sabato 7 giugno 2008

No al nucleare!


Petrolio alle stelle? Voglia di nucleare? Ritorno al carbone? Fonti rinnovabili? Andiamo a lezione di energia da un docente d’eccezione come Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica: a Ginevra, dove ha sede il Cern, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. Qui, a cavallo della frontiera franco-svizzera, nel più grande laboratorio del mondo, il professore s’è ritirato a studiare e lavorare, dopo l’indegna estromissione dalla presidenza dell’Enea, l’Ente Nazionale italiano per l’Energia, avviluppato dalle pastoie della burocrazia e della politica romana.

Da qualche mese, Rubbia è stato nominato presidente di una task-force per la promozione e la diffusione delle nuove fonti rinnovabili, “con particolare riferimento” come si legge nel decreto dell’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanioal solare termodinamico ad alta concentrazione”. Un progetto affascinante, a cui il premio Nobel si è dedicato intensamente in questi ultimi anni, che si richiama agli specchi ustori di Archimede per catturare l’energia infinita del sole, come lo specchio concavo usato tuttora per accendere la fiaccola olimpica. E proprio in questi giorni, arriva da Roma la notizia che il governo uscente, su iniziativa dello stesso ex ministro dell’Ambiente e d’intesa con quello dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, ha approvato in extremis un piano nazionale per avviare anche in Italia questa rivoluzione energetica.

Prima di rispondere alle domande dell’intervistatore, da buon maestro Rubbia inizia la sua lezione con un prologo introduttivo. E mette subito le carte in tavola, con tanto di dati, grafici e tabelle.

Il primo documento che il professore squaderna preoccupato sul tavolo è un rapporto dell’Energy Watch Group, istituito da un gruppo di parlamentari tedeschi con la partecipazione di scienziati ed economisti, come osservatori indipendenti. Contiene un confronto impietoso con le previsioni elaborate finora dagli esperti della IEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia. Un “outlook”, come si dice in gergo, sull’andamento del prezzo del petrolio e sulla produzione di energia a livello mondiale. Balzano agli occhi i clamorosi scostamenti tra ciò che era stato previsto e la cruda realtà.

Dalla fine degli anni ‘90 a oggi, la forbice tra l’outlook della IEA e l’effettiva dinamica del prezzo del petrolio è andata sempre più allargandosi, nonostante tutte le correzioni apportate dall’Agenzia nel corso del tempo. In pratica, dal 2000 in poi, l’oro nero s'è impennato fino a sfondare la quota di cento dollari al barile, mentre sulla carta le previsioni al 2030 continuavano imperterrite a salire progressivamente di circa dieci dollari di anno in anno. “Il messaggio dell’Agenzia” si legge a pagina 71 del rapporto tedesco “lancia un falso segnale agli uomini politici, all'industria e ai consumatori, senza dimenticare i mass media. Dicendo che il prezzo del petrolio sarebbe aumentato di soli 10 dollari all’anno, ha spinto i governi verso politiche del tutto errate”.

Analogo discorso per la produzione mondiale di petrolio. Mentre la IEA prevede che questa possa continuare a crescere da qui al 2025, lo scenario dell’Energy Watch Group annuncia invece un calo in tutte le aree del pianeta: in totale, 40 milioni di barili contro i 120 pronosticati dall’Agenzia. E anche qui, “i risultati per lo scenario peggiore” scrivono i tedeschi “sono molto vicini ai risultati dell'EWG: al momento, guardando allo sviluppo attuale, sembra che questi siano i più realistici”. C’è stata, insomma, una ingannevole sottovalutazione dell’andamento del prezzo e c’è una sopravvalutazione altrettanto insidiosa della capacità produttiva. In questo senso i risultati sono potenzialmente devastanti!

