domenica 9 marzo 2008

L'occhio sul male (no. 2)


Come molti mi hanno chiesto negli scorsi giorni, è giunto il momento di pubblicare la seconda parte di “L’occhio sul male”, la rubrica dedicata all’inquietante mondo dei “serial killer”. Nella prima edizione abbiano chiarito i parametri che distinguono un omicida seriale dai “mass murderer” e dagli “spree killer”. Come forse ricorderete, siamo anche riusciti a suddividere i “serial killer” nelle cinque categorie principali. Naturalmente, invito chi fosse interessato ad andare a rileggere “L’occhio sul male (no. 1)”, in modo da poter cogliere i riferimenti inseriti in questo nuovo Post. Oggi parleremo di una caratteristica che definirei “trasversale” di molti omicidi seriali: il cannibalismo. Questa pratica terribile e spietata ha accompagnato l’azione di molti “serial killer” indipendentemente dalla loro categoria di appartenenza. Tuttavia alcune statistiche dell’FBI sembrano propendere per una maggioranza di “power control” cannibali, rispetto alle altre quattro tipologie.

Come già avevo fatto con la prima edizione di questa rubrica, ho cercato di rendere la documentazione raccolta la meno cruda possibile, anche se non escludo che per qualcuno possa essere comunque impressionante.


Cannibalismo: uno sguardo nell’abisso

Come forse molti di voi già sapranno, il termine “cannibalismo” deriva dalla parola “canìbales” nome spagnolo dei “caribi”, un gruppo di indiani d'America presunti antropofagi. Come definire il cannibalismo? Una perversione, una degenerazione, una strana pratica nutritiva, o un’usanza radicata in popoli primitivi? Perché alcuni uomini mangiano carne umana?

In passato il cannibalismo era praticato come una sorta di rituale magico durante le battaglie. Dopo un duello, una lotta, o una battaglia tribale, il guerriero vincitore usava mangiare parti del suo avversario sconfitto, per assumere, incorporare e interiorizzare le sue abilità: forza, astuzia, coraggio. Quindi, il cannibalismo aveva una funzione prettamente simbolica, nella sua assoluta asprezza.

Simboliche non erano le azioni di Hannibal Lecter (lo psichiatra antropofago nato dal talento di Thomas Harris) che è solo il personaggio cinematografico ma probabilmente rende splendidamente l'idea del cannibalismo e di ciò che esso implica. La figura misteriosa, inquietante e per molti versi estremamente affascinante del dottor Lecter si propone ai nostri occhi come il prototipo del cannibale: sconvolgente nella sua lucida insania. Ma in realtà non possiamo certo affermare che i “cannibali reali” siano come probabilmente li abbiamo visualizzati nel nostro immaginario, ovvero come Hannibal Lecter.

Ma la questione non è questa. Al di là di ogni possibile giudizio morale o etico quello che più mi preme è sapere il perché, ovvero quali sono, se ci sono, i desideri, le passioni, le brame ingovernabili ed inarrestabili che spingono ad uccidere, sezionare e mangiare degli esseri umani.

Uno dei primi serial killer cannibali documentato dalla storia è Gilles De Rais, compagno d'armi di Giovanna D'Arco, che tra una battaglia e l'altra dava sfogo all'impulso di rapire, uccidere, sezionare, e poi mangiare dei bambini innocenti!

A questo punto, per addentrarci nel vivo del problema è bene fare un po’ di cronaca, premettendo che la Russia si è rivelata (negli ultimi anni) un terreno fertile per questa orribile pratica. Infatti, nelle campagne russe il cannibalismo è diventato quasi un modo di vivere, con tutte le drammatiche conseguenze che tutto ciò comporta.

Nel 2006 si suppone che almeno trenta persone siano state mangiate (tra le quali molti vagabondi) e i cui “pezzi restanti” sono stati venduti al mercato ad ignari clienti. Nello stesso anno in Siberia un uomo è stato arrestato per aver riempito i “pelmeny” (il corrispondente russo dei nostri ravioli) con la carne di un suo amico. Ancora, ad un altro uomo, un abitante di S. Pietroburgo piaceva marinare i pezzi scelti con delle cipolle, messi poi fuori dalla finestra in un sacchetto di plastica. Quando la polizia entrò a forza nella sua casa, trovò delle bottiglie piene di sangue, e orecchie seccate penzolanti dal muro, erano le sue provvigioni per l'inverno. Una cosa davvero orribile.

