sabato 17 novembre 2007

Wrestling amaro


Sono da molti anni un grande appassionato di wrestling. Come tutti i fan di questo “sport entertainment” sono rimasto allibito nell’apprendere, un paio di mesi or sono, la terribile strage famigliare commessa da uno dei wrestler più apprezzati: Chris Benoit! Quando è stato chiaro a tutti che il folle gesto di questo grande atleta poteva essere stato generato dall’abuso di anfetamine, antidolorifici e varie sostanze dopanti, il mio pensiero è subito corso ad un'altra tragedia che aveva sconvolto l’ambiente del wrestling appena 2 anni fa: la morte di Eddie Guerrero! Eddie era da sempre il mio lottatore preferito e la sua scomparsa, causata da un arresto cardiaco, in una camera d’albergo di Las Vegas mi aveva aspramente colpito.

Questi due dolorosi avvenimenti mi hanno fatto riflettere sullo stile di vita dei wrestlers professionisti, fatto di impegni ravvicinati che impediscono i regolari allenamenti necessari per mantenere un fisico all’altezza della situazione; fatto anche di piccoli e grandi infortuni che costringono gli atleti ad utilizzare massicce dosi di antidolorifici. Inoltre non va dimenticato lo stress generato dall’essere lontani da casa e dagli affetti per più di 200 giorni all’anno, che da molti wrestlers viene combattuto con alcool e psicofarmaci!

Nel mondo del wrestling professionistico i lutti e le tragedie si sono susseguiti negli anni con allucinante regolarità. Qui di seguito vi riporto un articolo comparso sul sito TuttoWrestling che vi darà un’idea molto chiara su questo argomento.

“Un tifone si è abbattuto sulla WWE (World Wrestling Entertainment) e sui suoi lottatori. Non solo su quelli sospesi, sugli indagati, ma anche su quelli che per il momento l’hanno scampata, puliti o meno che siano. Il Wellness Program ha fallito, finora non è servito a niente. E’ servito solo a pulirsi la coscienza per le recenti morti, credendo che una facciata del genere potesse recintare il mondo della WWE in un castello di vetro, pulito, limpido e felice.

Invece così non è stato, e ora è giunto il momento di vederci chiaro. E non sono solo il Senato e la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America a volerci vedere chiaro. Anche i tifosi vogliono vederci chiaro. Basta considerare il wrestling semplice spettacolo. Non è teatro. Non è televisione. Non è musica. Il wrestling è uno sport-spettacolo; uno sport che accomuna teatro, televisione e musica, ma che non è nessuna di queste cose da sola; è uno sport dove conta la forza, è la supremazia di un gigante più forte contro un gigante più debole, e come tale, come luogo in cui chi ha la forza la fa da padrone, quanto accade in fatto di doping non può passare sotto silenzio.

Art Barr è scomparso a 28 anni. Nel suo corpo non furono trovate tracce di sostanze anabolizzanti o alcolici, ma si sapeva che da poco era riuscito un po’ a ripulirsi, a purificarsi. Non è bastato. Quanto poteva dare Barr ancora al mondo del wrestling? Tanto, tutto. Basti pensare che suo compagno di coppia era Eddie Guerrero…

Già, Eddie Guerrero… Lui quanto ancora poteva dare al wrestling? Tantissimo, eppure a 37 anni ci ha lasciati anch’egli. Poteva rivincere il titolo WWE? Certo che si. Poteva tornare al top? Certo che si. In un momento di carenza come questa avrebbe fatto comodo? Sicuramente. Più di tanti altri. Non ne ha avuto il tempo perché anabolizzanti, antidolorifici e alcol gli hanno spaccato il cuore troppo presto.

Un altro Eddie poi, Gilbert. E’ durato 33 anni, perché ormai i wrestlers hanno una scadenza visto che vanno giù come ricotta lasciata aperta nel frigorifero. Steroidomane per crescere un fisico troppo minuto per natura; cocainomane per sopportare il peso di una carriera che poteva sbocciare alla grande. Dodici anni prima di morire aveva fatto un grave incidente in auto: da allora prendeva antidolorifici. Anche quelli. La sua carriera non è sbocciata, ma il suo cuore si. Anzi di più: è scoppiato.

Russ Haas. Fratello di Charlie, bravo come lui sul ring, meglio al microfono. Arriva a 27 anni, quando era già sotto contratto di sviluppo con la WWE. Sul cui ring non salirà mai.

E che dire di Brian Pillman, volato via a 35 anni? Un talento puro, rovinato da troppe bizze e da un abuso di droghe da stordire un cavallo. Dopo la sua morte, l’autopsia rivelò che il suo cuore aveva una malformazione arteriosclerotica. Di certo lui non si è aiutato con tutte quelle pillole, ed il suo talento è andato in fumo. Lasciando tra l’altro la moglie Melanine incinta. Al piccolo Skylar, nato sette mesi dopo la sua morte e che adesso ha appena 9 anni, del padre resta qualche cintura e un dvd commemorativo della WWE.

Perché un breve ricordo di questi ragazzi? Per monito. Un monito che non servirà a niente purtroppo. Questi sono cinque casi, solo cinque. Più o meno famosi, tutti volutamente sotto i 40 anni. Ma che dire di quelli che 40 anni li avevano già compiuti? Mr. Perfect. “Ravishing” Rick Rude. Hawk dei Legion Of Doom. Hercules. Big Boss Man. Crush. British Bulldog. E ce ne sono altri che adesso in questo caos non mi vengono in mente. Ma ce ne sono a bizzeffe.

Nomi che ancora tanto avevano da dare. Alla WWE, al wrestling in generale, o più semplicemente e intimamente alle loro famiglie.

Nomi per l’appunto. Nomi che nessuno si preoccupa di commemorare. Lapidi in freddi cimiteri. Lapidi che probabilmente nessuno va a visitare. Tutte queste morti non hanno insegnato niente se più di dieci lottatori della maggiore federazione mondiale vengono colti con le mani in pasta.

E allora viva chi è fuori da tutto ciò. Oppure no, perché certezze ormai non ne abbiamo più se persino Funaki va in farmacia a comprare le bombe.

E’ uno schifo. E il fatto che in questo schifo ci siano coinvolti probabilmente Chavo Guerrero e Charlie Haas, due ragazzi che sanno cosa vuol dire abbracciare il cadavere di uno zio o di un fratello morti per abuso di sostanze illecite, mi da il voltastomaco e mi fa passare la voglia di accendere la tv e guardare i miei idoli. O quelli che credevo essere tali.”
Grazie a Niccolò Bagnoli di TuttoWrestling!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche io sono una fan del wrestling, lo sai! Però sono passati meno di tre mesi dalla strage della famiglia di Benoit e già tutti noi ce ne siamo dimenticati! Invece tutte le volte che guardiamo un match dovremmo ricordarci di cosa è successo a tanti wrestlers! Un bacione!!!

GuruKonK ha detto...

Grazie mille Angie! Sei sempre la migliore! Un bacio anche a te!