lunedì 19 novembre 2007

Quando l'amore diventa rabbia



L’Italia tra i Paesi occidentali vanta un ben triste primato: ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo. Nella quasi totalità dei casi, l’assassino diceva di amarla. Parte da questa impressionante statistica (134 donne assassinate dal proprio compagno nel 2005; 112 nel 2006) l'idea di “Amore criminale”, il programma condotto da Camila Raznovich che va in onda il sabato sera, alle 23:35, su RaiTre.

Si tratta di sei puntate da cinquanta minuti per dodici donne vittime di un amore malato, raccontate da una splendida ed efficace Camila Raznovich, celebre volto di MTV. Alcune di queste storie (sei per essere precisi) sono state ricostruite proprio con la narrazione di Camila, una che il tema della violenza sulle donne lo sente molto caro, per ovvie ragioni (si veda il suo libro “Lo rifarei”).

Le sei puntate metteranno sotto i riflettori due storie per volta: un caso italiano, in cui la vittima è una donna comune, e un caso internazionale in cui la vittima e magari anche il carnefice provengono dal brillante mondo della fama, sia questo l'ambiente musicale, cinematografico, sportivo o della moda. Nella prima puntata si è parlato della vicenda della giornalista Maria Rosa Sessa, assassinata a Cosenza nel 2005 per mano di un fidanzato geloso, che non riusciva ad accettare l'idea che la donna andasse a lavorare all'estero. Dopo mesi di ricerche l'uomo fu trovato morto suicida in una casa delle vacanze, disabitata nel periodo invernale, in cui era entrato subito dopo aver commesso il delitto. Per quanto riguarda il caso "famoso", la storia della scorsa puntata era incentrata sul delitto passionale che ha visto come vittima Nicole Brown, ex moglie della famosissima star del football americana O.J. Simpson. L'uomo, primo imputato dell'omicidio, è riuscito ad essere assolto nel 1995 nonostante il grande numero di prove schiaccianti che lo indicavano come colpevole.

La voce profonda e suadente della conduttrice accompagna il percorso investigativo attraverso interviste, ricostruzioni degli eventi e filmati di archivio, sottolineando la grande valenza drammatica e inquietante dei delitti passionali. "Avete mai pensato che la persona che vi sta accanto, con la quale condividete tutto, che vi ha dichiarato il suo amore tante volte, possa farvi del male, un giorno? Di sicuro non lo avete mai fatto", queste sono il genere di domande che Camila lascia trapassare dello schermo televisivo, con lo sguardo dritto nella camera. La conduttrice crea un'atmosfera suggestiva con grande abilità, riuscendo a sollevare i punti chiave di una riflessione molto complessa: quando un amore diventa malato? Quando l’amore diventa rabbia? Quando un amore, invece di creare felicità, produce distruzione? L'effetto di paralisi emotiva viene amplificato da una regia che utilizza il primo e il primissimo piano come mezzi d’enfasi, saltando da un punto a l'altro del volto di Camila, mentre questa ci parla, sottolineando la difficoltà a incastrare i pezzi di quel complicato mosaico che è la vita.

L'obiettivo delle sei puntate è quello d'indurre a una riflessione, di suscitare un dibattito. Non pubblicherò spesso recensioni di programmi televisivi. Il post di oggi è una sorta di eccezione, rispettosa del dolore delle vittime e delle loro famiglie. “Amore criminale” è un trasmissione televisiva dura e sincera che, grazie alla meravigliosa efficacia di Camila Raznovich (anch’essa vittima di abusi quando era bambina), ritrova una grande e delicata umanità.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Sabato lo registro!

GuruKonK ha detto...

Ciao Angie. Ti ringrazio di cuore per tutti i commenti che mi hai lasciato sul blog! Il programma è davvero bello, addirittura commovente nella sua cruda sincerità. Guardalo e credo che mi darai ragione. Un bacio!

Anonimo ha detto...

Hey, non è che hai un debole per la Raznovich?

GuruKonK ha detto...

Ciao Randy! E' un piacere avere tue notizie! E come sempre hai l'occhio lungo, eh? Furbone... A presto!

Anonimo ha detto...

Ho sentito anche io che Amore Criminale è ben fatto e merita di essere visto. Se ne avrò la possibilità sabato lo guardo così potrò darvi un giudizio personale.

Anonimo ha detto...

Secondo me la violenza sulle donne non è in crescita, ci sono solo più denunce e più servizi nei TG. Nel post ti sei dimenticato di dire una cosa importante, cioè che molte volte le denunce di donne perseguitate da un uomo finiscono in niente! E' davvero una vergogna!