domenica 16 dicembre 2007

Il triste veto


Visto e considerato che oggi è domenica dovrei pubblicare (come da programma) la rubrica “Delitti esemplari”. Tuttavia mi sono appena reso conto di aver trascurato una notizia importante proveniente dagli USA. Infatti, due giorni fa, il presidente George W. Bush ha bloccato una proposta di finanziamento della legge sanitaria, che avrebbe permesso di garantire cure adeguate ai bambini di famiglie in difficoltà. Non è la prima volta che il “Comandante in capo” (come ama definirsi il buon George) utilizza il proprio potere presidenziale per bloccare simili iniziative.

L'appello del piccolo Graeme Frost, che venerdì corso lo aveva pregato di non farlo, è stato inutile. George W. Bush, due giorni fa, ha negato l'assistenza medica gratuita a 4 milioni di bambini americani, le cui famiglie non sono in grado di pagare le costose polizze assicurative private. Il presidente ha posto il veto sullo “State Children's Health Insurance Program” (detto Schip), il piano che dà la copertura sanitaria pubblica ai figli di coppie a basso reddito, approvato al Congresso con ampia maggioranza.

È una scelta politica molto azzardata, per non dire vergognosa, che rischia di isolare ulteriormente il capo della Casa Bianca. Lo Schip è infatti un programma molto popolare, appoggiato da uno schieramento trasversale, che vede insieme democratici, repubblicani moderati, industria farmaceutica e perfino le Chiese cristiane. In vigore da 5 anni, finanziato finora con 25 miliardi di dollari, esso ha garantito cure gratuite a quasi 7 milioni di bambini, figli di famiglie non abbastanza povere da poter accedere al Medicaid, il programma federale di assistenza medica per i poverissimi, ma comunque non in grado di pagarsi un’assicurazione privata.

Nell’iniziativa votata, il Congresso prevede di portare la spesa dello Schip da 25 a 35 miliardi di dollari nel prossimo quinquennio, consentendo ad altri 4 milioni di bambini americani di beneficiarne. Al Senato, ben 18 senatori repubblicani, preoccupati delle loro prospettive elettorali nel 2008, hanno votato con la maggioranza democratica, un risultato che rende il decreto immune al veto presidenziale. Non così alla Camera dei Rappresentanti, dove ci sono stati meno dei due terzi necessari. Anticipato da settimane, il no di Bush ha motivazioni politiche e ideologiche: il presidente insiste sulla disciplina finanziaria per riportare sotto controllo il bilancio, anche se poi chiede contemporaneamente altri 75 miliardi di dollari per la guerra in Iraq. L'argomento di Bush è che l'ampliamento spingerebbe migliaia di famiglie a chiedere l'aiuto pubblico, facendo esplodere i costi. Più in generale, Bush pensa che così si apra la strada “a un sistema sanitario controllato dallo Stato”, come se ciò fosse la fine del mondo…

Non cambierà idea”, ha detto venerdì la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, secondo la quale è tempo di “cercare un compromesso, concentrandosi sull'obiettivo originario, quello di coprire prima di tutto i bambini più bisognosi”.

Ma la reazione democratica è stata durissima. Il senatore Ted Kennedy, che guida la Commissione Sanitaria ha detto che “Oggi abbiamo appreso che un presidente pronto a gettar via un totale di 700 miliardi di dollari in Iraq, non è disposto a spendere una piccola frazione di quella somma per dare l'assistenza medica ai bambini americani”. Secondo Harry Reid, capo della maggioranza al Senato, “il veto dimostra quanto Bush sia ormai disconnesso dalle vere priorità del Paese”. Ma voci critiche si sono levate anche dalle file repubblicane: “Spero che l'Amministrazione non intenda affrontare il popolo americano, aprendo il portafoglio sulla guerra e dicendo ai bambini senza assistenza medica di andare a farsi benedire”, ha ammonito il deputato della Louisiana, Jim McCrery.

