martedì 26 febbraio 2008

L'occhio sul male (no. 1)


Un caro saluto a tutti gli amici del Blog. Da qualche giorno stavo riflettendo su una nuova rubrica da introdurre su queste pagine, anche perché i “Delitti esemplari” stanno per concludersi. Vi devo confessare che tra i miei interessi ce n’è uno un po’ fuori dal comune: i serial killer. Da oramai diversi anni seguo l’evolversi delle discipline che studiano e catalogano gli assassini seriali. Lo so che tutto questo vi può sembrare perlomeno macabro come interesse, ma vi posso assicurare che non sono assolutamente attratto dal lato “sanguinoso” di questo tema. Piuttosto sono interessato alle modalità psicologiche e psichiatriche che spingono un essere umano a superare ogni limite, diventando un vero e proprio “mostro”. Ho cercato di rendere la documentazione raccolta la meno cruda possibile, tuttavia non escludo che alcune persone possano comunque venire impressionate da questo argomento. Ad ogni modo vi garantisco di aver cancellato ogni inutile riferimento o racconto della sanguinosa attività dei serial killer.

Come si riconosce un assassino seriale ed in cosa si differenzia dall'omicida comune? L'F.B.I. lo definisce come “qualcuno che ha ucciso in almeno tre occasioni, in tre luoghi diversi, e che tra un delitto e l’altro ha un periodo di raffreddamento emotivo, quello che possiamo chiamare un periodo di pausa” (dossier Ressler, 1970).

La definizione è molto ampia e presenta una lunga serie di distinzioni e di specificazioni. Steven Egger (1990) aggiunge una nota molto importante “Il movente non è materiale o monetario ma si crede che sia la soddisfazione dei desideri dell'assassino di avere il controllo totale sulle sue vittime”.

Entriamo nello specifico. La distinzione più autorevole dalla quale iniziare è senz'altro quella di Vincenzo Mastronardi e George B. Palermo, due psicologi e criminologi statunitensi, i quali scindono il fenomeno fra serial, mass e spree murder.

Il serial killer è colui che uccide in almeno tre occasioni con un periodo di “cooling off”, di “raffreddamento” emotivo nel mezzo. E' sottolineata l'importanza del periodo intermedio, il fatto che ogni evento omicida sia vissuto come distinto e separato dal punto di vista emotivo. Inoltre i delitti finiscono per avere una ciclicità temporale.

Lo spree killer (assassino compulsivo) commette omicidio di due o più persone in un lasso di tempo molto breve, in luoghi differenti seppur contigui, in modo che gli omicidi conferiscano in un unico evento, come se fosse stato colto da un raptus omicida.

Il mass murderer (assassino di massa) uccide quattro o più persone all'interno dello stesso luogo e dello stesso episodio criminoso.

A livello macroscopico, si può affermare che, dal punto di vista dell'assassino, un “serial killer” pensa di farcela a non essere mai catturato e molto spesso prende tutte le precauzioni per farla franca, mentre un “mass murderer” non crede neppure di uscire vivo dall'episodio. Infine uno “spree killer” vede così poco lontano dal proprio naso da non averci probabilmente neanche pensato.

Semplificando molto, l'assassino di massa è il tipico “esaltato” che entra in una scuola ed apre il fuoco su chiunque gli capiti davanti; oppure è l'impiegato che fa strage nel suo posto di lavoro. Molto spesso c'è un “messaggio” che questo assassino deve inoltrare alla società e per farlo è disposto a sacrificarsi.

Frequentemente un “mass murder” si considera come qualcuno che in ogni caso non ha nulla da perdere. C'è stato un episodio perfettamente rappresentativo di questa categoria: in Svizzera, più unico che raro per questo Paese, un ex-impiegato del Comune ha fatto strage di parlamentari con il suo fucile di ordinanza, eredità del servizio militare.

Gli “spree killers” storici e più esemplari a noi tutti conosciuti sono Bonnie e Clyde, una coppia omicida, come anche lo sono stati Charles Starkweather e Caril Fugate, lanciati in una follia assassina in viaggio attraverso l'America. Sono il tipo che meno si preoccupa del futuro e che forse non si pone neppure il problema.

