giovedì 6 dicembre 2007

L'anima in catene


La scorsa settimana avevo dedicato l’edizione di “Cosa bolle il Rete?” alle realtà carcerarie nel mondo. In quella occasione avevo avuto modo di citare, anche se solo marginalmente, l’esperienza di “Ristretti Orizzonti”. Si tratta di un’operazione culturale, partita dai detenuti della Casa di Reclusione di Padova e dalle detenute del Centro di Pena Femminile della Giudecca, che si pone l’ambizioso obiettivo di far ritrovare a questi individui il gusto della vita e della legalità, il tutto attraverso la comunicazione e l’espressione artistica. Ma non è questa l’unica iniziativa degna di nota.

Infatti, più la nostra società sembra ignorare il carcere, più cresce "dentro" la voglia di farsi sentire, di impedire di essere cancellati. E così, anche dalle piccole carceri dell’Italia del sud, escono nuove voci, nuovi giornali: come a Lauro, in provincia di Avellino, dove è nata "Anagramma", una rivista che il suo coordinatore, Beppe Battaglia, così definisce: "Una socialità smarrita che va cercandosi, una scuola che non richiede e non conferisce titoli, un cantiere terapeutico, una fornace ribollente che informa di sé, un progetto teso a riannodare i fili soppressi…".

Da “Anagramma” pubblico la testimonianza di un detenuto, dedicata a un tema particolarmente doloroso, quello degli affetti devastati dal carcere, dei sensi di colpa di un figlio nei confronti del padre, della morte che in galera è, se possibile, ancora più dolorosa.

GuruKonk


Lettera ad un padre che non c’è più

“Ciao! Oppure debbo dire "uè stò quà" com’era mia consuetudine, per stabilire il contatto. Te ne sei andato, senza neppure salutarmi.

Ti ricordi, mi dicesti in agonia, a cavallo del trapasso: "Domani dovrai essere tu ad accompagnarmi al comune". Ed io, seduto al tuo capezzale, ascoltavo quelle tue frasi sconnesse. Ma la presenza delle guardie violentarono quel momento intimo; come quando si violenta un neonato, e per tantissimi anni ho vissuto in quel dolore e disprezzo per tutto ciò che violenta. Hai spirato solo dopo che mi hai visto. Avrei voluto piangere, singhiozzare e, perché no, andar fuori di testa! Scusami, perdonami non ne sono stato capace; pensavo che, se mi fossi agitato, avresti sentito il tintinnio delle catene che portavo dentro la mia anima.

Lo sai, sono stato "negativo" dalla nascita, nonostante i tuoi insegnamenti, e adesso mi confesso con la speranza di esorcizzare il sonno perché ti sogno spesso. Ma non ti fai mai vedere, vedo tutti i nostri cari, a volte ci parlo pure, ma tu non ti fai vedere! Quale il motivo? Quali sono i tuoi rancori verso me?

L’altra notte ti ho sognato, un sogno che ho vissuto nella realtà. Ti ricordi, riuscisti ad intrufolarti dove era permesso solo ai miei simili. Riuscisti a sentire il nostro motto: “rincorrere i nemici e abbatterli”. Mi guardasti, ti scesero le lacrime e te ne andasti. Perché l’altra notte non ti sei fatto vedere? Ho scavato dentro me, per capire il perché non ti fai vedere, ma non ho trovato niente per giustificare il tuo comportamento.

Aiutami, ti prego, è indispensabile in questa fase della mia vita; è importante avere il tuo consenso; tu sai che è nella mia indole mandare alla malora chi non è d’accordo con me. Sarei capace di mandare alla malora anche Dio, ma sia tu che lui, attualmente, mi servite! Ho bisogno di te e di lui, mi servono le vostre benedizioni, i vostri perdoni, perché mi trovo su un sentiero a me sconosciuto, quello "positivo". Se la partenza sarà handicappata, l’arrivo non ci sarà.
Ti ricordi quando ti dissi che non riuscivo più a piangere? Questa cosa mi faceva male. Avevo bisogno di sfogarmi, ma tu prendesti questa cosa ancora come una malattia. Ricorderò sempre il medico che mi portasti a casa.

Questo è il motivo principale del mio messaggio... ! Sta cambiando qualcosa dentro di me e sono sicuro che fra non molto ci riuscirò. Credimi le prime lacrime le dedicherò a te, perché tu, solo tu, sarai l’artefice di questo miracolo!

Ciao, ti vorrò sempre più bene!”


Grazie a “Ristretti Orizzonti” e “Anagramma” per il prezioso materiale.

8 commenti:

GuruKonK ha detto...

Ciao a tutti.

Purtroppo da questa mattina "blogger" funziona in lingua inglese, come forse vi sarete già accorti...

Questo inconveniente non dipende certo dalla mia volontà. In effetti ho avuto modo di appurare che tutti i blog registrati in italiano adesso funzionano anch'essi in inglese.

Farò tutto ciò che è in mio potere (non che sia molto...) per ripristinare il regolare funzionamento del blog.

Spero che continuerete comunque a farmi avere i vostri apprezzati commenti.

A presto!

Anonimo ha detto...

Commovente il post di oggi...

Anonimo ha detto...

grazie mille!!!! grazie davvero x il post di oggi....non so come commentarlo ma....va bene così....

ciao ciao a tutti buona serata!

Anonimo ha detto...

Personalmente da questo post percepisco la sofferenza di un uomo che si accorge di avere (colpevolmente!) perso il controllo della propria vita.

Gurukonk hai avuto una bella idea a pubblicare questa lettera!

GuruKonK ha detto...

Grazie ragazzi! Siete davvero molto gentili!
All'inizio avevo la tentazione di "correggere" alcune imperfezioni linquistiche della lettera. Poi ho pensato che la sua forza risiedeva nella sua totale e cruda sincerità e che qualsiasi mio intervento avrebbe potuto solamente renderla meno "vera".
Sono felice che l'abbiate apprezzata. Ciao a tutti!!!

Anonimo ha detto...

Anch'io non so come commentare il blog oggi.... Comunque ci tengo a farvi sapere che la lettera mi ha davvero colpito!!!!

Buona serata a tutti!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Come spesso accade, ci accorgiamo del reale valore delle cose solo quando le perdiamo.... credo che questo ragazzo sia lacerato dal senso di colpa!

Ciao a tutti e buona serata.......

Anonimo ha detto...

Quoto max, compresi i complimenti.....