lunedì 3 dicembre 2007

La violenza dell'anoressia


Chi di voi non ha ancora notato la sconvolgente testimonial dell’operazione “No Anorexia” di NoLita? Quasi nessuno, credo. In effetti i cartelloni pubblicitari di questa campagna si possono vedere un po’ ovunque, e di certo non passano inosservati. In molti hanno duramente criticato questa scelta; tuttavia, se lo scopo principe di tutta l’iniziativa era far discutere l’opinione pubblica, credo che l’obiettivo possa ben dirsi raggiunto.

E’ malata, quella ragazza, e ci guarda chiedendoci qualcosa, imponendoci la sua presenza e il suo dolore esibito. La sua è una malattia psichica che si è rapidamente impossessata del corpo, svuotandolo ogni giorno di più. Si chiama Isabelle Caro, ha 27 anni ed è francese. E’ alta 165 centimetri, pesa 31 chilogrammi (una pazzia per una donna adulta!) e ha fornito il proprio corpo scheletrico per pubblicizzare la casa di moda NoLita, che fa della lotta all’anoressia il proprio biglietto da visita.

Grandi manifesti, pagine di riviste e quotidiani mostrano la sua immagine con la scritta “No Anorexia”. Naturalmente, il fotografo dietro questa operazione non poteva che essere Oliviero Toscani, già in passato autore di campagne shock che hanno scatenato furiosi dibatti su razzismo, AIDS, guerra e omosessualità. Anche questa volta il suo messaggio, così diretto e violento, ha sollevato un gran polverone. C’è chi l’accusa di strumentalizzare un problema drammatico per promuovere un marchio commerciale. Altri, invece, insinuano il fatto che il messaggio potrebbe assecondare chi soffre d’anoressia, che troverebbe in questa esibizione uno stimolo gratificante. Non mancano però anche i pareri positivi. Infatti, c’è chi afferma che questa campagna sia in grado di stimolare una sensibilità sociale sulla malattia e, nello stesso tempo, mostrare la sofferenza che questo male produce su di una giovane donna.

L’anoressia è un disturbo mentale assai complicato. Non si vuole dimagrire all’estremo per fare le modelle o per avere successo, per essere conformi alle aspettative estetiche. No, diventare pelle e ossa è anzi una strategia inconscia per rifiutare il mondo, la sessualità e, a volte, una madre ingombrante. Ritornando alla nostra immagine però, ci possiamo trovare davanti ad altre strade e ad altre interpretazioni.

C’è proprio da chiedersi che valore abbiano ancora le cosiddette “icone” nel nostro mondo. Noi oramai possiamo vedere di tutto, standocene tranquillamente seduti in casa: morte, miseria, donne provocanti, idioti di successo, bambini denutriti, disastri ambientali, serial killer dall’aspetto innocuo e impuniti ladroni di stato. Finiamo per abituarci e ad assuefarci a tutto. Ma, proprio per questa ragione, mi chiedo se campagne come questa, così cariche di atroce durezza, non siano quasi una necessità fisiologica per non farsi invischiare l’anima nel torpore generale che ci circonda.


Ispirato da “Santa Ikona, aiutaci tu” di P.Selva, immagine tratta da www.rai.it


Siti utili:

Anoressia e bulimia, un aiuto amichevole

ABA (Associazione sullo studio dei disordini alimentari)

Disturbi alimentari (un aiuto dalla psicoterapia)

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello il blog oggi!
Una mia amica è molto magra. Non dico che è uno scheletro per fortuna, però è molto magra e tutte le volte che si guarda allo specchio continua a dire che dovrebbe dimagrire e che è ingrassata, ecc. Per noi altre è strano perchè lei è decisamente la più magra del gruppo. Quando andiamo per negozi a provare vestiti e lei prova un nuovo paio di jeans dice che le fanno il 'sedere' grosso e che a lei non stanno bene! Quando noi altre le diciamo che non è vero che è grassa, anzi è quasi troppo magra, è come se lei non ci sente! Non credo che diventerà mai anoressica però penso che è anche da cose del genere che può iniziare la malattia. Voi che dite?

Un bacione enorme a tutti!!!!

Anonimo ha detto...

E' davvero strana questa cosa. Ormai è risaputo che gli uomini sono più attratti da donne con belle forme piuttosto che dai grissini. Eppure le donne insistono nel volere dimagrire sempre e comunque.