Tra i più famosi ed industriosi cannibali russi c'è però Nikolay Dormangaliev, che si pensa abbia ucciso fino a 100 donne e le abbia servite poi per cena ai suoi amici! Oppure ancora, un vagabondo che si barcamenava fra le strade di una cittadina russa veniva nutrito occasionalmente da alcuni suoi compagni che gli servivano carne umana. Quando seppe cosa aveva mangiato si impiccò in preda alla disperazione.

Un altro episodio, non meno inquietante, si è verificato in un tranquillo paesino situato su un affluente del Volga, dove Svetlana Dalbulina (36 anni) e Dimitri Bezrudnov (28) dopo una notte trascorsa a bere decisero di mangiare della carne. Notarono che tra i loro compagni magrolini ve n’era uno un po’ più grasso. Lo portarono in cucina e lo tagliarono a pezzi. Risvegliato da uno strano odore di carne che cuoceva sul fuoco, un loro compagno di stanza Alexei Kutzmanov partecipò al macabro “banchetto”, notò che la carne era un po’ dura ma subito lo rassicurarono. Purtroppo quello che lui non sapeva era che quella “carne un po’ dura” che stava degustando era quella di suo fratello Leonid. Svetlana Dalbulina e Dimitri Bezrudnov furono arrestati e condannati al carcere a vita in una prigione siberiana.

Specialisti delle forze di sicurezza di Mosca affermano che il “sapore” di carne umana è molto particolare ed ha un odore ben preciso quando viene cucinata. Il sapore della vittima dipende dalla vittima stessa: se ha bevuto, fumato troppo, se mangiava caramelle o se preferiva il salato al dolce.

Senza dubbio tutto ciò è terribilmente raccapricciante e mi scuso con chi l’avesse trovato eccessivamente impressionante. Purtroppo bisogna dire che sono ancora numerosi gli atti di cannibalismo venuti a galla in Russia, tuttavia vi risparmio i particolari degli altri casi che ho raccolto.

Alcuni cannibali si sono difesi parlando di povertà, di bisogno e di vari stati di necessità. Queste spiegazioni potrebbero essere considerate rilevanti, se bastasse il fatto che in Russia effettivamente le condizioni di vita di alcune categorie di persone sono ben al di sotto della soglia di povertà. Tuttavia rimane il fatto che mangiare carne umana significa soprattutto uccidere e sezionare delle persone e utilizzare la fame come giustificazione non è certo sufficiente per venire sollevati dalle proprie responsabilità. Ci si può sfamare in altri modi anche se si è poveri, infatti non è inusuale che tra i ceti molto poveri si finisca per cibarsi anche con animali randagi (cani, gatti, piccioni). Quindi, credo che appaia chiaro a tutti che debba per forza esistere una sorta di meccanismo perverso alla base di questi casi di cannibalismo.

Cambiamo prospettiva. Come ricorderete, qualche anno fa fu girato un film, tratto da una storia vera, dal titolo “Alive” (sopravvissuti). Si trattava di un aereo caduto sulle Ande i cui superstiti furono costretti dalla “necessità” a mangiare i corpi dei loro compagni morti per continuare a sopravvivere. Essi erano realmente spinti dal bisogno: in primo luogo non avevano ucciso gli esseri umani che poi hanno dovuto mangiare, secondariamente non hanno provato del “piacere sadico” nel mangiarli ed infine non c’era realmente altro di cui sfamarsi, nient’altro davvero.

Non è nemmeno esauriente parlare di tradizioni culinarie locali, come in alcuni paesi orientali dove, ad esempio, un piatto prelibato e caratteristico è purtroppo il cane; e neppure della consuetudine di utilizzare gli insetti come fonte di proteine. Qui parliamo di uomini.

Autorevoli studi accademici affermano che nei “serial killer cannibali gli impulsi primordiali, normalmente presenti nella mente di ogni essere umano, si ingigantiscono fino a divenire patologici”. Questo comportamento diviene irrefrenabile ed ha la stessa radice di un qualsiasi comportamento affettivo, che mentre nella persona “normale” si esaurisce in un bacio o in morsetti affettuosi, in un individuo con disordini psicologici diviene un fatto da “vivere fino in fondo, totalmente. Fino alle estreme conseguenze!”.

Un altro cannibale (tristemente noto) è passato alla storia come il mostro di Milwaukee: Jeff Dahmer. Di questo individuo avevo già accennato nella prima edizione di “L’occhio sul male” ed è uno dei più violenti “serial killer” mai documentati. Egli stesso affermò durante il processo che mangiare i cadaveri gli dava “un senso di totale controllo e aumentava l'eccitazione sessuale. Inoltre potevo fare con loro tutto quello che volevo, senza limiti e senza freni!”.

