Nel 2007 il Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC), vincitore del premio Nobel per la pace di cui abbiamo parlato nel Post “La fine del Polo Nord”, ha pubblicato il suo quarto rapporto, un autorevole studio sulla conoscenza del riscaldamento globale che ha coinvolto circa 4.000 scienziati da più di 150 Paesi. Ma da allora la scienza del clima ha cominciato a produrre nuove ricerche. Il nuovo rapporto WWF “Climate change: faster, stronger, sooner” (Cambiamento climatico: più veloce, più forte, più vicino) riassume questi nuovi dati scientifici e rivela che “il riscaldamento globale sta avanzando ben oltre le previsioni dell’IPCC”.
Lo studio è stato redatto con il supporto di esperti internazionali di climatologia tra cui Jean-Pascal van Ypersele, professore di climatologia e scienze ambientali all’Università cattolica di Lovanio (Belgio) e neo-eletto vice presidente dell’IPCC, che afferma: “È ormai chiaro che il cambiamento climatico sta già avendo un impatto maggiore di quanto la maggior parte di noi scienziati avesse anticipato. Per questo è vitale che la risposta internazionale per il taglio delle emissioni (mitigazione) e l’adattamento sia più rapida e più ambiziosa. L’ultimo rapporto IPCC ha mostrato che i motivi di preoccupazione ora sono più forti e questo dovrebbe indurre l’Europa a impegnarsi perché l’aumento della temperatura globale sia ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Ma anche mantenendo il limite di 2 gradi centigradi, secondo l’IPCC è necessario comunque che i paesi sviluppati riducano le emissioni dal 25 al 40% entro il 2020 rispetto ai valori del 1990, mentre una riduzione del 20% risulterebbe insufficiente”.
“Le più recenti ricerche scientifiche mostrano che l’Oceano Artico sta perdendo la calotta glaciale con un anticipo di 30 anni circa rispetto alle previsioni IPCC” sottolinea il WWF. “E ora si prevede che nel periodo estivo i ghiacci potrebbero sparire del tutto tra il 2013 e il 2040, un fatto che non si è mai verificato da più di un milione di anni ad oggi. Stando agli studi più recenti, nelle isole britanniche e nel Mare del Nord i cicloni estremi aumenteranno in numero e intensità, portando ad incrementare la velocità del vento e i danni legati alle tempeste sull’Europa occidentale e centrale. Il livello di ozono troposferico, che agisce come inquinante, potrà essere simile a quello registrato durante l’ondata di caldo del 2003, con aumenti maggiori in Inghilterra, Belgio, Germania e Francia. E anche la quantità massima di piogge annue aumenterà nella maggior parte d’Europa, con conseguenti rischi di inondazioni e danni economici”.
“Gli ecosistemi marini nel Mare del Nord e nel Mar Baltico” prosegue l’associazione ambientalista “oggi sono esposti alle temperature più miti mai registrate da quando sono iniziate le misurazioni, mentre il Mediterraneo subirà periodi di siccità a lungo termine sempre più frequenti. I ghiacciai nelle Alpi svizzere continueranno a diminuire, con conseguenti drastiche riduzioni nella produzione di energia idroelettrica. A livello globale, si prevede che l’aumento del livello del mare sarà pari al doppio della previsione massima dell’IPCC, che stimava un aumento di 0,59 m entro la fine del secolo, con gravi rischi per ampie zone costiere. L’aumento delle temperature ha già comportato una riduzione nei raccolti di grano, mais e orzo in tutto il mondo”.
“Se l’Unione europea vorrà essere considerata un leader nel decisivo summit dell’ONU a Copenhagen nel 2009, e se vuole contribuire alla nascita di un forte accordo globale per affrontare il cambiamento climatico dopo il 2012, deve smettere di sottrarsi alle proprie responsabilità e impegnarsi per una reale riduzione delle emissioni in Europa” afferma Tina Tin, climatologa e autrice del rapporto in esame. “Il WWF si appella alla UE perché adotti un target di riduzione delle emissioni di almeno il 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, riduzione da realizzare entro i confini dell’Europa invece che affidandosi pesantemente alle compensazioni per i progetti all’estero. L’associazione chiede anche all’UE di impegnarsi nel fornire un supporto e un sostegno economico sostanziali ai paesi in via di sviluppo, per aiutarli ad affrontare il cambiamento climatico in atto e adattarsi agli impatti che già oggi sono inevitabili”.
