venerdì 30 novembre 2007

Porno al figlio di 4 anni


Qualche giorno fa una notizia mi aveva davvero colpito, anche senza sorprendermi. Si trattava di una sentenza in Corte d’Appello, che condannava un uomo con l’accusa di aver mostrato al figlio di 4 anni materiale pornografico. Lo scopo di questo individuo era quello di ispirare nel bimbo un ideale della donna limitato a mero oggetto sessuale. Nel post di ieri abbiamo toccato, con un banale pretesto, i temi dell’erotismo e della pornografia. Oggi ho pensato di dare una sorta di continuità ai dibattiti attraverso il racconto questa squallida storia.

Non si può educare un figlio attraverso un modello basato sul concetto di donna-oggetto, passiva ai desideri sessuali del maschio”. E' questa la motivazione di una sentenza emessa dalla Corte d'Appello di L'Aquila, che ha condannato un padre che aveva istigato il figlio di quattro anni al culto del "machismo". La sentenza, depositata il 20 novembre scorso, ribalta una precedente assoluzione del tribunale di Pescara e spiega che "la donna non può essere soggetto meramente complementare e subordinato nella vita dell'uomo, strumento di mero piacere e di sfogo sessuale".

La storia, inserita in una separazione coniugale tra un aquilano e una pescarese, risale a 13 anni fa e come ha spiegato all'agenzia Ansa il consigliere in Corte a L'Aquila e estensore della sentenza Aldo Manfredi "é travagliata, dura, per certi aspetti ricorda le vicende di Rignano Flaminio vicino Roma: il bimbo, che oggi ha 17 anni, fu sentito 10 volte dagli inquirenti e dagli psicologi". Il padre è stato condannato perché mostrava al figlio di quattro anni film porno, arrivando persino a dire al piccolo che "alle donne bisogna toccargli il sedere e le tette". Il bimbo, poi, parlava con linguaggio volgare e palpeggiava davvero le donne che incontrava; inoltre il padre insisteva nello spiegarli la pratica della masturbazione.

"Parlare di machismo è enfatizzare - dice il consigliere Manfredi, già Gip a Teramo - ma abbiamo voluto stabilire che non sono accettabili certi comportamenti sessualizzati, che impongono mentalità devianti: è vera corruzione di minore e si tratta di maltrattamento in famiglia. Insomma, è una vessazione morale da condannare". Il padre non andrà in carcere perché il reato è prescritto, ma la Corte lo ha comunque condannato al risarcimento civile dei danni. "Il tribunale di Pescara aveva assolto il genitore perché non aveva riscontrato sul figlio violenze sessuali ai suoi danni - ha spiegato il magistrato della Corte d'Appello - la nostra sentenza stabilisce che non si può educare un figlio attraverso un bombardamento sessuale, né nel linguaggio, né nei comportamenti: questo ha rilevanza penale".

Personalmente, mi piacerebbe molto conoscere i vostri pensieri su questi temi. Secondo me non c’è da commentare unicamente il comportamento del padre, ma anche la reticenza della madre ad intervenire rapidamente. Infatti, la donna ha aspettato che si aprisse la pratica di separazione per raccontare l’accaduto, usandolo poi come arma giudiziaria per ottenere di più dal marito. Forse, per amore del figlio, poteva intervenire immediatamente per far cessare questi riprovevoli maltrattamenti psicologici. Un altro tema è la lentezza della giustizia, che ha permesso la prescrizione del reato e fatto in modo che atti penalmente rivelanti siano stati puniti unicamente con un semplice risarcimento in sede civile.

Domani il Blog toccherà argomenti decisamente più leggeri. Infatti avrà inizio una nuova rubrica dal titolo “Il Mystico Giudizio”, nella quale un mio amico fraterno (che è anche uno stimato professionista della comunicazione) recensirà i film che guardiamo insieme, nelle nostre goliardiche serate. Vi posso anticipare che si parlerà di divertenti B-Movie, ma anche di molte pellicole di qualità. Spero proprio che apprezzerete questa nuova iniziativa a cura di MysteXX.

A domani.

---

Immagine tratta da Fantasy Gif

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Il comportamento del "padre" rischia di compromettere seriamente la capacità relazionali del figlio. Da quello che ho letto in Rete questo ragazzo rischia di dover essere affidato ai servizi sociali perchè ai genitori non è ancora stata riconosciuta l'autorità parentale (per varie ragioni). Tra qualche mese però avrà 18 anni e non potrà più usufruire degli aiuti e della protezione che lo Stato garantisce ai minorenni in difficoltà!
Non vorrei sembrare cinico ma per il ragazzo vedo delle prospettive piuttosto grigie! Spero di sbagliarmi!
Buona serata a tutti!

Anonimo ha detto...

bravissimo max.... scrivi sempre delle cose interessanti.....

ma nessuno dei 2 genitori si è mai reso conto che stavano rovinando la vita al loro figlio???????

Buona serata a tuttiiiii....

Anonimo ha detto...

I genitori sono entrambi colpevoli. Il padre per i maltrattamenti psicologici e la madre per aver denunciato il marito solo quando poteva farle comodo senza pensare al bene del figlio!
Che schifo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

una storia raccapricciante!
complimenti Max per il tuo commento!

kiss, buon sabato a tutti!

Anonimo ha detto...

Quoto anche io max!