Che dire? Nella nostra vecchia Europa avremo anche i nostri casi di malasanità (ma non credo che ci sia un posto nel mondo dove manchino: la malasanità è figlia di errori umani e tutti i presìdi sanitari del mondo sono fatti di esseri umani) ma abbiamo anche molti professionisti esperti e competenti che svolgono il proprio lavoro con dedizione e umanità, riscuotendo grandi risultati.

La differenza, rispetto al sistema americano, è prettamente ideologica. Infatti per noi il diritto alla salute e all’accesso alle cure sono principi solidamente radicati nella nostra società. Negli USA la possibilità di essere curati viene a volte subordinata alla capacità finanziaria del malato: o ti puoi permettere un’assicurazione privata oppure devi rientrare negli stretti parametri della pubblica assistenza (Medicaid); in caso contrario l’accesso alle cure non viene garantito ovunque.

Il successo ottenuto da “Sicko” (film girato nel 2006 da Micheal Moore, regista premio Oscar e vincitore della Palma D’Oro a Cannes per “Fahrenheit 9/11”) testimonia quanto il tema della sanità sia molto sentito, sia in Europa che negli USA.

Voi che ne pensate?


Nell’immagine George W. Bush con un bambino.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche in Italia se vuoi un esame in tempi brevi devi potertelo pagare, altrimenti se passi dalla mutua potresti dover aspettare vari mesi!

Anonimo ha detto...

Ciao! Non sono un esperto, però in Italia le cure d'emrgenza non sono differenziate in rapporto alla diversa solvibilità dei pazienti.

Anonimo ha detto...

La filosofia sanitaria americana è bizzarra. In alcuni stati, come ad esempio la Virginia, l’accesso alle cure d’emergenza è garantito per tutti. Non solo, addirittura le cliniche private devono assicurare gli interventi ‘salvavita’ a tutti i pazienti, senza distinzione tra ricchi e poveri, tra assicurati e non.

Però le cure lunghe e continuative nella maggioranza degli Stati americani (come il Texas) sono garantite solo a chi può permettersi le costose assicurazioni private oppure è così povero da rientrare nel Medicaid. Il problema è che i lavoratori del cosiddetto ceto medio non possono pagarsi un’assicurazione e sono esclusi della sanità pubblica.
Proprio per loro il decreto votato dal congresso, e bloccato da Bush, poteva fare davvero al differenza.

GuruKonK ha detto...

Bravo Max, sei sempre attento e puntuale nelle tue considerazioni! Ti ringrazio per la precisazione!

Anonimo ha detto...

Mi piace la foto.... ottima scelta!

Anonimo ha detto...

Avete visto "Sicko"???? Se non lo avete ancora visto dovete assolutamente procurarvi il dvd!!!!!

GuruKonK ha detto...

Perchè è così facile spendere 700 miliardi di dollari per occupare l'Iraq mentre è impossibile garantire cure mediche a 4 milioni di bambini americani con 10 miliardi? Perchè i soldi spesi in Iraq finiscono in gran parte alle società dei "grandi elettori" di Bush. Ad esempio la Halliburton ha ottenuto l'esclusiva per la fornitura dei pasti a 200'000 militari USA in Iraq. Inoltre la società di famiglia di Dick Cheney ha ricevuto in appalto i lavori di rinnovamento del porto di Umm Qasr (del valore di 1,2 miliardi di dollari!), questi lavori permetteranno di fare attraccare le nuove superpetroliere americane che proprio a Umm Qasr verranno riempite di greggio.

Anonimo ha detto...

Noooo..... che brutta storia!!!!! Non c'è proprio più vergogna nel mondo!!!!

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo, l'operato di Bush non rende giustizia alla grandezza degli USA! Per fortuna sta arrivando al termine del suo secondo mandato e non potrà ricandidarsi!!!

Ciao a tutti!!!

PS: quoto Randy81, anche per me la scelta della foto è stata perfetta!