Questa terribile affermazione potrebbe ricollegarsi, in un certo senso, alla “pulsione di appropriazione” (tipica del sadismo) individuata da Sigmund Freud: mangiare potrebbe significare appropriarsi totalmente dell’altro. Naturalmente non sono un esperto in materia e sono pronto e ricevere qualsiasi correzione in merito.

Nel comportamento del cannibale l’appagamento di un desiderio, restato latente ed esasperato, diventa l'unica modalità di rapporto con gli altri. È interessante notare come le pratiche “cannibaliche” viaggino su un binario parallelo alle perversioni sessuali. Vi è davvero una forte analogia. Carattere principale delle perversioni è l'eccitazione sessuale raggiunta esclusivamente mediante determinate pratiche (col feticcio nel feticismo, subendo dolore nel masochismo, provocando sofferenza nel sadismo, ecc.).

Quindi l'affermazione di Jeff Dahmer “aumentava l'eccitazione sessuale” fa pensare proprio ad una sorta di perversione. Questo potrebbe in un certo senso giustificare il modus operandi dei “serial killer” cannibali. Infatti essi agiscono spesso presi da raptus incontrollabili, come se non fossero loro ad operare realmente la perversione.

Nella totalità dei “serial killer” vi sono due modi differenti di operare: alcuni in genere progettano e uccidono con estrema rapidità, mentre altri sono violenti, efferati e molto più sadici. Nel caso di questi ultimi, sembrano quasi spinti da un qualche tipo di estrema alterazione: adescano la vittima in maniera casuale e dopo averla massacrata si accaniscono sul corpo distruggendolo. I “serial killer” cannibali per le caratteristiche già citate sopra, sembrano proprio appartenere a questa seconda categoria: agiscono presi da raptus.

Tengo molto a precisare che queste ipotesi potrebbero essere valide per Jeff Dahmer, ma non è detto che valgano per la totalità dei “serial killer” in quanto (come affermano gli esperti di psicologia) “ogni uomo è diverso da un altro e quello che può essere valido a livello psicologico per un soggetto potrebbe non esserlo per un altro”.

Altro quesito interessante sarebbe scoprire se, oltre a questi meccanismi psicologici, ve ne siano altri di tipo biologico per spiegare il cannibalismo. Secondo studi americani sui “serial killer” alla base del cannibalismo ci possono essere disfunzioni dell'ipotalamo, una regione del cervello che regola l'attività sessuale, l'umore e le funzioni di base come mangiare e bere.

Il cannibalismo sarebbe dunque causato da uno squilibrio ormonale che determina l'incapacità del cervello di misurare le proprie emozioni? E’ molto difficile fare una simile affermazione. Infatti questa ipotesi non appare sufficientemente solida, in quanto non è per nulla assodato che tutti i “serial killer” cannibali abbiano questo tipo di disfunzione e, rovesciando l’equazione, che chi abbia questa disfunzione sia un “serial killer” cannibale.

Gli interrogativi sono ancora tutti aperti per un argomento così complesso ed inquietante, fatto sta che impulsi e fantasie sul cannibalismo fanno parte della struttura profonda della psiche umana, insomma per buttarla sull'ironia siamo tutti un po’ cannibali e ora forse la frase “ti mangerei di baci” suona un po’ inquietante!

Vi ringrazio per avermi prestato attenzione anche oggi. Naturalmente, se questo Post fosse risultato troppo crudo e impressionante, mi scuso con tutto il cuore. Vi garantisco che è risultato difficile “smussare gli angoli” parlando di un argomento così delicato.

Vi anticipo che, per motivi personali, nella giornata di domani non sarò molto probabilmente in grado di pubblicare un nuovo Post. Spero che vorrete perdonare questa mia mancanza.

Con tanto affetto, GuruKonK.



Nell’immagine: “Cannibalismo d'autunno” di Salvador Dalì


Fonte dei dati: E.Zagarolo, a cui vanno i miei ammirati ringraziamenti!

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Accidenti! Questo post è un macigno! Comunque l'ho trovato davvero interessante!

Ciao a tutti!

Anonimo ha detto...

Terribile. Impressionante. Oltraggioso. Efferato. Nauseante. Spaventoso. Tremendo Raccapricciante. Orribile.

In una sola parola: geniale!

