lunedì 21 luglio 2008

I Jeans non sono un alibi


I jeans non sono “una cintura di castità” che impedisce i tentativi di qualcuno di poter toccare le parti intime di chi li indossa. Per questo si può configurare il reato di violenza sessuale se una persone cerca di infilare la mano nei pantaloni di un altro (ma tu guarda…). Lo si evince dalla sentenza numero 30403 della III Sezione penale della Cassazione. Il caso riguarda una ragazza di 16 anni della provincia di Padova che aveva più volte subito “atti di libidine” da parte del convivente della madre. Un’altra molestia in casa, per fortuna che in famiglia si dovrebbe poter stare tranquilli…

L’uomo (R.P. di 37 anni) era stato condannato dalla Corte di Appello di Venezia ad un anno di carcere (con pena sospesa e attenuanti riconosciute) perché più volte “con violenza aveva compiuto atti di libidine nei confronti della 16enne toccandola sul seno, sui fianchi, sul sedere e nelle parti intime, entrando con le mani sotto i pantaloni della ragazza”.

Già la Corte d’Appello di Venezia aveva confermato la sentenza del Tribunale di Padova ribadendo il fatto che la vittima, di giovane età, in quelle occasioni non fosse scappata non costituiva un fatto provocatorio (e ci mancherebbe altro!) ma rientrava nella libertà di comportamento individuale e sottolineava che l’indossare i pantaloni del tipo “jeans” non escludeva il “toccamento delle parti intime, facilmente raggiungibili senza sfilarli e comunque entrando con le mani dentro di essi”.

Le aggressioni sessuali sono ancora uno dei pochi reati in cui la vittima deve quasi dimostrare di non avere colpe e di non essere stata lei ad attirare le attenzioni dell’assalitore. Permettetemi di dire che tutto ciò è davvero molto triste.

Ma non è la prima volta che la Cassazione si occupa di jeans. Già nel ‘99 una sentenza della Suprema Corte, di segno opposto rispetto a quella di oggi, fece molto discutere. I giudici infatti annullarono con rinvio la condanna nei confronti di un uomo accusato di stupro motivando che “i jeans non possono essere sfilati nemmeno in parte se chi li indossa non da una fattiva collaborazione”.

GuruKonK



Fonte: sito web dell’agenzia stampa “ANSA



Scarica la sentenza in formato “pdf”.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

...oh mi ricordo bene di quella scandalosa sentenza del '99, con la quale uno schifoso stupratore fu assolto perchè la vittima portava i jeans!

secondo quei cervelloni di giudici, che forse avevano un'età media di 103 anni, era impossibile togliere quei pantaloni di dosso alla ragazza senza che lei fosse consenziente! che porcheria!

adesso spero che da questo punto di vista le cose siano un po' migliorate.

ciao a tutti!

Anonimo ha detto...

sì sì, forse le cose sono migliorate ma di strada da fare ce n'è ancora tanta, amiconi miei!

BloodyMary85

Anonimo ha detto...

Concordo con GuruKonk: scandaloso che una vittima debba dimostrare la propria buona fede e dopo aver subito l'umiliazione abbia ancora da sopportare le tesi aggressive e menzognere degli avvocati del porco di turno!

Baci, Clppt

Anonimo ha detto...

ciao. sono una ragazza di 23 anni e seguo spesso questo blog. una mia carissima amica 4 anni fa ha subito uno stupro da parte di un conoscente. volevo solo dire a gurukonk che ha ragione: in questi casi la vittima deve dimostrare di non avere colpe! il solo fatto di indossare una gonna un pò corta può venire considerata una provocazione di tipo sessuale e questo non è giusto! la mia amica era distrutta per quello che quel maiale le aveva fatto e ha dovuto pure lottare per dimostrare di non aver fatto nulla per provocarlo! non vi racconto come finì il processo, però credo che nella nostra società il vero rispetto per la donna è ancora lontano dall'essere raggiunto. grazie e complimenti per il blog.

GuruKonK ha detto...

Ringrazio di cuore la nostra anonima nuova amica, per aver voluto condividere con noi la dolorosa esperienza che ha coinvolto la sua amica.

Come Bloody Mary, anche io credo che di strada da fare ce ne sia ancora molta, ma confido nel fatto che la nostra società si sta (lentamente) muovendo nella giusta direzione.

Un abbraccio affettuoso a tutti!

Anonimo ha detto...

ciao ragazzi, eccomi ... sono frastornata da questa scandalosa storia ...
... che un ragazza debba giustificarsi sul modo di vestire o il suo modo di fare ...
... oltre aver subito uno stupro...magari anche la beffa ...
... è una cosa piu' che vergognosa ... !!!

ciao a tutti baci buona serata

Anonimo ha detto...

bravi! i grandi cambiamenti partono sempre dal basso!

...un bacione enorme a tutti!!!!

Anonimo ha detto...

...il problema, o la fortuna, é che l'onere della prova spetta all'accusa...il che significa che l'accusato é innocente di principio e sono gli altri a dover provare che non lo é...

Anonimo ha detto...

il problema è morale, non legale. anche in caso di palese colpevolezza dello stupratore, c'è sempre chi pensa che la vittima lo abbia provocato sessualmente. l'abbigliamento era troppo sexy? la ragazza ha fatto la civetta? insomma, salta sempre fuori qualcuno che parla della vittima come fosse una squaldrina: "avrà fatto di certo qualcosa per farsi notare...." così non va proprio bene!

Anonimo ha detto...

pooooooooooom...... ma che bello!!!!!!!!!!! sei tornato a trovarci!!!!!!!!! sono proprio contenta!!!!!!

un bacioneeeeeeeeee!!!!!!

Anonimo ha detto...

io invece sono molto contenta che cloppete sia tornato! ho sempre trovato interessante e divertente quello che scrive nei commenti!

BloodyMary85

Anonimo ha detto...

Grazie di cuore Miss BloodyMary, ma non posso dirmi d'accordo con le tue parole: credo che i miei commenti siano decisamente inutili e campati per aria; non condivido il mio pensiero; inoltre leggere i miei blog mi dà il voltastomaco perché sono molto antipatico e non riesco proprio a tollerare quel mio modo di fare becero e insopportabile che mi contraddistingue.

Baci e abbracci
Clppt