Sempre Mastronardi e Palermo (in un loro rapporto del 1995) dividono i serial killers, la categoria più diffusa e preoccupante, in altre cinque tipologie:

a) Il tipo visionario comprende quei serial killer che eseguono i loro omicidi in conseguenza di ordini ricevuti da voci allucinate o in funzione di particolari visioni avute. Si tratta di vere e proprie allucinazioni di comando e la voce udita è generalmente di origine mistica: Satana, Dio, un padre morto ed onnipotente, una figura religiosa.

Un “demone” impone loro di uccidere, di distruggere; la loro azione sterminatrice corrisponde ad una missione perentoria, eseguita con fedeltà e convinzione. La maggior parte di questi assassini è affetta da schizofrenia di tipo paranoide oppure da disturbi allucinatori (sempre legati alla paranoia). Nel primo caso l'omicidio è sempre condotto in modo bizzarro e disordinato, mentre nel secondo caso può essere molto ben pianificato.

b) Il tipo missionario, come dice la parola stessa, deve compiere una missione, che generalmente consiste nella ferma convinzione di dover ripulire il mondo da persone considerate sporche e indesiderabili, come prostitute, vagabondi, tossicodipendenti o spacciatori di droga.

Questo serial killer, pur non soffrendo di una psicosi, è spesso condizionato da personali convinzioni, sostenute da alcune false percezioni di tipo paranoide. Infatti, non prova nessun rimorso poiché agisce “per il supremo benessere della società”.

Un esempio emblematico è quello di Pedro Alfonso Lopez, venditore ambulante colombiano accusato di 310 omicidi. 100 bambine seviziate e strangolate in colombia, altrettante in Perù, 110 in Ecuador dove, colto sul fatto, fu arrestato. Lo strangolatore delle Ande (come veniva chiamato Lopez) si definiva un liberatore. “Le ho soppresse per liberarle dalle sofferenze che subivano nella vita terrena” ha riferito, calmo, durante una dettagliata confessione.

c) Il tipo edonista si distingue per il piacere che prova nell'uccidere. E' l'atto omicida che di per sé gli fornisce una sensazione del tutto simile a quella forma di orgasmo emotivo provato dal cosiddetto “forte giocatore”, quando scommette grandi somme e aspetta i risultati. Può essere considerato una variante del “risk taking”, classico delle persone che hanno bisogno di rischio e di forti emozioni, che ritroviamo non solo nei malati del gioco delle carte o dei casinò ma anche in chi pratica la famosa roulette russa.

d) Power Control. In questo caso lo scopo principale è quello di esercitare il totale controllo su un'altra persona, fino al potere definitivo di deciderne il destino. In questi casi lo stupro, la sodomia e la distruzione degli attributi sessuali hanno una motivazione erotica soltanto superficiale (il sesso è solo uno strumento, un veicolo) mentre in realtà rappresentano il desiderio più profondo di esercitare il proprio potere ed il totale controllo psicofisico sulla vittima.

In questo caso, Jeffrey Dahmer (il tristemente famoso “cannibale di Milwaukee”) è un esempio tipico. Dahmer adescava giovani omosessuali e li portava nella sua abitazione, dove li teneva in uno stato di incoscienza per un periodo di tempo nel quale li torturava e seviziava, per poi inevitabilmente ucciderli. Per ottenere un controllo totale sulle sue vittime era andato così in là da tentare assurdi esperimenti: attraverso fori nel cranio tentava di creare degli “zombie”, degli schiavi sessuali ai suoi comandi.

e) Il tipo lussurioso o “lust killer” ha per obiettivo quello di ottenere una soddisfazione di natura sessuale dalle vittime. Diverso dallo stupratore e dal tipo “Power Control”, questo omicida è completamente assorbito dal suo egoismo e considera le persone solo come dei mezzi, come degli strumenti attraverso i quali raggiungere la soddisfazione. Non è l'atto sessuale in sé che adempie la motivazione del killer, anzi, spesso il medesimo passa assolutamente in secondo piano rispetto alle ritualità che il criminale esprime in presenza della vittima. E' guidato da fantasie dove sesso e morte sono insieme i protagonisti assoluti. La sua compulsione è realizzare queste fantasie.

