martedì 11 marzo 2008

La Rete del suicidio


Lo scorso sabato, sei giovani giapponesi sono stati trovati impiccati in un’area boschiva, normalmente utilizzata per picnic e gite famigliari. Sono le ultime vittime di una catena di suicidi collettivi che si sta propagando via Internet da più di due anni. Le autorità del “sol levante” hanno affermato di sospettare che i cinque uomini e una donna, tutti ventenni, si siano incontrati on-line prima di darsi appuntamento in un'area forestale a 80 chilometri a sud di Kobe e compiere l’insano gesto.

Da quando è emerso per la prima volta, nei tardi anni Novanta, il fenomeno dei suicidi collettivi orchestrati via Internet ha purtroppo raggiunto dimensioni globali.

A questo propostito molti ricorderanno l’ondata di suicidi (anche questi organizzati via Internet) che ha colpito Bridgend, nel Galles del sud. Si trattava di un gruppo di giovani (trai quali anche varie ragazze) che si sono tolti la vita nell’attesa del “Punto Zero Apocalittico” che dovrebbe rappresentare la fine della vita per come noi la conosciamo.

Tuttavia è in Giappone, dove il tasso di suicidi giovanili è il più alto dei paesi industrializzati, che questo terribile fenomeno sta conoscendo la maggiore diffusione.

Alla base, evidentemente, c’è un profondo malessere, un’alienazione mortale che colpisce in particolare i più giovani, ovvero coloro che dovrebbero guardare il futuro con ottimisno. Nel solo 2006 si sono registrati 42 casi di suicidio collettivo via Internet, con un totale di 93 vittime. Nel 2005 erano stati 19 e le vittime 55. Il numero si è praticamente triplicato rispetto al 2003, anno in cui il fenomeno ha cominciato a dilagare. Sempre la scorsa settimana, due donne tra i 20 e i 30 anni, sono state trovate morte asfissiate in una macchina a Aomori, 580 chilometri a nordest di Tokyo. Le statistiche relative all’anno 2007 non sono state ancora rese pubbliche, per quanto ne so.

La depressione giovanile e Internet sono un mix molto pericoloso” ha dichiarato Mafumi Usui, professore di psicologia alla Niigata Seiryo University, “dalla dinamica dietro ai recenti suicidi di gruppo emerge che spesso questi giovani aspiranti suicidi decidono di attuare il loro progetto dopo essersi ritrovati con propri simili su un qualche sito che tratta l'argomento e che spesso suggerisce anche specifici modi di portare a termine il suicidio”.

Questi siti ospitano delle “chat room” dedicate proprio agli aspiranti suicidi che così possono scambiarsi le proprie idee su come farla finita. Sono largamente frequentati da giovani, anche da giovanissimi, assillati dai tipici problemi esistenziali che emergono in quella età. “Quando il Giappone era povero, la comunità, specie quella rurale, svolgeva un ruolo importante” dice Usui, “oggi invece è tutto lasciato all'individuo, le persone sono più isolate e lasciate libere perfino di contemplare i modi più svariati di suicidarsi”. Se poi aggiungiamo l'effetto imitazione (detto effetto “copycat”) ecco il risultato del cosiddetto “anarco-liberismo”.

Bisogna anche considerare che il suicidio nell’antica cultura giapponese era un atto venerato. Nel Giappone feudale, il rituale del “seppuku era considerata una morte altamente onorevole secondo l'etica guerriera del samurai. È evidente che i suicidi via Internet non hanno niente di onorevole e non hanno nulla a che fare con il “seppuku” del samurai. Si tratta di individui altamente sofferenti e bisognosi di cure, che vengono abbandonati a sé stessi e ai propri desideri brutalmente alienati.

C'è chi ha proposto di chiudere tutti i siti che promuovono il suicidio. Lo scorso ottobre, la polizia giapponese (con la preziosa cooperazione degli ISP) è stata in grado di chiudere o oscurare diversi siti. Prima ancora era riuscita a intervenire in 12 casi potenzialmente letali, impedendo il suicidio di 14 giovani. Gli esperti hanno fatto notare che è impossibile controllare Internet. Altri sostengono che l'esistenza di questi siti, dove gli utenti possono condividere il loro dramma, può essere utile alla prevenzione perché permette di monitorare in modo preciso l’evolversi della situazione.

Purtroppo” dice Usui “più cresce il giovane popolo di Internet, più vediamo crescere il numero di suicidi organizzati in questo modo”.