Il cambiamento climatico è una sfida prioritaria per il futuro dell’umanità, e questa lucida panoramica evidenzia quanto sia cruciale che i ministri dell’Ambiente UE (che in questi giorni discutono le normative europee contro il cambiamento climatico) si impegnino per un “pacchetto clima ed energia” forte e decisivo, in grado di assicurarci un futuro a bassa emissione di CO2. Purtroppo alcune nazioni, tra le quali l’Italia (accidenti!), hanno già espresso la propria contrarietà a disposizioni troppo drastiche. Il presidente francese Sarkozy si sta invece battendo per l’approvazione di misure rapide e sostanziali per difendere ciò che rimane del nostro ambiente e per tentare di invertire la tendenza distruttiva in atto. Da parte mia non posso far altro che sperare che il buon Sarkò non venga lasciato troppo solo dagli altri leader europei (incluso il Nano Malefico!), altrimenti anche il summit di Copenhagen finirà sui libri di storia come l’ennesima buona occasione persa!
Insomma, i rapporti internazionali sul clima parlano chiaro. Il tempo delle incertezze è finito da un pezzo, ora servono decisioni rapide, concrete e coraggiose. E servono subito!
GuruKonK
Fonti: sito web di “La Repubblica” e di “La Stampa”
Nell’immagine: dai colossi industriali UE e USA sono attese soluzioni concrete contro l’inquinamento e il riscaldamento globale.
Lo studio è stato redatto con il supporto di esperti internazionali di climatologia tra cui Jean-Pascal van Ypersele, professore di climatologia e scienze ambientali all’Università cattolica di Lovanio (Belgio) e neo-eletto vice presidente dell’IPCC, che afferma: “È ormai chiaro che il cambiamento climatico sta già avendo un impatto maggiore di quanto la maggior parte di noi scienziati avesse anticipato. Per questo è vitale che la risposta internazionale per il taglio delle emissioni (mitigazione) e l’adattamento sia più rapida e più ambiziosa. L’ultimo rapporto IPCC ha mostrato che i motivi di preoccupazione ora sono più forti e questo dovrebbe indurre l’Europa a impegnarsi perché l’aumento della temperatura globale sia ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto all’era pre-industriale. Ma anche mantenendo il limite di 2 gradi centigradi, secondo l’IPCC è necessario comunque che i paesi sviluppati riducano le emissioni dal 25 al 40% entro il 2020 rispetto ai valori del 1990, mentre una riduzione del 20% risulterebbe insufficiente”.
“Le più recenti ricerche scientifiche mostrano che l’Oceano Artico sta perdendo la calotta glaciale con un anticipo di 30 anni circa rispetto alle previsioni IPCC” sottolinea il WWF. “E ora si prevede che nel periodo estivo i ghiacci potrebbero sparire del tutto tra il 2013 e il 2040, un fatto che non si è mai verificato da più di un milione di anni ad oggi. Stando agli studi più recenti, nelle isole britanniche e nel Mare del Nord i cicloni estremi aumenteranno in numero e intensità, portando ad incrementare la velocità del vento e i danni legati alle tempeste sull’Europa occidentale e centrale. Il livello di ozono troposferico, che agisce come inquinante, potrà essere simile a quello registrato durante l’ondata di caldo del 2003, con aumenti maggiori in Inghilterra, Belgio, Germania e Francia. E anche la quantità massima di piogge annue aumenterà nella maggior parte d’Europa, con conseguenti rischi di inondazioni e danni economici”.
“Gli ecosistemi marini nel Mare del Nord e nel Mar Baltico” prosegue l’associazione ambientalista “oggi sono esposti alle temperature più miti mai registrate da quando sono iniziate le misurazioni, mentre il Mediterraneo subirà periodi di siccità a lungo termine sempre più frequenti. I ghiacciai nelle Alpi svizzere continueranno a diminuire, con conseguenti drastiche riduzioni nella produzione di energia idroelettrica. A livello globale, si prevede che l’aumento del livello del mare sarà pari al doppio della previsione massima dell’IPCC, che stimava un aumento di 0,59 m entro la fine del secolo, con gravi rischi per ampie zone costiere. L’aumento delle temperature ha già comportato una riduzione nei raccolti di grano, mais e orzo in tutto il mondo”.
“Se l’Unione europea vorrà essere considerata un leader nel decisivo summit dell’ONU a Copenhagen nel 2009, e se vuole contribuire alla nascita di un forte accordo globale per affrontare il cambiamento climatico dopo il 2012, deve smettere di sottrarsi alle proprie responsabilità e impegnarsi per una reale riduzione delle emissioni in Europa” afferma Tina Tin, climatologa e autrice del rapporto in esame. “Il WWF si appella alla UE perché adotti un target di riduzione delle emissioni di almeno il 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, riduzione da realizzare entro i confini dell’Europa invece che affidandosi pesantemente alle compensazioni per i progetti all’estero. L’associazione chiede anche all’UE di impegnarsi nel fornire un supporto e un sostegno economico sostanziali ai paesi in via di sviluppo, per aiutarli ad affrontare il cambiamento climatico in atto e adattarsi agli impatti che già oggi sono inevitabili”.