Come dice John Douglas, figura chiave dell'FBI nella lotta agli assassini seriali, le parole chiave sono: manipolazione, dominio, controllo. E' questo il tipo di serial killer più difficile da assicurare alla giustizia, nonostante sia il tipo che è stato più studiato, attraverso interviste, attraverso l'esperienza di coloro che hanno indagato e che si sono messi, sempre come è solito definire Douglas, “nei panni dell'assassino”.

A tutto ciò credo sia necessario aggiungere un'informazione conclusiva. Molti studi hanno rivelato che parecchi serial killer, nella loro fanciullezza, avevano mostrato uno o più segnali di avvertimento, che gli esperti chiamano “La Triade di McDonald”. Questi sono:

a) Piromania: in molti casi l’appiccare fuoco alle proprietà altrui (senza motivo apparente), ha rappresentato un campanello d’allarme nell’infanzia di vari serial killer

b) Zoosadismo: un buon numero di assasini seriali durante la fanciullezza ha commesso varie crudeltà verso gli animali. La maggior parte di loro si accaniva su animali di piccole dimensioni, tuttavia ci sono stati casi ben più eclatanti. In particolare alcuni futuri “lust killer” uccidevano delle pecore mentre compivano atti sessuali su di loro.

c) Bagnare il letto: può sembrare una cosa banale, però molti serial killer hanno bagnato il letto fino alla tarda adolescenza. Questo ha creato un senso di inadeguatezza che, unito a altri fattori, ha contribuito alla nascita di un omicida seriale.

Come avrete capito quella di oggi è solo una piccola (ma necessaria) introduzione per accedere al mondo deviato dei “serial killer”. Nelle prossime edizioni ho intenzione di entrare nello specifico e raccontare la vita e la storia personale di singoli assassini seriali. La mia intenzione è riuscire ad entrare, anche solo per un momento, nella psiche di questi efferati criminali, in modo comprendere quali siano i meccanismi mentali che trasformano un “normale essere umano” in una spietata macchina per uccidere.

In questo momento non sono ancora in grado di stabilire dove potrà portarci questo viaggio tra le forme del male più puro, tuttavia sono certo che grazie a questa rubrica potremo capire qualcosa di più sulla natura umana e, di riflesso, anche su noi stessi.

Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che avete dedicato a questa nuova rubrica. Naturalmente vi do appuntamento a domani per un nuovo post della serie “Cosa bolle in Rete?”.

Un abbraccio, GuruKonK.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

WOW....

Che bel post! Pieno di dati e di dettagli interessanti!

Mi piace proprio questa nuova rubrica! Se per scrivere una cosa del genere ti serve un giorno di pausa per me fai pure....

ciao a tuttiiiii........

Anonimo ha detto...

Da quello che gurukonk ha scritto ieri per giustificare il fatto di non pubblicare un nuovo post, mi aspettavo qualcosa di originale....

Però un rubrica sulle modalità psicologiche dei serial killer non me l'aspettavo proprio!

Comunque la trova insolita, circostanziata e molto interessante!

Bravo guru, hai colto nel sengo un'altra volta!!!!

Anonimo ha detto...

E il titolo "L'occhio sul male" è davvero azzeccato!

Saluti a tutti!

Anonimo ha detto...

....in effetti anche io non sapevo che tipo di rubrica aspettarmi... però che fosse dedicata alla psicologia dei serial killer non ci avevo neppure pensato per un millesimo di secondo....

....gurukonk dice che ha tolto le cose più crude (e io gli credo) però la storia degli zombie mi ha fatto un pò impressione.... ma non abbastanza da costringermi a smettere di leggere....

....dai.... è vero che sono una cyberpupa assai sensibile ma non esageriamo.... ;-)))

Un bacio grandissimo a tutti!!!!!

Anonimo ha detto...

Pazzesca la storia di Pedro Lopez!!!

