce pretenderebbe uno Stato laico, chi l’avrebbe mai detto? In sostanza, secondo “FFRF” la giornata della preghiera crea “un ambiente ostile per i non credenti, che sono portati a sentirsi degli outsider politici e sociali”.

Un governo laico per Costituzione, non può discriminare chi non è credente, fatta salva la libertà dei cittadini di professare la loro religioni liberamente, sia in privato che in pubblico”, questa in estrema sintesi è la conclusione a cui sono arrivati gli attivisti della “FFRF”.

Sul Web le opinioni in merito sono davvero svariate, anche se ho l’impressione che la percentuale di critica l’iniziativa del vecchio George W. sia nettamente predominante. Ma come ha reagito l’opinione pubblica americana? Come sempre accade quando si tratta di religione il Paese appare piuttosto spaccato in due. Le grandi città, dalla west coast all’Atlantico sono critici verso il “giorno nazionale di preghiera cristiana”. Altrove le cose cono diverse.

Infatti, coloro che abitano nelle campagne e nelle cittadine di periferia, si professano credenti nella grande triade Dio, Patria e Famiglia. Questa gente è insorta contro l’iniziativa della “Freedom From Religion Foundation”, perché vede nell’opposizione al giorno di preghiera un tentativo di destabilizzare le fondamenta morali dell’America.

Io mi definisco un “agnostico interessato”, e continuerò a seguire questa vicenda perché, in periodo di “presidential elections”, l’atteggiamento della politica verso la religione ha spesso avuto un ruolo decisivo.

Concludo con un proposta di Enrica Garzilli (un’abile ed intelligente blogger!): “invece di esigere la cancellazione della giornata di preghiera la “FFRF” (iniziativa che la potrebbe rendere impopolare), avrebbe dovuto chiedere l’istituzione di una “Giornata Nazionale degli Atei e degli Agnostici”! Bush non avrebbe potuto dire di no!”. Forse sì, forse no. Voi che ne pensate?

Con affetto, GuruKonK.



Fonti: “Orientalia4all”, “TGcom, “Reuters



Nell’immagine: uno dei logo usati dall'amministrazione Bush per propagandare il giorno nazionale di preghiera.



Se tra di voi ci fossero degli atei o degli agnostici, sono certo che potrebbero trovare interessante questo link: Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.

giovedì 2 ottobre 2008

L'astuto rapinatore


Ogni anno negli USA vengono commesse circa 10mila rapine in banca, ma raramente sono avventurose e fantasiose come Hollywood ci ha spesso fatto credere. Con l’eccezione di una, appena realizzata nello Stato di Washinghton, che ha generato involontarie reazioni di ammirazione da parte del pubblico nei confronti dell’astutissimo ladro. L’uomo, un giovane di circa 20 anni, aveva pubblicato un annuncio sul popolare sito internet di inserzioni “Craigslist”. Spacciandosi per un piccolo appaltatore, aveva offerto un posto a 27 dollari l’ora (una paga generosa, a quanto dicono) per un lavoro di riparazione di un marciapiede vicino alla “Bank of America” di Old Owen Road, nella cittadina di Monroe.

L’uomo aveva chiesto agli aspiranti operai di presentarsi all’appuntamento con la tradizionale divisa da lavoro: pantaloni da fatica, camicia blu, giubbotto giallo, occhialetti protettivi e casco. All’ora prefissata, ben 12 candidati si sono assiepati all’angolo nord della banca. Nel frattempo, all’angolo opposto giungeva un furgone blindato per il trasporto di valori, e dalla banca usciva una guardia con un grosso borsone pieno di contanti. Il giovane ladro gli ha puntato sul volto uno spray irritante, e mentre quello si strofinava gli occhi infiammati, gli ha strappato la borsa e si è allontanato, mescolandosi alla piccola folla di aspiranti operai, tutti vestiti come lui. Senza essere visto, si è liberato dei vestiti da lavoro, e si è recato lungo un vicino fiume sulla riva del quale aveva precedentemente lasciato un canotto, ci è montato sopra e si è lasciato trasportare dalla corrente.

Quando la polizia è arrivata sul posto, cercando un giovane vestito da operaio, ha trovato un gruppetto di persone ferme vicino alla banca che rispondevano esattamente alla descrizione del malfattore. Come potete immaginare, le forze dell’ordine hanno perso molto tempo prezioso per identificare gli ignari aspiranti operai... Poi, una volta chiarita la situazione, i cani da ricerca hanno riconosciuto una traccia olfattiva del rapinatore ma hanno potuto seguirla solo fino alla riva del fiume. Insomma, la fuga di questo intraprendente giovanotto sembra proprio aver avuto un esito positivo. Per lui, ovviamente.

La “Bank of America” si rifiuta di rendere noto l’ammontare della refurtiva, ma un testimone oculare sostiene che il borsone sottratto era “di grosse dimensioni e che sembrava completamente pieno di contanti”. La stessa portavoce della polizia, Debbie Wills, ha ammesso che il furto è stato di certo “molto originale”. Ma ha anche aggiunto che l’uso di “Craigslist” potrebbe aiutarli a risalire al nome del ladro: “Ha sicuramente lasciato una traccia, anche se virtuale...”.

Personalmente non ho mai avuto molta simpatia per i grossi istituti di credito. Oggi, che conosciamo le scorrettezze legate ai “fondi spazzatura” rifilati ai piccoli risparmiatori, li detesto ancora di più! Per questa ragione, spero che mi perdonerete, simpatizzo un pochino per questo ragazzo. Con ciò non voglio certo dire che approvo uno stile di vita basato sul crimine, anzi. Voglio solo sottolineare che nessuno si è fatto male e che la “Bank of America” è certamente ben assicurata contro inconvenienti di questo tipo…

GuruKonK



Fonte della notizia: agenzia stampa “ANSA”.



Nell’immagine: il noto ladro gentiluomo Arsenio Lupin.