mercoledì 30 gennaio 2008

Il deserto blu


Il blu è il colore del deserto, dove né alghe né pesci trovano cibo per nutrirsi, l'acqua è un brodo caldo e insipido, tutto ciò che è vita preferisce restare alla larga. Questo tipo di vuoto si trova sempre più spesso negli oceani, in aree che diventano più vaste con il progredire del riscaldamento climatico. Il satellite della Nasa “SeaWiFs” ha calcolato che dal 1996 ad oggi le superfici marine prive di vita sono aumentate del 15%: l'equivalente di 6,6 milioni di chilometri quadri in più. Tra acque e terre emerse, i deserti coprono ora il 40% della superficie del pianeta. “Abbiamo osservato questo fenomeno in tutti i grandi oceani” spiega Jeffrey Polovina del NMFS (il servizio governativo americano sugli oceani), autore di uno studio sulla salute del mare pubblicato dalla rivista “Geophysical Research Letters”.

Visto dallo spazio, il mare senza vita assume un colore blu cupo, in contrasto al verde-clorofilla delle aree nelle quali la catena alimentare può prosperare in tranquillità. Al paradosso del deserto in mezzo all'acqua, si aggiunge quello del pianeta diventato troppo azzurro, privo di quel verde da cui traggono nutrimento molti pesci e cetacei. Il fenomeno del riscaldamento delle acque superficiali, che blocca la circolazione delle correnti e lo scambio di sostanze nutritive tra gli strati dell'oceano, non è certo una scoperta recente. “Ma nessuno dei nostri calcoli aveva previsto un progresso così rapido” dice Jeff Polovina. “Negli ultimi 9 anni i deserti si sono estesi con una rapidità 10 volte superiore al previsto”. Nei mari italiani la situazione è ancora più grave: “L'estensione delle aree desertiche nel Tirreno e nell'Adriatico si aggira intorno al 20 per cento” spiega Silvio Greco, ricercatore dell'Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare). “L'interruzione della circolazione dell'acqua agisce su un ecosistema già compromesso da pesca eccessiva ed inquinamento”.

La mancanza di inverni rigidi impedisce all'acqua di superficie di raffreddarsi e quindi di sprofondare verso gli strati bassi degli oceani. Dagli abissi, normalmente, è l'acqua tiepida a risalire, portando in superficie i nutrienti di cui è ricca. La decomposizione degli organismi marini riempie infatti i fondali di sostanze nutritive che negli abissi sono destinate a rimanere inutilizzate, mentre in superficie, unite al calore e alla luce del sole, permettono alla fotosintesi clorofilliana di innescarsi all'interno di alcune minuscole alghe unicellulari. Ed è proprio con la trasformazione di sostanze inorganiche come i sali in elementi organici che ha inizio il magico fenomeno della vita.

Ciò che accade sulla terra con la catena di erba, animali erbivori e carnivori predatori, si ripete (o almeno dovrebbe) negli oceani. Nelle aree che appaiono verdi agli occhi del satellite, le alghe unicellulari nutrono esseri viventi sempre più grandi e complessi, fino alle enormi balene. Ma al centro dei grandi oceani, lontano dalle foci dei fiumi che rilasciano comunque una qualche forma di sostanza nutriente (anche se drogata dall'inquinamento) il satellite della Nasa di anno in anno ha trovato zone verdi sempre più esili. L'assenza di clorofilla ha tranciato di netto la catena alimentare, allontanando una dopo l'altra tutte le specie viventi dalle “zone blu”. “L'estensione dei deserti negli oceani” afferma Jeffrey Polovina “è correlata all'aumento della temperatura superficiale. Il fenomeno si sta espandendo rapidamente, soprattutto nell'Atlantico settentrionale. Ma nessun bacino si salva, a eccezione dell'Oceano Indiano meridionale. Per ora.”.

Ogni anno, in media, l'area dei “deserti blu” si amplia di 800mila chilometri quadrati. E dire che una delle strategie escogitate per combattere l'effetto serra consiste proprio nell'aumentare la popolazione delle alghe unicellulari, gettando ferro e altri sali nutrienti nell'oceano. Accelerando la fotosintesi clorofilliana, infatti, gli scienziati sperano di aumentare l'assorbimento di anidride carbonica da parte delle alghe, ripulendo l'atmosfera dal gas serra che rimane l'indiziato numero uno per il fenomeno del riscaldamento climatico.

