mercoledì 14 novembre 2007

Il mistero della bara di Chaplin



Chissà, forse lo stesso Charlie Chaplin avrebbe sorriso, osservando dal cielo la strana storia del rapimento della sua bara. Una vicenda macabra dalla felice conclusione, che ha per protagonisti due ladruncoli, pasticcioni come nelle comiche alla Charlot. Dopo la sua scomparsa, avvenuta la notte di Natale, il funerale di Charles Spancer Chaplin si tiene il 27 dicembre 1977 nella chiesa anglicana di Vevey. Poco più di due mesi dopo, la mattina del 2 marzo 1978, un guardiano trova la tomba di Chaplin scoperchiata e la bara sparita!

Nascono le ipotesi più bizzarre: è forse la vendetta di un gruppo neonazista, dopo che l’attore aveva magistralmente ridicolizzato Adolf Hitler ne “Il grande dittatore”? Oppure un ammiratore folle, disposto a pagare dei criminali pur di esibire il macabro trofeo nel salotto di casa?

Qualche giorno più tardi, un misterioso signor Rochat telefona alla famiglia Chaplin e chiede 600mila franchi svizzeri (pari a circa 365mila €) per la restituzione del cadavere. La vedova rifiuta di trattare con i questi strani rapitori:”Mio marito è in cielo e nel mio cuore”, afferma. Tocca alla figlia Geraldine gestire il rapporto con i profanatori della tomba del padre, attraverso decine di telefonate di trattative. La polizia svizzera riesce ad identificare la provenienza delle chiamate: arrivano dalle cabine pubbliche di Losanna. Messe sotto sorveglianze le utenze pubbliche della città, la polizia riesce rapidamente ad acciuffare e maldestri rapitori della bara di Chaplin.

Si tratta del ventiquattrenne polacco Roman Wardas e del bulgaro Gantcho Ganev, 38 anni, meccanico proprio nella città di vodese. Due balordi, ladri di cadaveri per caso, così imbranati che sembrano usciti da una comica dell’epoca del muto. Qualche tempo prima, avevano letto su un giornale locale del rapimento per riscatto della salma di un facoltoso industriale italiano. Decidono così di provare il colpaccio con Chaplin, per ricavare il denaro necessario per aprire un’autofficina per conto loro. L’avvocato della faniglia Chaplin si era subito reso conto di avere a che fare con dei dilettanti del crimine:”se avessimo trattato contrattando sul prezzo, avremmo riottenuto il cadavere per 50 franchi”, scherza a caso oramai concluso. La coppia di ladri da gag viene processata a Vevey: Wardas, la mente (si fa per dire...) del duo, si becca quattro anni e mezzo di carcere. Per “aver disturbato la pace di un defunto e per tentata estorsione”, Ganev viene condannato ad undici mesi, ma la pena viene sospesa.

La bara contenente la salma di Chaplin viene ritrovata in un campo di grano appena fuori Novelle, sul lago di Ginevra, a venti chilometri da Vevey, dove Wardas era di solito a pescare. Dopo la rimozione della bara, il contadino proprietario del campo pone sul luogo una croce di legno con un bastone da passaggio con scritto “L’ultimo tributo a Charlot”. Un gesto che la dice lunga sull’amore, largamente contraccambiato, che la popolazione di quelle contrade ha sempre provato per il grande Charlie Chaplin.
Liberamente tratto da:"Chaplin, poeta dei tempi moderni" di G.Valerio

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono capitato su questo blog per caso facendo una ricerca su C.Chaplin. Sono stato fortunato perchè la storia del cadavere trafugato non la conoscevo.

PS: bello il blog, ho visto che l'hai appena creato ma forse dovresti mettere qualche altra cosa sulla colonna di destra. Lo visiterò ancora.

Pirata Padano ha detto...

Appena visto il film francese"il prezzo della gloria", su questa storia. Ho scoperto una storia che non conoscevo. Interessante