venerdì 28 dicembre 2007

Sbattuti in libertà


I poveri spesso vanno in prigione. Sono persone in condizione di bisogno sociale ed economico, confrontate con gravi difficoltà personali, che spesso vivono sulla strada. A volte sono stranieri, tossicodipendenti, alcolisti o malati di AIDS. Frequentano le mense pubbliche, i centri di accoglienza e, in molti casi, si ammassano nei quartieri dove sono presenti degli istituti che li possano aiutare nelle urgenze primarie. L’indulto ha letteralmente “sbattuto in libertà” migliaia di persone senza futuro né prospettive. Oggi vi voglio raccontare una storia come tante.

Giovanna, 39 anni, è uscita dal carcere di Latina con l’indulto e oggi dorme in una macchina con sua figlia perché non sa dove andare. Non ha una casa e non ha un lavoro, ma non vuole tornare a spacciare. “A volte penso” – scrive Giovanna – “che era meglio quando stavo in galera, lì almeno avevo un letto”.

Quello di Giovanna purtroppo non è un caso isolato. Sono migliaia le persone che, uscite dal carcere con l’indulto, si trovano senza casa, senza soldi e senza un lavoro. Certo, alcuni di loro tornano a delinquere, ma in molti resistono alla povertà. Resistono al reato. Si tratta di un pezzo d’Italia di cui nessuno parla, perché non fa notizia.

La vigilia di Natale a Napoli un centinaio di “indultati” sono scesi in piazza per protestare contro il Comune perché non li aiuta a trovare un lavoro. “Non vogliamo tornare a rubare” – dicono – “Vogliamo che il Comune ci aiuti a trovare un lavoro”.

Il Comune di Napoli risponde che sta per destinare 120 posti per un corso di formazione, che prevede anche uno stipendio di 500 euro mensili. 120 posti, mentre le domande sono state più di 9.000. E gli altri che faranno? Molto probabilmente saranno costretti a delinquere.

Nelle altre città d’Italia la situazione non è molto diversa. Purtroppo l’indulto è arrivato senza che i Comuni si fossero organizzati ed attrezzati per accogliere questa variegata umanità scarcerata. Quella che chiede un lavoro, quella che non vuole tornare in carcere.

Bisogna pensare che dare lavoro ad un ex carcerato significa anche dare sicurezza al resto dei cittadini. Impedire che coloro che chiedono un lavoro non siano costretti ad arrendersi all’evidenza, tornando al crimine, dovrebbe essere un imperativo per tutte le istituzioni. Invece ci si affanna a cercare un classico accordo “bipartisan” per far avanzare l’iter procedurale di un altro “Pacchetto Sicurezza”, che di sicuro non risolverà il vero problema.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello il post di oggi!!!!!! Grande gurukonk!!!!!

Buona serata a tutti!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Il problema è serio!

Più poveri = più crimini

L'equazione è semplice e, a parer mio, totalmente inconfutabile. Non è certo un caso se la gran parte della popolazione carceraria è formata da rappresentanti del cosiddetto "ceto basso"!

Per avere più sicurezza non basta espellere il criminale rumeno di turno, anche se non guasta... L'unica soluzione sensata passa dall'innalzamento della condizione sociale. Servono più lavori a tempo indeterminato, servono investimenti nella scuola pubblica che sta andando in malora e servono corsi di formazione continua per gente come Giovanna!

In caso contrario il TG continuerà a sommergerci di atrocità e violenza!

Ciao a tutti!

Sgt. Hartman ha detto...

In Italia se rubi miliardi con gichi loschi (tipo Berlusconi e Tronchetto) non ti fai neanche un giorno, mentre se sei uno sfigato ti martellano di brutto. E la dura legge del nostro sistema, se non hai soldi non conti più un c...o.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con sgt.hartman!
Purtroppo nel nostro paese funziona tutto così, non solo la giustizia..... Per esempio se ti serve una TAC devi aspettare anche 6 mesi, ma se hai i soldi e puoi pagarti una costosa clinica privata l'esame lo fai entro pochi giorni!!!!!
In Italia tutto funziona a 2 velocità, naturalmente a dipendenza del conto in banca.....

Cari saluti!

Anonimo ha detto...

Guardate che è proprio vero che l'indulto ha causato un sacco di problemi! Però, se anche coloro che sono usciti di galera con l'intenzione di "rigare diritto" vengono messi in condizione di dover tornare al crimine significa che quel provvedimento era proprio TUTTO sbagliato!!!!!!! Grazie a gurukonk per la bella segnalazione!

Anonimo ha detto...

Secondo me gurukonk e max hanno colto nel segno! Il seme del crimine trova terreno fertile nella povertà! Se si vuole dare sicurezza ai cittadini è indispensabile dare a queste persone lavori dignitosi e non quei ca..o di contratti a progetto dei quali le imprese abusano da anni!

That's all folks.......

Anonimo ha detto...

ciiiaaaaooooo........ non ho nulla da aggiungere alle cose che avete scritto voi.....però ci tenevo a salutarvi e a mandarvi un bacione.....

;-*