Il cambiamento climatico è una sfida prioritaria per il futuro dell’umanità, e questa lucida panoramica evidenzia quanto sia cruciale che i ministri dell’Ambiente UE (che in questi giorni discutono le normative europee contro il cambiamento climatico) si impegnino per un “pacchetto clima ed energia” forte e decisivo, in grado di assicurarci un futuro a bassa emissione di CO2. Purtroppo alcune nazioni, tra le quali l’Italia (accidenti!), hanno già espresso la propria contrarietà a disposizioni troppo drastiche. Il presidente francese Sarkozy si sta invece battendo per l’approvazione di misure rapide e sostanziali per difendere ciò che rimane del nostro ambiente e per tentare di invertire la tendenza distruttiva in atto. Da parte mia non posso far altro che sperare che il buon Sarkò non venga lasciato troppo solo dagli altri leader europei (incluso il Nano Malefico!), altrimenti anche il summit di Copenhagen finirà sui libri di storia come l’ennesima buona occasione persa!
Insomma, i rapporti internazionali sul clima parlano chiaro. Il tempo delle incertezze è finito da un pezzo, ora servono decisioni rapide, concrete e coraggiose. E servono subito!
GuruKonK
Fonti: sito web di “La Repubblica” e di “La Stampa”
Nell’immagine: dai colossi industriali UE e USA sono attese soluzioni concrete contro l’inquinamento e il riscaldamento globale.
7 commenti:
i ministri del governo italiano continuano a parlare delle spese legate al "pacchetto clima" inoltrato dall'UE, ma nessuno avanza proposte alternative che permettano di ottenere i risultati auspicati a costi minori!
invece dovrebbe essere chiaro a tutti che se non si agisce subito con misure incisive, i costi saranno molto maggiori!
ciao belli!
come al solito, politici dalla vista corta alzano gli scudi a difesa di minuscoli interessi di parte, senza rendersi conto che in ballo c'è la sopravvivenza stessa del nostro pianeta!
i cambiamenti climatici in atto stanno velocemente sciogliendo i poli, innalzando il livello dei mari e diminuendone il tasso di salinità con effetti disastrosi per milioni di esseri umani e animali. inoltre i deserti continuano a avanzare inghiottendo milioni di ettari di terreno coltivabile. l'acqua potabile è già introvabile per intere popolazioni e diventerà presto "un bene di lusso" per interi continenti.
bisogna fare qualcosa!!!!!!!!!
....ho un po' di paura, lo ammetto!
...baci baci!
Avevo sentito dire dal premio Nobel Antonino Zichichi che le piaghe del mondo (dalla desertificazione ai vari tipi d'inquinamento) sono circa una sessantina e che la scienza avrebbe la risposta non a un paio ma addirittura alla maggior parte di questi flagelli. Ma ha aggiunto che, se da un lato la scienza ha le risposte, la politica proprio non ci sente ad attuarle...
Baci, Cloppete
bravi, è vero! sono tutti lì a difendere gli interessi del proprio giardinetto senza rendersi conto che il mondo va a fuoco!
avete sentito il "nano che mente" mentre argomentava il suo rifiuto al "pacchetto clima"? diceva che il nostro sistema industriale non è in grado di sopportare i costi necessari per rendere "a norma" i propri impianti.... e che lo Stato non può aiutare le imprese in questi ammodernamenti perchè non è giusto che il "pubblico" si mischi con il "privato!
e i vergognosi aiuti di Stato alle banche per l'acquisto di titoli spazzatura dove li mettiamo?????? e i supermanager (alcuni dei quali sono seduti in Parlamento!) che si sono intascati milioni di euro di provvigioni giusto qualche giorno prima dell'esplosione dei "subprime"?????? non è forse più importante dare un forte segnale e un contributo concreto alla lotta contro i cambiamenti climatici??????? qui c'è in ballo il futuro del nostro mondo e questi FARABUTTI hanno a cuore unicamente i propri interessi!!!!!!! è ora di finirla!!!!
Sono parecchio incazzato anche io!!!! E tutta 'sta brutta gente deve stare molto attenta!
Jack-Jack sta caricando il suo brevettato "cannone sparamerda"!
Aspettate che incontro il Nano, vedrete che rimpiangerà il "cavalletto" che si era beccato in testa!
Vedrete!
.....ih ih ih....
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