Sempre più convinti che i cambiamenti in atto siano opera dell'uomo e delle sue attività industriali sono anche gli scienziati della G.S.A. (Geological Society of America). Negli ultimi due secoli, tanto profonde sono state le cicatrici inferte alla Terra e alla sua atmosfera dalla nostra specie, che i geologi statunitensi hanno proposto di ribattezzare l'era attuale “Antropocene”: l’età dell'uomo. Caratterizzata da alte concentrazioni di piombo nell'aria e nell'acqua, un'inondazione di anidride carbonica e altri gas serra nell'atmosfera, dighe che imbrigliano i fiumi e impediscono ai sedimenti fertilizzanti di riversarsi nel mare, oceani più poveri di vita e di un blu sempre più intenso.

Da questi punti di vista, l’impatto che l’homo sapiens sapiens ha avuto sul pianeta non è minimamente paragonabile a quello di nessuna altra specie, nella pur lunga storia della Terra. Tuttavia sono certo che la nostra civiltà possegga tutti i mezzi tecnologici necessari per cambiare rotta e “riparare” i danni prodotti dalle nostra attività. Forse quello che manca è la volontà di farlo. Ho come l'impressione che i nostri leader non abbiano ancora l'esatta percezione dei cambiamenti, potenzialmente epocali, che si sono innescati sul nostro pianeta.

Sono perfettamente cosciente che non è cosa facile attirare l’attenzione su temi del genere. Per questo motivo ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto fino in fondo questo post. Ora non mi resta che sperare di ricevere un buon numero di commenti, in dimostrazione che questo argomento abbia suscitato un po’ d’interesse.

Un caro saluto a tutti, GuruKonk.





Notizie e dati liberamente tratti da “L’oceano deserto” di E.Dusi

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo questa è una delle conseguenze nefaste delle nostre attività.

Sono d'accordo con gurukonk, abbiamo le capacità intelletuali e tecnologiche per cambiare rotta, però non bisogna aspettare che i processi in corso divengano irreversibili.

Anonimo ha detto...

Se cambiamo un pochino le nostre abitudini (senza rinunciare al nostro stile di vita) possiamo dare un grande contributo all'ambiente senza aspettare che il problema lo risolvano i nostri politici....

Se aspettiamo quei vecchi rincoglioniti facciamo in tempo ad estinguerci prima che si accorgano di qualcosa...

Un bacione a tutti!

PS: scusate il linguaggio colorito ma a volte anche noi tenere fanciulle perdiamo le staffe....

Anonimo ha detto...

VI quoto tutti!!

Però Angie da oggi ho un 'bonus parolaccia' da consumare quando voglio...

Buona serata!!!!

Anonimo ha detto...

Va bene AJ, ne terrò conto...

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti!

Questi argomenti mi interessano molto! Il fatto che delle agenzie governative americane dicano che il 40% del pianeta è già oggi senza vita, lo trovo un campanello d'allarme molto serio! Anzi, più che un campanello mi sembra la grossa sirena di una petroliera (tanto per restare nel tema!)

Comunque a parte gli scherzi tutto ciò è gravissimo!

Anonimo ha detto...

Bravo gurukonk!

Questo post mi è piaciuto tantissimo! Mi piace molto il modo con cui riesci a variare i temi del blog!

Buona giornata a tutti!

Anonimo ha detto...

Quoto il caro vecchio randy!

Saluti, bella gente!

Anonimo ha detto...

Grazie caro vecchio Stilo, l'apprezzo davvero molto!

Anonimo ha detto...

Di questi temi non si parla mai abbastanza mentre giornali e TV perdono tempo sommergendoci di spazzatura mediatica, forse proprio per distrarci dalla realtà.

Benvengano blog come questo che trattano, tra le altre cose, argomenti fondamentali per il futuro della nostra civiltà.

Sono capitato su queste pagine, quasi per caso, qualche settimana fa e in questi giorni mi sono messo a leggere anche i post più vecchi di gurukonk.

Qualche giorno fa qualcuno di voi l'aveva lodato perchè tratta gli utenti come persone intelligenti. A mio parere, questa attitudine di gurukonk, unita al suo stile di scrittura semplice e piacevole, sono i punti di forza di questo blog.

Naturalmente continuerò a leggerlo con molto piacere.

Anonimo ha detto...

...non mi ero accorta del commento anonimo!

....sono d'accordo sul fatto che questi temi non vengano trattati abbastanza!

...sembra quasi che i giornali e soprattutto le TV abbiano "paura" di infastidire o annoiare il pubblico!

....poi però dedicano ore di trasmissione a vere e proprie scemenze che sono quasi un insulto all'intelligenza degli spettatori (come diceva cloppete78!)

Meglio non pensare troppo al modo in cui veniamo trattati dai mass media, altrimenti mi rovino il wek end!

Un bacione a tutti e buon divertimento a chi partecipa ai festeggiamenti carnevaleschi!