Passiamo all’uranio, il combustibile principe per la produzione dell’energia nucleare. In un altro studio specifico elaborato dall’Energy Watch Group, si documenta che fino all’epoca della “guerra fredda” la domanda e la produzione sono salite in parallelo, per effetto delle riserve accumulate a scopi militari. Dal ‘90 in poi, invece, la domanda ha continuato a crescere mentre ora la produzione tende a calare per mancanza di materia prima. Anche in questo caso, come dimostra un grafico riassuntivo, le previsioni della IEA sulla produzione di energia nucleare si sono fortemente discostate dalla realtà.

Che cosa significa tutto questo, professor Rubbia? Qual è, dunque, la sua visione sul futuro dell’energia?
Significa che non solo il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, come del resto anche l’oro, il platino o il rame. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra”.

Eppure, dagli Stati Uniti all’Europa e ancora più nei Paesi emergenti, c'è una gran voglia di nucleare. Anzi, si tratta di una vera e propria corsa al nucleare. Secondo lei, sbagliano tutti?
Sa quando è stato costruito l’ultimo reattore nucleare negli USA? Nel 1979, trent’anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20% del totale! Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie”.

Ma non si parla ormai di “nucleare sicuro”? Quale è la sua opinione in proposito?
Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo”.

In che cosa consiste?
Nella possibilità di usare il torio, un elemento largamente disponibile in natura, per alimentare un amplificatore nucleare. Si tratta di un acceleratore, un reattore non critico, che non provoca cioè reazioni a catena. Non produce plutonio. E dal torio, le assicuro, non si tira fuori una bomba. In questo modo, si taglia definitivamente il cordone fra il nucleare militare e quello civile”.

Lei sarebbe in grado di progettare un impianto di questo tipo?
E’ già stato fatto e la tecnologia sperimentata con successo su piccola scala. Un prototipo da 500 milioni di euro servirebbe per bruciare le scorie nucleari ad alta attività del nostro Paese, producendo allo stesso tempo una discreta quantità di energia”.

Ora c’è anche il cosiddetto “carbone pulito”. La Gran Bretagna di Gordon Brown ha riaperto le sue miniere e negli USA anche Hillary Clinton s’è detta favorevole...
Questo mi ricorda la storia della botte piena e della moglie ubriaca. Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità! Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30’000 anni, contro i 22’000 del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.

E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l’uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l’alternativa?
Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in serie e in gran quantità”.

Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti...
E che vuol dire? Noi possiamo sviluppare la tecnologia e costruire impianti di questo genere nelle nostre regioni meridionali o magari in Africa, per trasportare poi l’energia nel nostro Paese. Anche gli antichi romani dicevano che l’uva arrivava da Cartagine... Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto “sun-belt”. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma”.

Il sole, però, non c’è sempre e invece l’energia occorre di giorno e di notte, d’estate e d’inverno.
D’accordo. E infatti, i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.

Se è così semplice, perché allora non si fa?
Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa”.


Per oggi terminiamo qui. L’argomento è complicato, ne sono cosciente, ma sono altresì certo che le parole del professor Rubbia siano riuscite a chiarirci un po’ le idee sul futuro dell’energia. Vi ringrazio di cuore per l’attenzione che, anche oggi, avete dedicato a questo Blog.

Con affetto, GuruKonK.



Intervista al professor Rubbia a cura di Giovanni Valentini.



Nell’immagine: Carlo Rubbia in un disegno di Riccardo Mannelli.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

....bello questo post, l'ho letto con molto interesse!

....l'intervista a rubbia mi ha fatto capire la situazione dell'energia nel mondo e questo non è poco, visto che sono una nota testona...

...non sono mai stata favorevole al nucleare e oggi sono ancora più contraria!

....un bacione a tutti! ciao ciao!

Anonimo ha detto...

Non trovate che sia una vergogna che un Premio Nobel come Carlo Rubbia sia stato "costretto" per motivi politici a lasciare l'Italia e andare a lavorare in Svizzera?

Non ho niente contro la Svizzera (lo dico perchè altrimenti gurukonk mi estromette dal blog!) e so bene che il Cern è uno dei laboratori più prestigiosi del mondo, però trovo davvero spiacevole che un simile "cervello" non abbia avuto la possibilità di fare le proprie ricerche in Italia!