Anonimo ha detto...

....ciao ciao.... come forse già sapete sono una ragazza sensibile e la storia del cannibalismo mi ha scossa davvero!

...però anche io l'ho trovato interessante!

....d'altronde non si può sempre parlare di dolci coniglietti bianchi che zampettano allegri su prati di tenera erbetta sotto un timido sole di primavera.... o forse si può?

....bacioni a tutti....

Anonimo ha detto...

Siete ancora tutti dell'avviso che la pena di morte sia una soluzione immorale?

Per certe persone il carcere è fin troppo pietoso!

Anonimo ha detto...

ciao a tutti...ri eccomi...
ma........e perché no Angie????? certo che si può...almeno nel mio mondo :D ....mi chiamano anche Naiffuzza sì sì....

ok a tutti gli aggettivi scritti da Marco....aaaaaaaaaaah!!!! :-(

buon inizio settimana ai vecchi amici e benvenuto anche da parte mia al nuovo amico Jack jack!!

p.s. robiiiiiiiii mi spiace ma: no alla pena di morte sempre e comunque.

Anonimo ha detto...

Naiffuzza???? Troppo forte!!

Angie mi hai fatto troppo ridere... "dolci coniglietti bianchi che zampettano allegri su prati di tenera erbetta sotto un timido sole di primavera".... era geniale!

Riguardo al post devo dire di averlo letto con grande interesse! Anche se la storia delle "orecchie essiccate appese ai muri" mi ha raggelato!

Auguro una buona settimana di lavoro a tutti, perchè il week end finisce sempre troppo in fretta???? Non è giuuuustoooo.......

Anonimo ha detto...

@ gurukonk

La scelta di "Cannibalismo d'autunno" di Dalì come immagine del post l'ho trovato davvero un tocco di classe! Bravo!

Anonimo ha detto...

Questo post mi ha colpito duramente allo stomaco! Però devo ammettere che è interessantissimo!

La rubrica "l'occhio sul male" mi piace proprio un sacco!

Ciao a tutti cari amici!

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, grazie ancora per la bella accoglienza!

A ragione Marco: è geniale!!!!

J.J.

Anonimo ha detto...

....ciao ciao......

...ho letto attentamente questo post e ho una precisazione da fare: NON è vero che nutrirsi di cervello umano faccia diventare intelligenti!

Volete una prova? Guardate gli zombie! Passano tutta la loro non-morte alla ricerca di cervello fresco ma rimangono una banda di rinco.....ti!

Anonimo ha detto...

caro stilo.... come darti torto?

;-)

Anonimo ha detto...

Ottimo Gurukonk! Gli articoli della rubrica "L'occhio sul male", passo dopo passo, stanno assumendo un importante valore informativo e didattico: sarebbe un ottimo lavoro di dottorato!

Complimenti e, in attesa delle prossime pubblicazioni, buon lavoro...

A proposito di cannibalismo: non si chiamano così le incursioni sulla società e sul mondo del lavoro ad opera dei manager FFS, Posta, Swisscom, banche, ecc...??? Pieno sostegno ai lavoratori delle Officine di Bellinzona!!!

Saluti, Cloppete Cloppete

Anonimo ha detto...

complimenti al caro Cloppy!!! ottima riflessione......davvero vergognoso!!!

bacissimi a tutti....

GuruKonK ha detto...

Grazie Cloppy!
Sei molto gentile, ma... "sarebbe un ottimo lavoro di dottorato"...
Non ti sembra un po' esagerato?

Ciao a tutti!
Scusatemi ancora se ieri non ho pubblicato nessun post ma (come vi avevo anticipato) c'erano dei motivi personali che lo impedivano!

"L'occhio sul male no.2" è un post decisamente prolisso e pure ostico da "digerire", quindi vi ringrazio anche solo per averlo letto!

Un abbraccio!

Anonimo ha detto...

Non credo di esagerare veramente...

Una volta finito il tuo lungo lavoro, vedrei bene tutti i capitoli raccolti in un libro assieme a tante fotografie o altre immagini (ritagli di giornale, copie di documenti). Io se fossi un editore lo pubblicherei, perché si tratta senza dubbio di un documento di grande interesse e valore.

In ogni caso la pubblicazione di questa tua ricerca è già garantita, se non in forma cartacea, su internet, nel tuo (e nostro) apprezzato blog!

Dunque buon lavoro e un caro saluto a tutti! Cloppy

Anonimo ha detto...

BRAVO CLOPPETE!!!!!