Accidenti questo schifoso ha seviziato e ucciso 310 persone (quasi tutte bambine) prima di essere arrestato, come è possibile???

E pensare che lo hanno preso in flagranza di reato, altrimenti avrebbe continuato a uccidere impunemente!!!

Sono storie dure come un macigno, però credo che gurukonk faccia bene a parlarne. Forse non riusciremo mai a entrare davvero nella mente di simili mostri, ma credo che affrontare l'argomento contribuisca (anche solo un pochino!) a non far cadere nell'oblio le sfortunate vittime!

Buona serata a tutti!

Anonimo ha detto...

Bravo robiiii, ti quoto!

Un altro bacione a tutti!

Anonimo ha detto...

...memento mori...

GuruKonK ha detto...

Ciao PoM!!!

Grazie della visita! Mi sei proprio mancato!!!

Un virile abbraccio!!!

Anonimo ha detto...

"In questo momento non sono ancora in grado di stabilire dove potrà portarci questo viaggio tra le forme del male più puro..." >>> Guru, quando dici così un po' mi preoccupo... Ma sarò comunque tuo fedele servitore!!!!!!!!!!!!!!

Seriamente: davvero complimenti per questo impeccabile capitolo introduttivo!

Baci e abbracci, Cloppy

Anonimo ha detto...

....allora vediamo un pò.....

...un ragazzino che potrebbe diventare un serial killer si riconosce dalla "triade di McDonald".... Giusto?

....bene..... io da bambino amavo tantissimo incendiare carte e cartoni nel camino dei miei nonni, quindi avevo tendenze piromani....

....e mi piaceva anche catturare lucertole e dopo averle legate con una specie di guinzaglio di spago le portavo in giro come un cagnolino.... quindi anche con lo zoosadismo siamo a "cavallo", se mi passate la freddura...

....bhè a questo punto rimane la questione del letto bagnato... vi confesso che spesso ancora adesso mi capita di bagnare il letto.... con la vodka... ho il vizio di tenere una bottiglia sul comodino, caso mai mi venisse sete durante la notte....

Insomma, tutti i criteri della "triade di McDonald" sono stati soddisfatti, quindi perchè non sono un serial killer? Eh? Perché? Bhò????

Comunque non è mai troppo tardi per cominciare una nuova carriera..... :-)))))

Ciao carissimi!!!!!!!

GuruKonK ha detto...

@ Cloppete79

Sarai il mio fedele servitore? Accidenti, è stato facile... E io che pensavo di doverti praticare dei fori nel cranio come faceva Jeff Dahmer...

Grazie per il complimento che hai fatto al post! L'ho apprezzato davvero tantissimo!

Baci e abbracci pure a te!

Anonimo ha detto...

Però.... gurukonk ne ha raccolti di dati per poter scrivere questo post!

Si vede che l'argomento lo interessa sul serio e devo ammettere che questo viaggio nei cunicoli della mente umana può essere davvero affascinante.....

Dov'è la mia uzza? Perchè non commenta questa nuova rubrica della quale era anche lei all'oscuro? Chi lo sa?

Saluti a tutti gli amici del blog!

GuruKonK ha detto...

@ Max

Non saprei... Uzza non stava molto bene: è stata colpita da un fastidioso virus gastro-intestinale...

Questo virus ha colpito molte persone in questo periodo. Da parte mia spero di passarla liscia...

Comunque credo che Uzza tornerà prestissimo a scrivere commenti...

Ciao a tutti!

Anonimo ha detto...

O povera uzza.... ma è una mia impressione o si ammala spesso? Accidenti forse fa una vita spericolata oppure è fragile di costituzione?

Mah, comunque le faccio tanti auguri di pronta guarigione!

Ciao gente!

Anonimo ha detto...

Ah... giusto....

Volevo dire che anche io trovo "L'occhio sul male" un titolo adattissimo alla rubrica!

Anonimo ha detto...

questo post è davvero ben fatto!

complimenti a gurukonk per la precisione dei dati e la semplicità con cui ha saputo redigere il documento! bravo!

Ciao!