In ogni caso il post di oggi è particolarmente riuscito!

Ciao cari! E care, naturalmente!

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti. Sono felice che Gurukonk abbia voluto affrontare questo argomento. Io sono sempre stato convinto che l'Italia sbagliasse a non salire sul treno del nucleare. In fondo tutti i Paesi confinanti hanno centrali nucleari e facevo molta fatica a capire il motivo per cui noi non andassimo nella stessa direzione degli altri.

Poi mi sono accorto dei problemi di questa forma di energia, del fatto che le scorie sono pericolosissime e difficili da immagazzinare in sicurezza, del fatto che l'uranio non è una fonte rinnovabile ed è destinato ad esaurirsi (aumentando esponenzialmente di prezzo!) e del fatto che le centrali nucleari hanno dei costi per la gestione e per la sicurezza a dir poco esorbitanti.

Allora ho cominciato a interessarmi ad altre forme di energia: il sole, il vento e il mare. Al giorno d'oggi le tecnologie per lo sfruttamento di queste fonti energetiche pulite e rinnovabili hanno fatto passi da gigante e continueranno a migliorare. Inoltre (come ha detto il professor Rubbia) alcune metodologie innovative rendono queste opzioni molto vantaggiose dal punto di vista economico, che oggi come oggi non mi sembra un fattore da trascurare!

Vorrei spendere una paio di parole sulla questione sollevata da Max, e che su queste pagine abbiamo già affrontato in passato. Purtroppo sappiamo che in Italia la meritocrazia latita un po' ovunque, soprattutto nella pubblica amministrazione e negli enti parastatali. Il professor Rubbia, un luminare stimato in tutto il mondo scientifico, è rimasto vittima dei soliti giochetti politici; se questo accade ad un premio Nobel, proviamo ad immaginare cosa accade ai "normali" lavoratori... c'è poco da stare allegri! Voi che ne dite?

Anonimo ha detto...

....wow.....bravo robi!!!!!!!!
fantastico commento il tuo!!!!!!

Anonimo ha detto...

ciao bella gente! io invece ho sempre trovato l'opzione nucleare decisamente irragionevole! al giorno d'oggi credo che il negativo rapporto costi/benefici dell'energia nucleare sia chiaro a tutti! almeno lo spero.......

comunque faccio i complimenti a robiiiiiiiii, perchè solo gli idioti non cambiano mai idea e solo le persone intelligenti sanno ammettere di essere in errore!

Anonimo ha detto...

complimenti al mio caro fratellone per aver scelto questo argomento di cui abbiamo parlato spesso...e che ci sta molto a cuore!

e naturalmente complimenti a tutti i vostri commenti.....in particolare a robiiiiiiiii!

un bacione a tutti!

Anonimo ha detto...

ecco! avete sentito! al vertice G8 il ministro Scajola ha annunciato in modo ufficiale che l'Italia tornerà nel "club nucleare"! per capire il perchè di tanta ostinazione, forse dovremo andare a leggere l'elenco delle aziende che otterranno gli appalti miliardari (in euro, non in lire) per la costruzione e la gestione degli impianti nucleari! credo che troveremmo le società degli "amici" o degli "amici degli amici".....

Anonimo ha detto...

Sì, ho visto anche io il "buon" Scajola annunciare il ritorno al nucleare. Le parole del professor Rubbia credo siano condivisibili da ogni persona ragionevole in questo nostro strano mondo. Purtroppo ho l'impressione che il nostro caro Randy abbia colto perfettamente nel segno! Dietro questa scelta politica si nasconde di certo un altissimo interesse economico! Non siamo messi per nulla bene ragazzi. E ragazze.

Saluti, baci e abbracci affettuosi dal vostro Stilo!

Anonimo ha detto...

....non ci credo ancora... altro che innovazione energetica, questo è un altro passo indietro.... che grande porcheria!

....un bacio a tutti!

BloodyMary85