Anonimo ha detto...

in effeti hai ragione Angie....é davvero un campanello d'allarme!! infatti per le persone malate la foto può risultare un modello di bellezza,e anche quando raggiungono quel traguardo tremendo continuano a non vedersi magre. sembra assurdo ma é proprio così e di sicuro ancora oggi il mondo della moda non aiuta per nulla....anzi....sono pochissimi gli stilisti che hanno posto come limite la taglia 40...già piccola se si pensa che sono ragazze molto alte! per farvi capire vi dico che manuela arcuri porta una 46....é grassa???? secondo me la televisione,la pubblicità (che fa da modello ai giovani) ne é molto responsabile!!!
quindi io approvo la campagna pubblicitaria.

ciao carissimi baci baci buona serata!!!

p.s. Angie tieni d'occhio la tua amica e magari parlane seriamente con le altre del gruppo! smack!!!

GuruKonK ha detto...

Secondo me le donne sono perfettamente a conoscenza dei gusti maschili. Quello che dico nel post è che non smettono di mangiare per essere belle, rifiutano il cibo per distanziarsi incosciamente dal mondo. Anche io pensavo che dietro l'anoressia ci fosse una folle rincorsa a ideali estetici errati, ma ho scoperto che è spesso solo un luogo comune.

Anonimo ha detto...

Capisco benissimo che a molte persone dia fastidio vedere un corpo così scheletrico mentre cammina per strada. Però non si può parlare di anoressia senza vederne le conseguenze, quindi sono favorevole a questo tipo di comunicazione aggressiva.

Anonimo ha detto...

Grande GuruKonk, credo che tu abbia perfettamente ragione. Non credo che moda ed estetica abbiano a che fare con l'anoressia. Io sono convinto che la belleza, come molte delle nostre emozioni, siano riflesse nello sguardo di chi ci sta a fianco.
È l'uomo che con il modo di guardare la propria donna la fa sentire bella...e questo indipendentemente dalla taglia dell'abito che indossa.
L'anoressia, dal mio punto di vista, é unicamente un disturbo legato all'ossessione del totale controllo del proprio corpo.

Anonimo ha detto...

beh........che dire....
complimenti per il commento del nuovo arrivato....

GuruKonK ha detto...

Ciao pom! Benvenuto sul blog!
Il tuo commento mi ha fatto riflettere. In fondo, il desiderio di controllare il nostro corpo (come estensione della necessità di gestire il mondo che ci circonda) è un sentimento comune a molti. Il disagio che nasce quando ci si accorge che non si può avere il controllo su quello che abbiamo intorno, forse non è unicamente alla base dei disturbi alimentari ma anche di alcune forme di dipendenza.
Quello che voglio dire, è che forse anche un alcolista intimamente vorrebbe poter dominare (o addirittura cambiare) i propri rapporti umani e il proprio piccolo universo.
Voi che ne dite?

Anonimo ha detto...

Oggi il blog mi estromette e ho avuto molte difficoltà a inserire i commenti. Capita anche a voi?
Volevo solo dire che le riflessioni di gurukonk e pom sono davvero preziose! Complimenti!
Ciao a tutti!!!!

GuruKonK ha detto...

Ciao Stilo!
Grazie mille per i tuoi complimenti, sei davvero gentile!

Oggi anche io fatico ad accedere al blog ma non ti so dire se il problema sia generale oppure se sono le nostre connessioni internet a fari i capricci...

Anonimo ha detto...

Voglio rispondere al secondo commento di gurukonk. Credo che per l'uso di sostanze stupefacenti il tuo discorso non regga. Tutti noi, da quando siamo bambini, sappiamo benissimo che le droghe sono pericolose e che non risolvono i problemi, anzi aggiungono nuove sofferenze. Quindi chi è così irresponsabile da cadere nelle trappole della droga non può giustificarsi dicendo di averlo fatto perchè non riusciva a gestire il suo "piccolo mondo", visto che di sicuro sapeva dall'inizio che la droga non avrebbe fatto che peggiorargli la vita.

GuruKonK ha detto...

Caro Robiiiiiiiii, secondo il tuo ragionamento anche una ragazza che smette di mangiare dovrebbe sapere che così facendo non fa altro che peggiorare la propria situazione.
Il fatto è che, nella vita, molte cose ci possono far deviare dalla "retta via" spingendoci sull'orlo del baratro. Sarei felice di sapere che a te non è mai successo, credimi.
Vedi, non sempre le cose sono così semplici da poterle catalogare in "Bene o Male" e in "Bianco o Nero". La vita è una spaziosa zona "grigia" nella quale perdere sè stessi è più facile di quel che si crede. Tuttavia, con al fianco le persone adatte può essere altrettanto facile recuperare i cocci della propria vita e tentare di ricostruirla.
Non so bene se, alla fine, quello che ho scritto possa essere applicabile ai disturbi alimentari (cioè da dove siamo partiti) tuttavia sono sicuro che tenendo presente una visione positiva di sè stessi si possa risalire dal più profondo degli abissi.

Anonimo ha detto...

Quoto gurukonk!