giovedì 4 dicembre 2008

Iraq: il grande imbroglio di Bush


Il recente “mea culpa” del presidente USA è stato solo l'ultimo passo: “L'Iraq è stato un errore”. Bush l'aveva già capito da tempo. Da quando ha iniziato a modificare, aggiustare e cancellare alcuni comunicati stampa veicolati ai media e, quindi, al mondo relativi alla guerra. La denuncia è di due ricercatori americani del “Cline Center for Democracy” dell'università dell'Illinois, che hanno analizzato nel dettaglio uno a uno i vari testi, scoprendo che erano stati corretti per ragioni di bieca opportunità politica.

Attraverso l’affidabile “Internet Archive”, il più grande archivio mondiale dei siti web (gestito da un'organizzazione no-profit fondata nel 1996 a San Francisco), i due ricercatori sono riusciti a risalire a cinque documenti ufficiali. A distanza di anni, solo tre di questi cinque documenti, con l'elenco dei Paesi a favore della guerra in Iraq, possono essere ancora consultati tramite il sito della Casa Bianca. Gli altri due sono stati cancellati tra il 2003 e il 2006. Quando si è cambiato il testo, non si è provveduto a correggere la data di pubblicazione del comunicato, per far sembrare il tutto più naturale possibile.

In uno dei comunicati cancellati, Bush rendeva noto l'elenco dei Paesi che lo sostenevano nell'invasione dell'Iraq (vedo box: documento 1). Si tratta di un documento del 27 marzo 2003: vi compaiono 49 nazioni. Peccato che, hanno scoperto i ricercatori, in quel periodo gli Stati che appoggiavano l'America erano 45.

Un altro esempio è quello che riguarda il documento datato 21 marzo 2003: nella lista ci sono 46 nazioni, inclusa l'America (vedo box: documento 2). Il mese seguente, però, questa lista viene corretta: vengono aggiunti l'Angola e l'Ucraina, portando il totale a 48. La data del comunicato stampa resta invariata (21 marzo), e nessuno spiega che quel testo è stato cambiato. Quella lista resta visibile per più di due anni, ma poi sparisce. Anche se il “link” non viene cancellato.

Nel comunicato del 13 aprile 2003 (vedi box: documento 3) tra i paesi della coalizione si aggiunge lo stato di Tonga. Ma poi sparisce e ricompare solo nel novembre 2004 con una importante modifica. Il correttore stavolta ha eliminato il Costa Rica: lo Stato, infatti, aveva fatto notare di non essere mai stato a favore della guerra in Iraq, chiedendo di essere rimosso dalla cosiddetta “coalizione dei volenterosi”.

A oggi, spiegano i ricercatori del “Cline Center for Democracy”, non c'è un singolo documento nell'archivio ufficiale della Casa bianca che faccia riferimento al dato reale (e storicamente affidabile) di 46 Paesi favorevoli alla guerra in Iraq. Solo il sito “Archive.org” conserva il comunicato con questo dato (vedi box: documento 4). Un'operazione di “sbianchettatura” che ha permesso a Bush di riscrivere, in parte, la storia.

Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che, anche oggi, avete dedicato a questo Blog. Prima di concludere ho una domanda: vi siete mai chiesti come i grandi leader preparano una guerra? Indipendentemente dalla risposta, vi invito a cliccare su questo link. Troverete il testo integrale (in italiano) della conversazione intercorsa il 22 febbraio 2003 tra George W. Bush e l’allora premier spagnolo Josè Maria Aznar.


Con questo è davvero tutto.

A presto, GuruKonK.



Box News:
a) documento 1
b) documento 2
c) documento 3
d) documento 4



Dati della notizia e informazioni: sito web di “Affari Italiani” (grazie per il vostro ottimo lavoro!).



Nell’immagine: George W. Bush durante un incontro al vertice...


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello questo post, bravo guru! E' proprio interessante!

Anonimo ha detto...

Vero Stilo, grande Guru!

Per fortuna che i repubblicani frettolosi hanno partirito i comunicati ciechi... In compenso hanno riservato il buon tempo per andare a vedere se Obama è cittadino americano o no e se ha diritto di essere eletto alla presidenza oppure no (vedi notizia di oggi sui ricorsi depositati negli USA dai suoi avverari). Ah ah!!!

Baci, Cloppette

Anonimo ha detto...

Bene! Benissimo!

I documenti che attestavano come l'Iraq stesse acquistando il materiale per costruire la bomba atomica da paesi africani? Con grande imbarazzo si scoprì che furono falsificati dal Pentagono!

Le informazioni sicure fornite dalla CIA che Bush citava spesso e che dimostravano l'alleanza tra l’Iraq e Al Qaeda? Non esistevano neppure!

I famosi "laboratori mobili nel deserto" con i quali l'Iraq stava preparando decine di migliaia di bombe chimiche e batteriologiche? Si dimostrarono una bufala bella e buona!

Le foto satellitari dei bunker "anti-radar" e "anti-scanner termici" nei quali l'esercito iracheno nascondeva le rampe di lancio per missili balistici proibiti dall'ONU dopo l'invasione del Kuwait? Pure quelle erano state falsificate!

E le famose "armi di distruzione di massa" (che vorrà mai dire?) con le quali l'Iraq poteva colpire le città americane nel giro di soli 45 minuti? Una barzelletta!

L'amministrazione Bush, insieme alle lobby che essa rappresenta, ha fatto di tutto per giustificare una guerra criminale, illegale e irrazionale. Questa gente ha mentito, ingannato, falsificato, manipolato e mistificato la realtà per giustificare quello che alla fine si è rivelato per ciò che era: un colossale affare per gli amici e i finanziatori delle famiglie Bush, Cheney e Harrison.

Una porcheria costata troppe vite innocenti.

Anonimo ha detto...

e insistono ancora! Donald Rumsfeld, dopo che lo hanno usato come capro espiatorio per il disastro che si era rivelata la strategia americana in iraq, dice ancora che il l’attacco fu una scelta corretta!

ma sta gente non conosce la vergogna????????

i libri di storia li ricorderanno come i colpevoli di una catastrofe annunciata ma loro continuano a dire le stesse idiozie che dicevano 5 o 6 anni fa! e non si accorgono neppure di essere diventati la caricatura dei cattivi governanti!

Se non fossero colpevoli di massacri e torture, sarebbero quasi ridicoli.......

Anonimo ha detto...

...quoto robiiiiiiiii e aj!

.....un bacione a tutti!!!!!!