giovedì 30 ottobre 2008

“L’omosessualità è una deviazione!”


Un caro saluto a tutti. Ci sono novità da parte dei nostri amici del Vaticano. L’omosessualità, anche se non praticata attivamente, “è una deviazione, una irregolarità, una ferita che impedisce di relazionarsi correttamente con gli altri”: la precisazione è del cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, espressa nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo documento vaticano sugli “Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell’ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio”.

Il prefetto del dicastero vaticano competente sulla disciplina dei seminari aggiunge: “Non si può ammettere al seminario un candidato che ha una tendenza omosessuale radicale. Non perché commette peccato, ma perché l’eterosessualità è la normalità, l’omosessualità è una deviazione, una ferita per poter esercitare il sacerdozio, che consiste anche nell’essere un padre spirituale e nel sapersi relazionare con gli altri”.

Il documento presentato questa mattina in Vaticano, spiega il cardinale Grocholewski, richiama “il contesto socio-culturale attuale che influisce sulla mentalità dei candidati che si presentano al Seminario, creando, in certi casi, delle ferite non ancora guarite oppure gravi e particolari difficoltà psicologiche”. Tra questi il porporato elenca “il disagio di un’emergente mentalità caratterizzata dal consumismo, da instabilità nelle relazioni familiari e sociali, da relativismo morale, da visioni errate della sessualità, da precarietà delle scelte”.

Il ricorso agli esperti, quali psicologi, psichiatri o psicanalisti, “non può che essere soltanto ausiliare” osserva ancora il prefetto vaticano “ossia utile solo in alcuni casi per dare il parere circa la diagnosi, o circa l'eventuale terapia, o il sostegno psicologico allo sviluppo delle qualità umane richieste all’esercizio del ministero”.

Ossia: “si deve ricorrere a loro solo nei casi eccezionali che presentano particolari difficoltà”. Infatti, “spetta alla Chiesa discernere la vocazione e l’idoneità dei candidati al ministero sacerdotale” e in particolare “il vescovo ha la responsabilità ultima di riconoscere e confermare la chiamata al sacerdozio”. E dunque, l’utilizzo delle competenze degli psicologi “è di integrazione, non di sostituzione, sia nel discernimento iniziale, sia nella formazione successiva”.

Ad ogni modo, a parte tutte le chiacchiere sulla logica ed indiscutibile autonomia del Vaticano in queste materie, c’è una domanda che non posso evitare di pormi: se un sacerdote, nel momento di prendere i voti, deve comunque effettuare un atto di totale rinuncia al sesso, che importanza può avere il suo orientamento sessuale? Intendo dire, perché l’abbandono dei “piaceri della carne” deve avere un valore diverso per gli eterosessuali rispetto agli omosessuali?

Mah... come gran parte degli agnostici, ammetto di avere molte lacune su questi argomenti!

GuruKonK



Fonte della notizia: “Virgilio Notizie



Nell’immagine: il prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, cardinale Zenon Grocholewski.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Come giustamente dice Gurukonk, l'autorità vaticana su questi argomenti è indiscutibile. Però è altresì vero che molto spesso la società civile fatica a trovare una certa coerenza davanti a certe affermazioni. La domanda che conclude il post di oggi mi pare legittima. In fondo se un sacerdote accetta di rinunciare al sesso, non dovrebbe importare il suo relativo orientamento di base.

Leggendo questo post mi sono ricordato di un commento di “gatta Susanna” a un precedente articolo pubblicato sempre su questo blog. Se non ricordo male sottolineava l’inutilità di attendersi un qualsiasi mutamento nell’atteggiamento della Chiesa cattolica in merito alla sfera sessuale. Credo che tale ragionamento sia perfettamente applicabile anche alle dichiarazioni di questo cardinale...

Buona serata a tutti.

Anonimo ha detto...

...ma non avevano detto che essere omosessuale non è peccato, basta non "praticare"...? ....è proprio vero che tante volte è difficile cogliere la coerenza in certe cose...... saluti & baci!

Anonimo ha detto...

Io continuo a considerare la religione una specie di club privato. In questo senso hanno il diritto di "accogliere" tra di loro chi gli pare, non vogliono i gay? Sono fatti loro!

Proprio per questo provo molto fastidio quanto la Chiesa decide di intervenire (tramite i suoi "canali di influenza") sulla gestione della cosa pubblica! Insomma, lo Stato non deve intervenire nei fatti della Chiesa e la Chiesa non deve intervenire nei fatti di competenza dello Stato! Io la penso così.

Anonimo ha detto...

quello che dite sarà anche giusto, però io ho sempre più voglia di farmi buddista...

Anonimo ha detto...

secondo me la chiesa dovrebbe occuparsi dell'anima dei fedeli e predicare l'amore, il rispetto e il perdono. tutto il resto mi pare che esca un pò troppo dal seminato.

saluti!

Anonimo ha detto...

mmmmmhhhh...... buddista?

caro anonimo la tua è una suggestione davvero interessante... però i buddisti non mangiano carne e io non posso stare senza la piadina con il prosciutto crudo....

sarà per un'altra volta, o per un'altra religione...

BloodyMary85

Anonimo ha detto...

webmaster service best seo company backlink service backlinks generator