Come molti di voi già sanno, non ritengo che la responsabilità di questi fatti di cronaca siano da imputare alla Rete! E’ vero, questi ragazzi hanno utilizzato Internet per organizzare i loro terribili propositi, ma se si fossero contattati per telefono avremmo accusato l’invenzione di Meucci di essere responsabile di queste morti? Non credo proprio.

Il vero problema non è Internet, che in fondo è solo una sorta di rappresentazione del mondo reale, ma l’enorme pressione che la società esercita sulle spalle dei giovani. Fin dalle scuole dell’obbligo, viene creato un clima quasi competitivo che impedisce ai ragazzi di guardare al futuro con l’ottimismo che dovrebbe essere tipico della loro età. Inoltre, se a tutto ciò aggiungiamo la paura di essere rifiutati dal prossimo e l’incapacità di metabolizzare i normali insuccessi della vita il “cocktail” rischia di essere altamente esplosivo.

In realtà è necessario osservare come il numero dei suicidi collettivi via Internet sia solo una piccola quantità rispetto all'enorme numero di ragazzi che decidono di togliersi la vita ogni anno. Il problema non deve assolutamente essere sottovalutato in quanto presenta tassi di crescita terribilmente alti.

Da parte mia vi posso solo garantire che torneremo ancora su questo argomento. Invito tutti coloro che avessero qualcosa da raccontare su questo tema a farlo liberamente nell’area adibita ai commenti oppure tramite posta elettronica.

Vi ringrazio di cuore per l’affetto dimostrato al Blog e vi do come sempre appuntamento a domani per un nuovo post!

GuruKonK



Fonte: agenzia stampa ADN Kronos


Nell’immagine un uomo che… bhè, lo vedete anche voi…

8 commenti:

Anonimo ha detto...

...bravo.... anche a me dà fastidio che se la prendono sempre con internet!

....dei ragazzi che si suicidano è una cosa terribile però la colpa non è certo di internet!

....un bacione a tutti!!!!!!!

Anonimo ha detto...

ma dai adesso basta! sembra quasi che tutti i mali del mondo dipendano dal web! ci sono genitori che proibiscono ai figli l'uso di internet perchè hanno paura di non so che cosa! e tutto perchè ci sono persone a cui fa comodo dichiarare una guerra morale contro la "modernità" e internet è un bersaglio ghiotto!

Anonimo ha detto...

Internet è solo un mezzo, e in quanto tale non può essere condannato. Da censurare è l'uso che viene fatto di questo mezzo.

E' un ragionamento elementare, ma sembra sempre che "qualcuno" tenda a scordarselo. Forse volutamente.

Anonimo ha detto...

@ gurukonk

Anche oggi hai trovato un'immagine davvero perfetta! Mi chiedo dove le vai a pescare....

Ciao ciao!

Anonimo ha detto...

Come già avevo scritto in un commento, Internet è uno strumento libero da quei fattori che condizionano i media tradizionali e per questo fa paura al potere!

I giornalisti che attaccano frontalmente internet, accusando la rete di tutti i mali del mondo, mentono sapendo di mentire.

Negli ultimi 3 anni (soprattutto negli usa) molti scoop e scandali sono scoppiati grazie al lavoro di alcuni blogger coraggiosi e bene informati! Tutto ciò toglie potere ai media tradizionali e questo molti non lo riescono ad accettare!

Saluti!

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti!

Secondo me non bisogna concentrarsi sul mezzo che questi ragazzi e ragazze hanno usato per conoscersi. La cosa più importante è capire perchè delle persone così giovani vedano il loro futuro così tenebroso da non avere il coraggio di affrontarlo, preferendo la morte!

Ho visto le foto di alcuni dei ragazzi che si sono tolti la vita in Galles. Erano quasi tutti di buona famiglia, di bell'aspetto (soprattutto Natasha Randall!) e con ottimi risultati scolastici.

Capire davvero cosa li ha spinti al suicidio non è semplice, al massimo si possono avanzare delle ipotesi. Molti parlano di una specie di "fragilità emotiva" che colpisce i ragazzi di quella età, ma credo che la risposta sia molto più complessa!

Vi saluto tutti, è bello far parte di questa community!

Unknown ha detto...

Il dolore che provo il tradimento di tutti quelli che amo tutti loro erano felici zul quelle foto meledete in facebook
Il dolore cge si proba uando sei tradito della persona che piu ami ti fidi Ditemi voi quall è dolore piu gradi? dolore fisico che quello ell anima ? Sarebe meglio eßere morta almeno cosi no sento piu niente

Unknown ha detto...

la morte e pasce traquillita
reposo dell'anima